Alberto Carrotta, l’ultimo pilota ufficiale

Tratto da Sicilia Motori –  Anno XXVI n° 8-9 (302-303) – Agosto – Settembre 2008

di Piero Libro

Alberto Carrotta

Con i colori ufficiali della Ford nella stagione 1982, ricca di soddisfazioni

Alberto Carrotta è – ad oggi – il solo rallista siciliano ad avere avuto un carriera da professionista. Ripercorriamone le tappe fra risultati eclatanti e rimpianti per non aver potuto disporre dei migliori mezzi. Dai successi in Casa Opel e Ford, fino alle gare da “privato”

La Sicilia, terra ricca di antiche tradizioni motoristiche ma lontana dai centri “decisionali” dello sport automobilistico, ha potuto contare su un esiguo numero di piloti professionisti. Definiti in gergo “ufficiali “, alle dirette dipendenze di una Casa automobilistica o di una Scuderia.

Nel settore velocità l’esempio più eclatante è stato quello di Ninni Vaccarella. Mentre nei rallies l’unico pilota dell’Isola ad aver indossato la tuta ignifuga con i colori di una Casa (prima Opel e poi Ford) è stato Alberto Carrotta. Il pilota palermitano ha vissuto gli “albori” della specialità in Sicilia, correndo per oltre un quarto di secolo, in lungo ed in largo per lo “Stivale”.

È stato uno degli avversari più “duri” di Miki Biasion, futuro bi-Campione del mondo. Ed ha avuto fra i compagni di squadra “mostri sacri” quali Mauro Pregliasco, Maurizio Verini. I suoi inizi di carriera sono votati alle gare di velocità, con risultati soddisfacenti. Poi il passaggio ai rallies che in quegli anni in Sicilia erano agli inizi.

Che cosa ha spinto Alberto Carrotta a passare armi e bagagli ai rallies?

“Il mio sogno da giovane era comunque i rally, anche a quei tempi molto costosi. Ho quindi iniziato con qualche gara di velocità come ripiego, attendendo di comprendere come approdare alla specialità da me preferita. I rallies”

Alberto CarrottaIl 1977 è l’anno cruciale. La prestazione alla Targa Florio Rally e la vittoria nel “Conca d’Oro” con una improbabile Renault 12 Gordini segnano una svolta nella sua carriera. Segue la “chiamata” della Opel.

“Avevo deciso di partecipare alla Targa Florio di quell’anno, senza alcuna velleità di risultato. Alcuni amici e piccoli sponsor mi sostennero economicamente. I mezzi a nostra disposizione erano veramente ridicoli, se paragonati alle numerose vetture delle squadre ufficiali partecipanti a quei tempi ed ai privati di lusso numerosissimi con mezzi di livello simile alle vetture ufficiali.

Inconsapevole dello svolgimento della prima tappa, svolta sul bagnato, solo all’arrivo appresi di essere sesto assoluto davanti alle auto dell’allora famosa scuderia Jolly Club.  Gestore della squadra Alfa Romeo ufficiale. Durante la seconda tappa riuscimmo comunque a stare ai livelli dei migliori, ma l’inadeguatezza del mezzo e l’inesperienza fecero si che il clamoroso risultato si trasformasse in una rovinosa uscita di strada.

Fu in quella occasione che l’allora direttore sportivo della General Motors Italia, Mario Pernice, mi propose una collaborazione per l’anno successivo con la Opel. Subito dopo partecipai al 1° Rally della Conca d’Oro con una R 12 Gordini recuperata dal concessionario Renault. Rapidamente allestita del preparatore Nino Bruno.

La gara si svolse sotto la pioggia battente e condizioni meteo proibitive. Condizioni che ci permisero di sopravanzare i piloti con mezzi superiori”

Alberto Carrotta

Con la Renault Alpine A110 alla Targa di velocità

Segue il periodo da pilota “ufficiale”, prima di Opel e poi di Ford Italia. E la parentesi del 1979 con la Renault 5 Alpine.

“Il periodo da pilota ufficiale fu un periodo molto difficile, l’inserimento nell’ambiente non fu dei più semplici. La preparazione dei mezzi Opel veniva curata dalla “Conrero” con stabilimenti a Torino e io, siciliano. Ero una stranezza tra i piloti a quei tempi generalmente veneti e piemontesi.

Il 1978 con Opel lo disputai con una Opel Kadet 1900 gruppo 2. Mi fecero iniziare nei rallies nazionali, andammo ovunque da sud a nord, e la vittoria assoluta non venne solo in una gara dove picchiai.

