Corno rosso in F1

Malesia e Sepang indigeste per la Ferrari ma non per una quarantina di gradi e per l’altissima umidità equatoriale. Ciao, ciao a quel fine settimana maledetto.

Quella che doveva essere la volata finale si è trasformata in un incubo con Vettel costretto a partire in ultima posizione e con Raikkonen rimasto nei box. Altro che parrucche rosse, quelle indossate da Montezemolo, Todt, Brown e dai piloti di Maranello, sono un lontano ricordo. Occorre il corno rosso per allontanare la jella. Gira tutto storto in casa Ferrari ed il Mondiale sembra più che mai compromesso. Lo dicono i numeri. Hamilton ha aumentato il vantaggio su Vettel, portandolo a 34 punti nella classifica Piloti e mancano solo cinque GP al termine della stagione: Giappone, Suzuka l’8 ottobre, GP Stati Uniti ad Austin il 22 ottobre, GP del Messico, il 29 ottobre a Città del Messico, GP Brasile a San Paolo il 12 novembre e il GP Emirati Arabi ad Abu Dhabi il 26 novembre. Da luglio in poi, Sebastian ha conquistato 94 punti, Lewis ben 142. Vettel, pur volando sulla pista, ha dovuto cedere altri 6 punti. Gira tutto storto nella macro area del Lingotto, la squalifica del presidente della Juventus, il rigore fallito da Dybala nella partita con l’Atalanta, i guai tecnici che attanagliano il Cavallino. Ma la Rossa non ha bisogno di talismani come ha dimostrato la rimonta super di Vettel.

Il rag. Hamilton

L’inglese della Mercedes ha nuovamente indossato i panni del ragioniere. Lo aveva fatto a Singapore, dove si avviava con la massima prudenza, con la seconda marcia, e si è ripetuto in Malesia per evitare contatti indesiderati. Pole position e posto d’onore. E’ stato leader della corsa soltanto dal 1° al 3° giro. Il leader del Mondiale, dopo le ottime qualifiche, non ha mai avuto il passo per vincere. E nel dopocorsa Hamilton si è sfogato dicendo che <serve necessariamente cambiare passo per tornare competitivi, non siamo più veloci come prima>. Ma  anche Bottas ha avuto molto sottosterzo e la sua monoposto non è parsa ben bilanciata. In pratica, dopo l’irruenza in avvio, non è stato supportato dalla vettura concludendo al quinto posto. Hamilton, alla sua pole numero 70, ha detto con onestà che Vettel è stato molto sfortunato. Comunque un Hamilton inquieto: <Attenti, la Ferrari è otto decimi più veloce>.

Verstappen spazia

Quale modo migliore per festeggiare i suoi 20 anni. L’olandesino della Red Bull, in barba alla stagione balorda costellata da innumerevoli guasti e da notevole irruenza, ha lasciato dietro a 12″70 Hamilton girando alla media di 206,889 kmh. Quindi il suo compagno di scuderia Ricciardo (sempre superlativo) a 22″519, che però ha sbagliato al via ma rimediando subito dopo. Max ha ritrovato il sorriso in una stagione dove per la metà delle gare disputate prima di Sepang si era dovuto ritirare, sette su quattordici. Per lui un’emozione indescrivibile. Perez sesto, quindi via via tutti i doppiati, Vandoorne (ha fatto meglio del compagno Alonso), Stroll (gara più che onesta), Ocon (racimola un punto in classifica), Alonso (gara molto fiacca con il dubbio di non aver dato spazio a Vettel nella rimonta), quindi Magnussen, Grosjean, Gasly, Palmer, Hulkenberg e Wehrlein, a due giri concludeva Ericsson. Ritirato Sainz per problemi elettrici. Da segnalare la scorrettezza di Alonso: quando Vettel era in piena rimonta su Ricciardo per il terzo posto, lo spagnolo in fase di doppiaggio lasciava passare Ricciardo e chiudeva Vettel.

