Ferrari, ciao Mondiale

Un guasto, il quarto in due gare. Vettel esce di scena dal GP del Giappone al quinto giro mentre il rivale Hamilton, trionfa su una Mercedes sempre più speedy. Risultato? L’inglese ha adesso un vantaggio di 59 punti su Sebastian a quattro gare dal termine.

Ciao, ciao Mondiale. E Lewis potrebbe vincere il titolo matematicamente già alla prossima, tra 15 giorni ad Austin. Suzuka, in sintesi, ha consegnato il quarto titolo e la gloria alla Mercedes. Questa disavventura suona come una beffa in quanto Maranello ha perso il Mondiale pur disponendo della vettura più veloce. Solo che domenica l’affidabilità è venuta meno in modo clamoroso. Proprio nel finire della stagione è stata compromessa una stagione. Qualcuno sostiene che gli ingegneri della Ferrari per annullare il gap con la Mercedes hanno forzato oltre il limite. Ora inizieranno i processi interni per scovare chi e come ha sbagliato, a chi addossare la colpa di uno smacco difficile da digerire. Il Giappone fra l’altro è un Paese dove le Ferrari di serie vanno letteralmente a ruba e questo <flop> non sarà digerito dal Marketing prodotto. Non dimentichiamo che il presidente Marchionne sin da Sepang, dove la Rossa aveva bruciato tre motori in 24 ore, aveva annunciato una riorganizzazione del settore <controllo qualità> acquistati dai fornitori della Ges. Gli sportivi e non solo loro vogliono sapere chi ha sbagliato. Una responsabilità che coinvolge tutto il team. Non è il momento di <sparare sul pianista>, ma occorre ricordare le note positive della Rossa: Vettel ha vinto, quest’anno, il GP Australia, il GP Bahrain, il GP Monaco, il GP Ungheria. Un Vettel deluso dopo l’ennesima giornata nera: <Non serve un genio per capire che il Mondiale è andato. Ora un pò di riposo in vista delle ultime quattro gare>. Vettrel è al settimo ritiro da ferrarista. Alonso sempre più frustrato e la Fia lo ha punito per l’ostruzionismo su Hamilton e Verstappen. Nono podio stagionale per l’ottimo Ricciardo, Verstappen  è sempre un osso duro, un martello pneumatico. Il ruolo di Bottas è quello di rallentare Verstappen, mortificante.

Maledetta candela

Quello che più fa rabbia è vedersi sfuggire il Mondiale per una candela difettosa e capricciosa. Una candela, una maledetta candela che aveva affievolito il ruggito del motore della Ferrari sin dal giro prima della partenza. <Il problema si sarebbe risolto in un amen, se fosse stata una candela vecchio stampo, quella a vite> come giustamente ha osservato Alberto Sabbatini, direttore di Autosprint. La vettura di Vettel non aveva potenza già dal giro di formazione così come in partenza. Ma in F1 la candela moderna fa parte di un complesso strutturale difficile da sostituire e non si è riusciti a resettare il sistema  per ritrovare la potenza. E il ritiro al quinto giro di Vettel ed il mesto ritiro nel box hanno offerto i titoli di coda di una giornata sfortunata. <Siamo stati traditi da alcuni componenti ma la bontà del progetto resta< – ha commentato  il team principale della Ferrari, Arrivabene. Aggiungendo: <La candelsa si è rotta insieme alla bobina. La macchina, al di là dei componenti che ci hanno lasciato a piedi, è buona, la squadra è giovane ma motivata, bisogna stringere i denti ed andare avanti. 59 punti sono molti, ma bisogna essere anche umili e riconoscere che a noi sono mancate delle cose e ai rivali no. Occorre adesso girare pagina e ad Austin ce la giocheremo la chance>. Hamilton è stato leader dal 1° al 22° giro, dal 23° al 26° e dal 28° al 53°. Ha preceduto Verstappen, Ricciardo, Bottas (ha firmato il giro più veloce il 50° in 1″33″144 alla media di 224,439 orari), Raikkonen (in gara ha rimontato nove posizioni), Verstappen, Perez. Ritirati oltre a Vettel (che non ha presenziato alla cerimonia dell’inno nazionale giapponese in griglia), Sainz, Ericsson, Holkenberg e Stroll. Appuntamento adesso il 22 ottobre negli Usa ad Austin.

