Frecciarossa a Budapest

In parata al traguardo nel GP Ungheria le due Ferrari: Vettel alla media oraria di 184,386 precedeva di 0’906 il compagno di squadra Raikkonen.

Ma il vincitore morale della corsa è il finlandese costretto a fare da <scudo> a Sebastian per un gioco di squadra da rispettare, ma pieno di amarezza per Kim. Bastava vedere il suo volto sul podio per averne conferma. E ora la Ferrari può concedersi tre settimane di apparente relax con Vettel in testa al Mondiale Piloti con 14 punti di vantaggio su Hamilton (202 e 188). Un vantaggio che è aumentato di tre punti grazie all’omaggio che Hamilton ha dovuto fare al suo compagno Bottas cedendogli il terzo posto all’arrivo. Un Gran Premio di difficile interpretazione anche se Vettel è filato via liscio e dopo 20 giri aveva negli specchietti Raikkonen, quindi il vuoto con Bottas terzo a 9″, Verstappen quarto a 12″, Hamilton quinto a 14″. Una Ferrari che ha reagito alla sonora sconfitta di Silverstone con una prova di forza inaudita, una Mercedes che ha pagato dazio su di una pista molto tortuosa dove i sorpassi erano impossibili. Una Mercedes che tirerà fuori la sua grinta a Spa e Monza, circuiti molto congeniali alle caratteristiche delle monoposto tedesche. Mondiale Costruttori: Mercedes guida con 357 punti su Ferrari 318, Red Bull (184). Per Ferrari la doppietta nr 83 della storia. <Sono sulla luna> – ha urlato in italiano dall’abitacolo Vettel, subito dopo il traguardo. Una gara gestita con autorevolezza da Maurizio Arrivabene dal muretto e dagli ingegneri dei due piloti della Rossa in barba all’asfalto che toccava in 57°, all’ingresso della Safety Car. Un Gran Premio sofferto ma meritato.

Sterzo ballerino

Vettel si è accorto subito che qualcosa non andava per il giusto verso alla fine del giro di formazione. Il volante era come se avesse perso lo <zero> puntando maledettamente a sinistra. E giro dopo giro il problema peggiorava tanto che via radio dai boxes gli hanno imposto di evitare i cordoli. E’ stato dopo il ventesimo giro che l’inconveniente è diventato un autentico problema.
E Sebastian per andare dritto doveva girare il volante un bel pò a sinistra. Gli ingegneri di Maranello erano rassegnati, non conoscevano la natura del difetto. E più si inanellavano i giri e più il volante faceva i capricci. Con la curva a destra la situazione appariva normale, ma quando era a sinistra bisognava girare molto di più lo sterzo. Per fortuna il team lo ha  aiutato, placando la rabbia di Raikkonen che con la vettura perfetta, le gomme integre voleva superare il compagno per andare a vincere in scioltezza. Ma Kim ha dovuto, suo malgrado, fare da cuscino. <Per Raikkonen non deve essere stato facile e lo ringrazio> – ha detto Vettel a fine gara. E così è arrivata la seconda doppietta stagionale dopo Montecarlo. Il guasto di Seb è stato provocato dal servosterzo o da un tirante? Lo sapremo oggi. Un salto indietro: nel 1924 sul circuito del Tigullio, Tazio Nuvolari strinse con una chiave inglese il piantone dello sterzo e vinse per poi sventolare il volante come un trofeo a fine gara. Leader delal corsa: dal 1° al 31° Vettel, dal 32° al 33° Raikkonen, dal 34° al 42° Verstappen, dal 43° al 70° Vettel.

Pellegrini portafortuna

Prima della gara, a mezz’ora d’auto dal circuito, a Budapest, la nuotatrice Pellegrini intervistata dalla Caporali (Rai), da bordo vasca, aveva fatto gli auguri a Vettel: <Si vive sul filo di una sottile follia, un giorno si ride, un’altro si piange, siamo un pò lunatici, ma il segreto di noi atleti e di non mollare mai, auguro un grosso in bocca al lupo alla Ferrari. L’eccellenza italiana fa sempre la differenza>.

Dopo 190 minuti dalla doppietta della Ferrari, arrivava la vittoria e quindi l’oro nei 1500 di Paltrinieri in 14’35″85. Piero Ferrari era soddisfatto della bellissima prima fila tutta rossa a pochi minuti dal via e molto fiducioso sul verdetto finale. Ottima la ripresa della Rai sul GP d’Ungheria, arricchita da commenti tecnici molto azzeccati come quelli di Allievi e di Capelli, per ricordarne alcuni.

Fair play rischioso

Decisione sorprendente quella di lasciare il terzo posto a Bottas. Nel momento in cui il finlandese tagliava in quella posizione il traguardo, le telecamere inquadravano il suo team principal Toto Wolff che si alzava con veemenza dalla sedia, alla presenza di Niki Lauda. Motivo? I tre punti che stavano tra i 15 del terzo e i 12 del quarto.
<Mi auguro che alla fine del Mondiale quei tre punti non siano decisivi> – ha tuonato Hamilton. Roba da spararsi in un ginocchio ha riassunto Wolff. E sappiamo bene che a volte il Mondiale si decide anche per uno o due punti. <E’ un risultato che non mi va giù, per 60 minuti siamo rimasti senza dati e senza team radio – ha proseguito Wolff. Dopo Hamilton al traguardo, Verstappen, sempre più aggressivo e scorretto. Alonso, Sainz (un bel risultato), Perez, Ocon, Vandoorne (altra McLaren a punti), Kyvat, Palmer, Magnussen, Stroll, Wehrlein, Ericsson e Hulkenberg. Ritirati Ricciardo (incidente con Varstappen, foratura e perdita liquido radiatore), Grosjean (gomma posteriore sinistra), Di Resta (problema tecnico) e Hulkenberg.

Marchionne felice

Il presidente della Ferrari e di FCA, Sergio Marchionne è arrivato in aereo sul circuito, fiducioso al mattino ed entusiasta nel vedere sul podio i suoi due piloti. <E’ una felicità enorme. Abbiamo due grandi piloti. Sento Vettel che parla italiano, canta l’inno di Mameli, adora la caprese. E più italiano di tanti noi. Assegno un nove a tutto il team, sono molto, molto soddisfatto. Vettel e Raikkonen credo abbiano voglia di restare. La squadra naviga a vele spiegate ed io non voglio rovinarla>. All’Hungaroring il dato più interessante della prima fila tutta rossa è che si è trattato di un risultato ottenuto con assetti differenti.

Siparietto per Alonso

Lo spagnolo Alonso ha festeggiato nel migliore dei modi il suo 36° compleanno firmando il giro più veloce, il 6)° con la McLaren in 1’20″182 kmh e regalandosi un siparietto a fine corsa ricco di autoironia.
Si è messo in posa su una sedia a sdraio, con un cartello che augurava buone ferie, imitando il dipinto che lo ritraeva nell’identica posa dopo il GP Brasile 2015 quando si era ritirato. Aria pesante in casa Red Bull. Ricciardo ha definito <immaturo> il suo compagno di squadra Verstappen: <Max trova modi sempre più creativi per fare cazzate>. I due della Red Bull avevano la possibilità di disputare un super Gran Premio ma Verstappen ha deciso di non farsi sopravanzare da Ricciardo dandogli una <sportellata> e distruggendogli la monoposto.
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