DONATO Francesco, dal rombo degli aerei alle auto

Tratto da Sicilia Motori – Anno V – n.6 (50) Luglio-Agosto 1986

Di Giovanni Saija Bisazza – Riproduzione riservata

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Donato ripreso mentre taglia il traguardo della “10 Ore Notturna Messinese” del 1954

Trofei, ritagli di giornali, numerose fotografie e soprattutto tanti ricordi, racchiudono, per archiviarlo alla storia, un importante capitolo dell’automobilismo siciliano, la carriera del barone Francesco Donato.

Oggi Donato vive in tranquillità nella sua “Villa Arangia” a pochi chilometri da Falcone, centro balneare della costa tirrenica della provincia di Messina. Villa Arangia è immersa nel verde solitario della natura, in un bucolico silenzio rotto soltanto dal canto degli uccellini.

È qui che il barone ‘Donato chiudendo gli occhi, con il pensiero torna indietro nel tempo, almeno trent’anni, per rivedersi a bordo delle sue numerose autovetture che per oltre 11 anni, dal 1946 al 1957, lo hanno reso protagonista.

Improvvisamente scompaiono gli alberi e gli uccellini, il silenzio della natura si trasforma in un frastuono assordante. Ed il rombo dei motori, l’applauso della folla sono adesso così reali che sembra quasi che la corsa stia per incominciare.

Negli Anni 60 erano di moda le sfilate d’eleganza per auto. Con questa Porsche Donato ne vinse una a Taormina nel 1965

Il primo amore di Francesco Donato

Barone, qual è la gara cui ha partecipato, che ricorda con particolare piacere?

Per due volte, esattamente nel 1954 e l’anno successivo ho preso parte alla 10 Ore Notturna messinese. Il primo anno ho ottenuto il terzo posto, nel 1955 invece mi son dovuto ritirare per un guasto meccanico. Però ricordo con piacere questa gara, perchè era molto sentita dalla cittadinanza tutta. I messinesi partecipavano con grande entusiasmo ai bordi delle strade. Era insomma una festa non solo sportiva ma anche popolare“.

Perchè questa corsa è diventata quasi un mito?

Perchè si svolgeva lungo un percorso cittadino, in piena estate. Si potevano ammirare i “bolidi” anche direttamente dal balcone di casa. Il pubblico era spettatore e protagonista della “10 Ore”, vivendola accanto al pilota preferito“.

Lei iniziò a correre all’età di 32 anni, non giovanissimo. Forse la passione Per l’auto è esplosa dopo lunga maturazione?

No. Eravamo all’indomani della seconda guerra mondiale. Io ho preso parte ai combattimenti come pilota dell’Aeronautica. Forse il primo amore è stato proprio l’aeroplano. A 18 anni avevo preso il brevetto di pilota civile, successivamente passai agli aerei militari. Poco dolo la conclusione della guerra mi sposai e mia moglie aveva paura che continuassi a volare, così, per continuare a coltivare la passione per i motori mi sono dedicato all’automobilismo“.

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Così appariva Donato nel 1954

La carriera di Francesco Donato

Quali sono le pagine più importanti della sua carriera?

Ho preso parte sia a corse in salita che a gare in circuito. Tra le prime ricordo la salita del Monte Pellegrino, quella del colle S. Rizzo e la Catania-Etna. Tra i circuiti i giri di Sicilia, Calabria e Toscana, il circuito di Reggio Calabria, e a tante altre gare ancora che sarebbe forse un po’ lungo elencare. Ho vinto numerose di queste gare, ottenendo nelle altre validi piazzamenti. Tra i successi, nel 1948, la vittoria nel campionato siciliano nella classe 750 cc.“.

Di quali autovetture si è avvalso nel corso della sua carriera?

Eccolo invece attorniato dai trofei

Tra le tante che ho avuto, ricordo la Stanguellini 750 con la quale ho preso parte a numerose corse in salita, la Jaguar, la Cisitalia, per poi passare anche alla Porsche, alla Ferrari e alla Maserati. Quest’ultima la acquistai da Sesto Leonardo, un pilota che con quella vettura aveva ottenuto significativi risultati”.

Quali avversari ricorda, tra i più temibili di quel periodo?