Hamilton s’inchina

Cinquantanove punti di vantaggio nel Mondiale Piloti dopo la passeggiata solitaria nel GP del Giappone per Hamilton e la sua affidabile Mercedes. E Lewis si è inginocchiato davanti alla sua monoposto per ringraziarla, regalandole anche quattro pacche. Un effetto totem, un feticismo da euforia spiegherebbero i psicologi. Un Mondiale ormai in tasca ma con una elevata dose di fortuna. <Potevo sognare si avere un vantaggio così vistoso a quattro gare dall’abbassarsi del sipario – ha spiegato Lewis – le Ferrari sono state forti per tutto l’anno, ma devo togliermi il cappello davanti al mio team, grazie mille a tutti i ragazzi ma grazie anche al fantastico pubblico giapponese che mi ha dato un grande sostegno. Ammetto che nel finale, quando Verstappen mi si è troppo avvicinato, è stato un pò difficile>. Hamilton aveva firmato la pole nr 71 non commettendo nessun errore su un circuito pazzesco dove alcune curve si affrontano ad oltre 300 orari. Hamilton guida con 306 punti, quindi vettel 247, Bottas 234, Ricciardo 192, Raikkonen (domenica quinto) 148, Verstappen 111, Perez 82. Il quarto titolo è vicino per l’inglese e sul podio ha indicato <quattro> con la mano, come dire che il quarto titolo lo ha già messo in cassaforte. Due gli alleati che hanno favorito il suo percorso vincente, Vettel e la Ferrari. Seb ha commesso errori imperdonabili, la Rossa ha aggiunto del suo con una affidabilità da meccanico sprovveduto sotto casa. Una riflessione l’ha fornita Pino Allievi sulla Gazzetta dello Sport: <La speranza è che ora Marchionne e Arrivabene non procedano ad epurazioni d’altri tempi. Si vince e si perde attraverso gli errori. Il dream team di Todt e Schumacher impiegò 5 anni per arrivare alla meta. La Ferrari ha costruito molto per il futuro. Farsi prendere dall’isteria instaurebbge un clima all’interno di terrore e sarebbe un ennesimo autogol>. Hamilton è stato leader dal 1° al 22° giro, dal 23° al 26° e dal 28° al 53°. Ha preceduto Verstappen, Ricciardo, Bottas, Raikkonen, Ocon. Nella classifica costruttori Mercedes a quota540, Ferrari 395, Red Bull 303. Hamilton sarà re negli Usa se vince e Vettel fa sesto o è secondo col tedesco decimo. <L’affidabilità conta in F1 – il commento di Lewis – e noi siamo i leader>.

L’ultima chicca della Stella

Il successo della Mercedes a Suzuka richiama anche l’ultima novità di prodotto che viene commercializzata proprio in questi giorni nel mondo. Si tratta della Classe S. L’ammiraglia sfoggia un design unico con una nuova mascherina del radiatore: in abbinamento ai fari Multibeam lead spiccano tre incisive <fiaccole> per le luci. I due display ad alta definizione con diagonale dello schermo di 12,3″ ciascuno si fondono esteticamente sotto un vetro di copertura comune, formando una plancia con display widescreen. Anche la gestione del Distronic e del tempomat mediante gli elementi di comando integrati al volante rappresenta una novità. Numerosi i sistemi di assistenza alla guida. Nella Classe S fa il suo debutto una nuova gamma di motori con nuovi 6 cilindri in linea diesel e a benzina, nonchè un V8 turbo. Una Classe S che consente di risparmiare carburante in modo intelligente. S450, S500, S560 4Matic, Maybach S560 4Matic, S600, Maybach S650, AMG S634Matic, S 350 d 4Matic, S400 d 4Matic. Prezzi a partire leggermente sotto i 100.000 euro. Da segnalare anche la gestione comfort dei programmi Energizing che collega in rete diversi sistemi per il comfort a bordo derlla vettura e consente al cliente di impostare il wellness in modo personalizzato. L’illuminazione di atmosfera ampliata offre risalto all’abitacolo come fosse un’opera d’arte, combinando 64 tonalità diverse. Di serie si possono caricare telefonini cellulari senza cavo. Con il servizio Concierge a disposizione servizi individuali. Lo sviluppo di questa nuova Classe S ha previsto 1600 componenti nuovi. Nel 2016 è stata la berlina di lusso più venduta a livello mondiale. Dal 2013 ne sono state commercializzate 300.000 unità, sei le versioni di carrozzeria. Un breve test stradale è stato sufficiente per apprezzare la qualità, le prestazioni, il comfort super elevato e premium di una Classe S che offre una guida esclusiva come quella di…Hamilton.

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