Costantino Magistri, la storia breve

Tratto da Sicilia Motori  –  Anno XXIX n° 7 (352) – Luglio 2013

di Rino Rao (storia in “La Coppa Etna e i suoi piloti”)

Costantino Magistri debutta a 31 anni e vince la prima “Coppa dell’Etna”. Nel 1925 seguirono i successi al giro di Giro di Sicilia (’28) ed alla Targa Florio (’36), la quale si disputò sul circuito della Favorita. È scomparso nel 1938 all’età di 44 anni. siciliano vero, dallo sguardo accesso ma serio e penetrante, dalla corporatura agile e nerboruta, corteggiato dalle belle donne ma dedito alla famiglia ed al lavoro. E’ nato a Palermo il 10 novembre 1894. Poco sappiamo della sua infanzia e adolescenza, se non che fin da piccolo manifestò e coltivò una forte vocazione per la meccanica. E così, seguendo questa sua passione probabilmente affinata durante la 1° guerra mondiale, dopo un duro apprendistato, assunse la qualifica di meccanico specializzato. Questo avveni’ presso l‘Agenzia Generale dell’Alfa Romeo per la Sicilia occidentale, gestita da Cado Gasparin.

Abilità, serietà e buone maniere gli valsero i galloni di capo officina e collaudatore. In quest’ultima mansione, mettendo a punto la sportive dal “Biscione” e ritirandole presso la Filiale di Catania, macinò diverse decine di migliaia di chilometri. Acquisendo una eccezionale sensibilità di guida, la quale sfociò in un irrefrenabile gusto per la guida al limite. E fu così che Costantino Magistri cominciò a covare l’ambizione di diventare un pilota da corsa. Fu lo stesso Carlo Gasperin che, accorgendosi della passione e del talento del suo dipendente, lo avvicinò all’ambiente delle gare, iscrivendolo come suo meccanico di bordo. Costantino, però, mordeva il freno ed era determinato a dimostrare in gara la sua abilita di pilota. Ambizione legittima benché ardua in considerazione delle sue limitate risorse finanziarie e responsabilità familiari.

“La Coppa Etna e i suoi piloti”, libro di Rino Rao

Tuttavia il talento dimostrato al volante lo fece sempre più apprezzare, non solo come espertissimo meccanico e collaudatore, ma anche come pilota. Proprio in queste vesti riuscì ad ottenere – non si sa se in prestito o in affitto, ma certamente a condizione di favore – dal concessionario della Bugatti, Beppe Albanese, una lavorata “13”.  Egli LA sottopose ad un accurato aggiornamento di messa a punto secondo le ultime specifiche della casa di Molsheim.

Con quel bolide azzurro, leggero e nervoso, Costantino Magistri, alla non più tenera età di 31 anni, si iscrisse alla 1° Coppa Etna. Fu un debutto sensazionale perché, come sappiamo, il palermitano riportò una nitida e fulgida vittoria. in quell’occasione piegò l’agguerrita concorrenza non solo del campione nazionale Renato Balestrero (OM 665 Sport), ma anche dell’idolo locale Giusti e del barone Giulio Pucci (Bugatti 35). Non vanno sottovalutati anche altri esperti corridori come Trombetta, Musmeci e Giannetto.

L’asso siciliano dimostrò velocità e consistenza, dominando l‘intera gara di 252 km sull‘ostico anello etneo di 36 km. Un debuttante si era dunque aggiudicato l’ambiziosa gara etnea nell’anno del suo debutto. L’impresa non passò inosservata e Costantino Magistri raccolse una messe di elogi, soprattutto dalla stampa locale e nazionale. Il commento di Auto Italiana, la più autorevole rivista specializzata, così sanciva: “il merito dell’ennesima vittoria di Bugatti spetta questa volta al bravo Costantino Magistri. Esso, con una saggia condotta di gara, ha saputo sfruttare magnificamente le doti della sempre ottima ‘bugattina’ e resistere al bruciante finale di Balestrero”. Quell’eclatante debutto non poteva certo cambiare la vita di un pilota che, per quanto talentuoso, nella vita di tutti i giorni, rimaneva un onesto lavoratore con moglie e figli.