In Sicilia come a Messina erano numerosi i giovani che si dedicavano con successo all’automobilismo, per cui il lotto era abbastanza ampio. Se la memoria non mi inganna vi erano due piloti messinesi, Piccolo e Gemelli che affrontavo spesso“.

E chi la spuntava?

Davamo vita a belle competizioni e la fortuna assisteva talvolta me, talvolta i miei avversari“.

Il pilota messinese mentre taglia il traguardo della “Montepellegrino”

Il boom dell’auto

Dopo la guerra, negli Anni 50, lo sport automobilistico godeva di grande seguito in Sicilia, sia come numero di praticanti, sia come partecipazione da parte del pubblico. Come mai tanto interesse?

L’Italia, il mondo, uscivano finalmente da un lunghissimo tunnel oscuro, rappresentato non soltanto dal dramma della guerra, ma anche da tutti quegli avvenimenti che avevano preceduto il secondo conflitto mondiale. La gente tutta, era pervasa da una grande voglia di rinascere. Guardare alla vita finalmente dalle giuste angolazioni, ricercare nel sociale sensazioni nuove, di libertà, di serenità e di speranza.

In questo sicuramente lo sport ha avuto un ruolo importante. Ha rappresentato, come rappresenta anche oggi, argomento di discussione, oggetto di interesse. A Messina, ad esempio, ottenevano grande successo gli sport motoristici in genere. Infatti oltre all’automobilismo venivano organizzate numerose gare di motociclismo e di motonautica. Si correva addirittura nei laghi di Ganzirri.

Ovviamente più gare venivano organizzate, più giovani si affacciavano a questi sport. I sacrifici, le difficoltà enormi alle quali si andava incontro, venivano ampiamente ricompensate dall’entusiasmo degli appassionati, sempre più numerosi e competenti. Ricordo che quando tornavo dopo una corsa vittoriosa, casa mia veniva letteralmente invasa da amici e conoscenti che volevano congratularsi“.

Durante la sua carriera ha subìto gravi incidenti?

Direi di no. Soltanto una volta durante le prove del circuito di Reggio Calabria, ho controllato male il mezzo e sono andato in testacoda. Nulla di grave per fortuna, soltanto tanta paura e un po’ di choc, che ho subito superato e difatti ho preso regolarmente il via“.

Ha praticato altri sport?

Oltre i motori ho avuto un’altra grande passione, quella per i cavalli. Ne ho allevati alcuni ed ero anche un buon cavallerizzo. Comunque non ho mai preso parte a delle riunioni. Preferivo andare a Palermo ad assistere alle gare piuttosto che prendervi parte“.

La rinascita a Messina

Dopo tanti anni, durante i quali, dopo il boom degli anni cinquanta, nel-la provincia di Messina non si era praticamente più corso, l’Automobile Club, circa otto stagioni addietro, ha dato nuovo impulso a tale disciplina organizzando i rallies dei Nebrodi e il “Città di Messina”. Lei segue con interesse queste gare? ‘

‘Certamente queste iniziative dell’Aci hanno rappresentato una rinascita per l’automobilismo nella nostra provincia. Rinascita per due motivi. Il primo perchè è ovviamente cresciuto la quantità degli equipaggi che prendono parte alle gare, e sono sorte numerose anche le scuderie. Il secondo perchè mi sembra che anche la qualità sia cresciuta infatti alcuni equipaggi messinesi sanno farsi rispettare nei rallye di tutta Italia“.

Le piacerebbe prendere parte a queste corse?

Parliamo ovviamente per ipotesi, perchè sappiamo perfettamente che alla mia età purtroppo si può vivere soltanto di ricordi, certamente non di progetti. Partecipare ad un rally per me sarebbe una esperienza nuova, senza dubbio affascinante. Per la durata della gara poi mi sembrerebbe quasi di rivivere l’avventura della 10 Ore Notturna, ovvia-mente con le dovute proporzioni“.

Il nostro incontro con il barone Francesco Donato termina con queste ultime annotazioni, mentre assieme sorseggiamo una bibita dissetante per placare, almeno un po’, la calura di questa estate. Un personaggio affascinante, un uomo fiero di quanto ha fatto nella sua vita, un campione di ieri, valido esempio per i campioni di domani.

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