Vettel, freccia rossa

Si è avviato per ultimo, ha firmato il giro più veloce il 41° in 1’34″080 alla media oraria di 212.105 kmh, ha concluso al quarto posto. Una freccia rossa il tedesco che ha corso come un matto. Quella di domenica non è stata la miglior rimonta di sempre di vettel: per le statistiche con la Red Bull Seb ad Abu Dhabi nel 2012 partì 24° e si piazzo terzo. Nel 2016 a Singapore il tedesco recuperò 17 posizioni, dal 22° al 5° posto. E’ stato lui l’eroe della domenica ed ha anche rischiato di rimanere senza una goccia di benzina. Da segnalare la scorrettezza di Alonso: quando Vettel era in piena rimonta su Ricciardo per il terzo posto, lo spagnolo in fase di doppiaggio lasciava passare Ricciardo e chiudeva Vettel. Il tedesco è convinto che lo spagnolo l’abbia ostacolato, quando ha deciso di mettersi di mezzo. <Quando lasciò la Ferrari, disse di rimanere suo tifoso. Qui non lo ha dimostrato>. Maledetta la traiettoria con Lance Stroll, nel giro di rientro, a causa di una incomprensione e collisione inevitabile con la Ferrari pesantemente danneggiata al punto da costringere Vettel a chiedere un passaggio a Werhlein per rientrare ai box e con il forte sospetto che il cambio già spedito a Maranello per un controllo debba essere sostituito prima di Suzuka complicando la prossima gara. Avviate in Italia anche le due power unit di Vettel e di Raikkonen per le verifiche indispensabili. Gli spiragli per vettel, comunque, rimangono ancora possibili a patto che vinca tutte le gare che rimangono da disputare. Per ribaltare la situazione occorre una pesante strigliata del presidente Marchionne. Troppi i guai tecnici del team con tre motori <bruciati> in 24 ore con l’enigma di uno stesso problema, un tubo da pochi euro, un condotto che ha mandato all’aria tutto.

Raikkonen al balcone

La Ferrari di Raikkonen non è partita neanche dal box. Dalla prima fila alla pit-lane fino al clamoroso ritiro. Fosse partito avrebbe finito per togliere punti a Vettel. Kimi montava il motore 3. Sulla griglia i meccanici hanno smanettato a lungo, poi hanno preferito riportare la monoposto nel box per ovviare all’inconveniente. Ma ormai si erano accese le luci ed il Gp iniziava senza di lui. <Non so cosa sia successo – ha commentato Kimi – ma il guasto sarà stato serio. Dispiace uscire così perchè la mia vettura era competitiva. Avremmo vinto? Non lo so, ma Vettel ha dimostrato che noi eravamo i più veloci>. Nelle prossime ore, nei prossimi giorni si riuscirà a capire cosa è successo. Lo stesso inconveniente di Vettel nel P3 (guasto omologato come elettrico) oppure il bis di quello accaduto all’inizio della qualifica, ovvero, come già detto, una conduttura in carbonio che si è spezzata facendo sì che il compressore non erogasse aria a sufficienza? Attendiamo, con curiosità, il responso da Maranello. Un dato è certo: per ora la Ferrari è veloce ma appare, inspiegabilmente, fragile.

Marchionne, che beffa!

“Il fatto che domenica le due Ferrari avrebbero potuto battere tutti e’ indiscusso, così come poteva accadere a Singapore – ha detto il presidente Marchionne un’occasione dell’assegnazione della laurea honoris causa a Rovereto. “I problemi tecnici sono dipesi da due fattori, il primo che e’ una squadra giovane ed il secondo e’ legato alla qualità della componentistica che non è al top. Ma stiamo intervenendo. Fare questa figura, cacciare la monoposto a mano dalla griglia e’ veramente da tirarsi i capelli, una beffa!”

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