La didascalia autografata di Magistri

Per il palermitano fu dunque gioco forza limitare la sua attività sportiva al poco tempo libero. Soprattutto negli anni precedenti il suo trionfo al Giro di Sicilia del‘28. Il suo valore di pilota veloce, affidabile e grintoso, fu riconosciuto ed apprezzato dalla Scuderia del Portello. La quale gli affidò spesso la sue vetture, con le quali Costantino conseguì al Giro di Sicilia del ’28 una fulgida vittoria ed il podio nel ‘30 e ’31. Sempre in Iotta con i più celebrati assi. Memorabile fu, nell’edizione del ‘29, l’aspro duello con Achille Varzi, conclusosi col ritiro di entrambi.

Non va inoltre dimenticata la sfida con Tazio Nuvolari alla Coppa Messina del ’28. Anche Enzo Ferrari apprezzò Magistri, “affiliandolo” nella sua scuderia in occasione della Targa Florio, dove l’asso siciliano si classificò 3° assoluto nel ‘34 e 40° assoluto nel ’35.

La carriera di Costantino Magistri raggiunse l’apice nel ’36, quando si aggiudicò la Targa Florio. Essa, proprio quell‘anno, toccava il fondo prima dell‘infelice trasferimento nel parco della Favorita. La corsa tornò sul circuito “piccolo” delle Madonie solo nel dopo guerra, dove tra l’altro si consumò l’ultimo ciclo della mitica corsa. Con il prestigioso successo del Giro di Sicilia, il nome di Costantino divenne popolare e la sua partecipazione venne richiesta in alta Italia ed anche all’esterno.

Magistri, ormai in età matura ad affrancato dal lavoro subordinato, si dedicò con entusiasmo a questa nuova e brillante fase della sua carriera al volante di un Alfa Romeo 1750 e 23008 C sport. Cimentandosi anche nei Gran Premi con la Monza biposto GP. Disputò la sua ultima gara al Gran Premio del Valentino del ’37.

Magistri al GP di Tripoli del ’36, appoggiato alla coda della sua Alfa “Monza” biposto GP

La morte lo ghermì improvvisamente il 7 giugno del ’38. Non aveva compiuto 44 anni e la sua scomparsa destò viva impressione e sincero cordoglio nell‘ambiente sportivo nazionale. Lasciava la moglie e due figli ancora in età minorile. Il maschio, Gaetano, assunse il compito di custodire cimeli della carriera del padre (l’archivio comprendeva un prezioso album, ora gelosamente custodito dal nipote, Costantino Magistri, che abbiamo avuto il piacere di conoscere e frequentare). Senza il suo apporto, la ricostruzione della vita e della personalità del pilota siciliano sarebbe stato impossibile.

Pilota affidabile e veloce, definito da Pino Fondi “combattente di razza”. Costantino Magistri, pur avendo iniziato la sua carriera all’età di 31 anni, raccolse tre assoluti, cinque podi e molti onorevoli piazzamenti. II suo nome entro pertanto nel “gotha” dei grandi alfieri siciliani, inserendosi fra pioneri come Vincenzo Florio, Francesco Ciuppa ed i “moderni” Antonio Pucci e Ninni Vaccarella. Il pilota di levatura internazionale che più di ogni altro ha saputo interpretare la sicilianità nello sport del volante.

Ritornando a Costantino Magistri, condividiamo il giudizio del autorevole enciclopedia Milleruote che qui riportiamo: “corse sempre da indipendente e, pur disponendo di vetture inferiori a quelle schierate ufficialmente dalle Case costruttrici, si oppose spesso validamente ai più forti piloti dell‘epoca. Gente come Varzi, Nuvolari, Borzacchini, Campari. Ottenne altri lusinghieri piazzamenti e numerose vittorie in gare di regolarità”.

 

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