Cefalù – Gibilmanna

La salita del Santuario

Tratto da Sicilia Motori n°3 (280) – Marzo 2008

di Vincenzo Lombardo

senza-titolo-4Le 27 edizioni (dal ’68 al ’94) di una corsa ideata per scommessa, avviata con 1.750.000 lire, finita per inedia dopo essere stata prova dell’Europeo.

Oggi ci corrono le Storiche ma c’e la speranza tutto nacque per una scommessa, una banalissima sfida tra due amici che avrebbe fatto guadagnare al vincitore 500 mila lire.

Nel 1968 erano soldi, come si suol dire, soldi fermi.

Oggi non farebbero sorridere neanche i più accaniti giocatori del “gratta e vinci”.

Eppure crederci o no la cronoscalata Cefalù – Gibilmanna, corsa automobilistica in salita, che si fregiò per sette edizioni del titolo europeo, trova le sue radici in quella banalissima scommessa.

A raccontarcela, a 40 anni dall’accaduto, e il “barone” Giuseppe Spinosa, ideatore e patron di un evento che riusciva a portare lungo un percorso di 12,5 chilometri, più di 40 mila spettatori ad edizione.

Ero a Palermo, in via Michelangelo, nell’officina meccanica di Angelo Giliberti un pilota che ai tempi correva con l’Abarth 2000 ma fermo per un brutto incidente accadutogli nell’ultima Targa Florio alla quale aveva partecipato.

A Giliberti volevo affidare la preparazione, alle corse, della mia Giulia, cosa che feci anche se non partecipai mai a nessuna gara su “affettuoso” consiglio paterno.

Parlando gli dissi: a Cefalù c’e una bella strada (la Cefalù ­ Gibilmanna).

Subito la risposta di Giliberti, che capì le mie intenzioni: omologarla è impossibile.

Non ce la farai mai, ma se ci riesci ti do 500 mila lire.

Come non accettare la sfida?

Bene, andai a misurare l’intero percorso, feci la planimetria e la portati a D’Anna, allora Segretario dell’Automobile Club di Palermo.

Lui la presentò alla Csai e il percorso venne omologato.

Giliberti dovette pagare le 500 mila lire che non potevano bastare“.

La prima edizione della Cefalù -Gibilmanna costò infatti 1 milione e 750 mila lire!

Bivio Prestia altro angolo caratteristica della cronoscalata

Bivio Prestia altro angolo caratteristica della cronoscalata

II “Barone” bussò alla porta dell’Assessore al Turismo del Comune di Cefalù, Andrea Alcarese, che finanziò la corsa con altre 500.000 lire.

Stesso contributo dall’Azienda del Turismo, mentre, 250 mila lire li mise l’Unione Sportiva Cefalù (associazione che, oggi, non esiste più al suo pasta c’e il Club Juventus ndr).

L’ultima edizione, l’unica non organizzata dal Patron Spinosa ma dal Team Palike di Palermo, la 26°, dopo un anno di silenzio, si disputò nel ’94.

L’ escalation della Cefalù – Gibilmanna, dopa il primo “via” fu immediato.

L’interesse di appassionati, addetti ai lavori, piloti, consacrarono Cefalù “Regina dell’automobilismo”.

Da gara a carattere chiuso, ovvero senza validità per i diversi Campionati, la cronoscalata divenne, in pochi anni, valevole per il Campionato Italiano, poi per quello della Montagna e infine Europeo.

Per poi perdere sul finire degli anni ’80 quel valore che si era conquistata.

Rosolia ripreso in una classico passaggio della corsa

Rosolia ripreso in una classico passaggio della corsa

Fu la caduta di un mito.

Sulle responsabilità ci torniamo dopo. Rifacciamo invece un salto al 1968.

Al 29 settembre, per esattezza, quando per la prima volta venne agitata la bandiera a scacchi sulle colline che proteggono la “Perla del Tirreno”.

Al via ci sono 136 vetture pronte a contendersi il primato.

Ebbe la meglio Pietro Lo Piccolo, recentemente scomparso. A bordo della sua Ferrari Dino riuscì a percorrere i 10.800 metri in 5’59″5 alla media di 95, 132 chilometri orari.

Un buon tempo.

Si lascio alle spalle il termitano Santo Ferlito su Abarth 2000 e il palermitano Salvatore Calascibetta della Scuderia Pegaso, ch’era il favorito per la vittoria, avendo vinto quattro giorni prima, il Campionato Italiano della classe “1000 Sport”.

Tra i commissari di gara con la sua inconfondibile coppola a quadri, c’era anche il barone Antonio Pucci, vincitore della Targa Florio del ’64.

Mauro Nesti taglia l'ennesimo vittorioso traguardo

Mauro Nesti taglia l’ennesimo vittorioso traguardo

La prima edizione segnò, fra gli altri, il debutto di un pilota cefaludese: Giovanni Marino (Simca 1300).

Una passione che immediatamente contaggio altri suoi concittadini; il più noto dei quali divenne Ninni Runfola, che più volte vinse nella sua classe.

Ma il “Barone” sottolinea e tira una sferzata: “vinse solo dopo 9 partecipazioni, bravo pilota ma non arrivava sempre al Santuario”.

La Cefalù – Gibilmanna venne subito eletta dalla stampa a “modello di organizzazione”.

Così titolava il quotidiano L’Ora il 2 ottobre del 1968.

La festa in Piazza Duomo per i 20 anni della corsa. Completa di sfilata

La festa in Piazza Duomo per i 20 anni della corsa. Completa di sfilata

A cui fece seguito il “Corriere dello Sport” il 31 agosto 1969 con due articoli “All’ombra della Florio si pensa all’europeo” e la giovane “ambiziosa scalata siciliana”.

La foto più bella fu quella pubblicata dalle pagine di Auto Sprint.

Fece il giro d’Europa.

Raffigurava il Patron Spinosa con le mani sorrette verso l’alto dalle sorelle Chirico, stiliste che avevano data vita al gala di premiazione abbinando moda e motori.

E perche non citare il “Corriere delle Madonie”, storica testata locale, oggi non più in edicola, che pubblico diverse edizioni di un numero speciale curato da Mario Alfredo La Grua e Mario Lombardo, stampato qrazie al contributo del professore Lo Giudice, che mise a disposizione la sua tipografia.

Altri numeri speciali come “Starter” portavano la firma del compianto Michele Bellipanni.

Tanti i ricordi e i retroscena in quel percorso suggestivo ed impareggiabile capace di mettere a dura prova la resistenza dei bolidi e l’abilita dei piloti, l’entusiasmo degli sportivi, le attrezzature ricettive della Città e la buona organizzazione.

Da sinistra: Benny Rosolia, Mauro Nesti, Natella Calella, sul podio dell'edizione n.20

Da sinistra: Benny Rosolia, Mauro Nesti, Natella Calella, sul podio dell’edizione n.20

Un episodio, se pur all’insaputa del protagonista, coinvolse uno dei più amati piloti siciliani: Ninni Vaccarella ai tempi pilota Ferrari che vinse quella edizione, la terza, nel 1970, con una Abarth 2000 (14 km in 8’23113). Mancava la vettura per far correre Vaccarella.

Chiamai Osella ­ ci dice Spinosache mi chiese un milione di lire. Ma chi li aveva? Accanto a me c’era Pino Maggio, vecchio sportivo, appassionato di automobilismo.

Mise mano al portafoglio e mi diede 300 mila lire. lo il resto. La cosa che mi peso di più fu un assicurazione che dovetti firmare per una causale di 12 milioni di lire.

Durante la gara di Vaccarella, avevo le palpitazioni. Se andava a sbattere oggi non avrei avuto più niente. Avrei dovuto vendere tutto per pagare quella cifra “.

Fortunatamente ciò non avvenne.

Per la cronaca l’arrivo della Sport di Vaccarella non fu così semplice.

Venne bloccata a Catanzaro per uno sciopero dei cittadini calabresi che chiedevano I’ elevazione della Città a capoluogo regionale.

II passaggio dell’auto ­ racconta Spinosa – fu permesso dopa l’intervento del Commissario di Cefalù, il dottor Di Benedetto“.

Anche dietro il riconoscimento del Campionato Europeo della Montagna (1977) c’è una storia, raccontata dall’organizzatore.

Una mattina venni contattato dalla signora Fieni, segretaria della Csai di Milano che mi disse. Domani, bisogna andare a Parigi perche c’e una riunione Cem per assegnare la gara Europea.

Come facevamo ad andare dall’oggi al domani in Francia.

La soluzione la trovammo con Andrea Alcarese.

A Parigi viveva l’avvocato Garifo, cefaludese degato del Club Med.

Lo chiamai gli spiegai tutto e lui si mise a disposizione.

Lo svizzero Jeanneret aò volante della BMW M1, ai tempi della validità europea

Lo svizzero Jeanneret aò volante della BMW M1, ai tempi della validità europea

Si presento alla riunione fece un intervento straordinario e ottenemmo la gara.

Garifo invitò per la settimana della corsa tutta la commissione al Club Med di Cefalù.

Rimasero entusiasti.

Pensi che negli anni riuscimmo a raggiungere i 264 iscritti“.

Un’altro aneddoto riguarda una mancata assegnazione di vittoria, nel 1978, a Mauro Nesti, Re della cronoscalata con 8 trofei in favore di Michel Pignard.

“Nesti era già sul podio pronto a ricevere la corona d’alloro e mentre tutti lo applaudivano il presidente della Commissione Cem, un francese, ­ dice Spinosa – guardo l’orologio e disse: no, no Nesti, Pignard a gagnè (ha vinto).

Presa d’iniziativa tolsi la Corona d’alloro e la misi a Pignard.

L’indomani sulla stampa l’episodio si trasformò in un giallo “.

Non furono sempre a lieto fine i retroscena della gloriosa cronoscalata.

Così come la perdita del titolo Europeo dovuta – afferma Spinosa – ad un commissario tedesco che bocciò la gara per deficit di organizzazione.

Dietro? Secondo Spinosa c’era un avvenimento accaduto l’ anno prima con un delegato Csai.

Uno molto importante, si diceva nipote di un pontefice, a cui non vennero riconosciuti dei rimborsi alberghieri.

Se il fatto fu vero o no, poco importa, certo non fu la causa che determinò la chiusura dell’evento sportivo. A leggere nell’attualità le ragioni potrebbero essere dettate dai tempi che cambiano, dai costi che lievitano, dalla politica e dalle istituzioni disattenti allo sport, contro cui punta il dito lo storico “Patron”.

Sta di fatto che in quella strada dove passarono i bolidi di Benny Rosalia, Mauro Nesti, Giampaolo Ceraolo, Michel Pignard, Jean Luis Bos, Gabriele Ciuti, Alfio Canino, Vic Elford, Enrico Grimaldi e tanti altri, oggi si contano le buche in attesa che la Provincia Regionale di Palermo finanzi il rifacimento di un percorso che potrebbe riaccendere le speranze per una nuova “Cefalù – Gibilmanna”

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