Nonostante i risultati, politica volle che per il 79 non vi fosse posto per me in Opel. Nel 79 disputai alcune gare di campionato con una Renault 5 Alpine di Terrasi, preparatore caratterizzato da una passione per questo sport unica e da un estro professionale particolare. Fu una stagione esaltante, ovunque andammo, asfalto o terra che fosse, mettemmo in riga vetture e squadre come Fiat e Opel.

Alberto Carrotta

L’unica gara da “ufficiale” con l’Opel Ascona 400 gruppo 4: 4° alla Targa Florio del 1983

La stagione successiva, l’80, fui ripescato da Opel e con una Ascona gruppo 2 disputai il Campionato Rally internazionali in forma semiufficiale. Rimasi in testa al fino all’ultima gara, ma le risorse economiche non mi permisero di disputare le ultime due gare. Arrivai 2° dietro a Miki Biasion.

Nell’ 81, dopa un esordio apparentemente eccezionale, ma praticamente mortificante, Opel mi fece disputare il rally di apertura del campionato. Il Rally di Sicilia con una Ascona 400 finalmente ufficiale. Ma la notte prima della gara mi sostituirono il cambio, montando sulla mia auto un cambio di serie. La squadra Conrero non disponeva di un cambio di scorta e “Tony”, n° 1 della squadra, aveva rotto il suo.

Il risultato fu un posto assoluto, ma dai tempi che avevamo registrato provando, capimmo che il risultato avrebbe potuto essere migliore. Vista che in Opel vi erano delle preferenze, feci preparare la 400 da Terrasi, ma quell’anno pagammo l’inesperienza sulla vettura.

Decisi di abbandonare il Team Opel, troppo condizionato dalle idee del preparatore Conrero. Andai in Ford dove mi fu offerta una vettura di classe inferiore ma pienamente ufficiale.”

In quegli anni i suoi punti di riferimento erano un pilota alla fine della carriera Mauro Pregliasco ed un giovane come Miky Biasion. Alberto Carrotta avrebbe potuto essere il “Biasion campione del mondo”?

Mauro Pregliasco era un “mostro sacro” di quei tempi. Un pilota professionista che aveva partecipato a tutti i tipi di gare e con ogni tipo di vettura. Dalla Lancia HF alla Stratos e sempre in squadre ufficiali, ovviamente cercavo di fare tesoro di ogni suo insegnamento. Senza gli impedimenti di percorso di vita che ebbi in quel periodo, non posso dire se sarei potuto divenire Campione del Mondo,  ma sicuramente avevo tutte le carte in regola per rimanere ai livelli di Miki”.

Che cosa non rifarebbe, col senno di poi?

“Penserei solo ed esclusivamente alla carriera e non ad altro.”

Dopo gli anni belli, una lunga pausa e il ritorno sporadico in qualche gara siciliana negli anni ’90.

“Quelle gare le feci solo per divertimento, anche se i risultati furono di tutto rispetto. Primo del mio gruppo e secondo assoluto al Rally della Conca d’Oro dietro ad una vettura ufficiale Citroen. In Targa Florio, da privatissimo, vinsi il Gruppo A con una Fiat Ritmo 130 davanti a quella ufficiale dopo essere rimasto con una sola marcia. La nelle ultime 6 prove.”

Come è maturata la decisione di appendere il casco al chiodo? Ed oggi segue i rallies siciliani?

“La decisione venne per problemi esclusivamente di famiglia. Oggi non seguo più i rallies per problemi di tempo relativi al mio lavoro.”

Antonio Stagno a parte, nessun altro pilota siciliano ha “sfondato” poi in campo nazionale. Perche e chi avrebbe potuto farcela?

“Piloti siciliani che avrebbero potuto sfondare ve ne sono stati almeno due. Toto Parisi, a mio parere un vero fuoriclasse. Pilota fortissimo, completa, costante, insomma dotato naturalmente. Mimmo Guagliardo, velocissimo, tecnicamente preparato ma alle volte troppo irruente. Ambedue avrebbero avuto bisogno di essere seguiti e guidati all’interno di questo difficile mondo dove oggi più di prima non conta solo andar forte.”

Tanti campioni di ieri, non ultimo Cunico, hanno deciso di passare alle competizioni per autostoriche. Perché Alberto Carrotta no?

“Qualche volta ho pensato a questa eventualità, ma come già detto, il tempo è tiranno. Ed il mio lavoro me ne porta via tanto.”

Che cosa fa oggi nella vita?

“Curo il settore delle strategie e pianificazioni relative ai programmi di sviluppo per alcune aziende del settore trasporti e turismo.”

Identikit

“Chiusura” da vincente

Dopo un debutto nelle gare di velocità, si mette in luce nei rallies nel 1977. Alberto Carrotta vince il “Conca d’Oro” con una Renault 12 Gordini ed è sesto al Rally di Sicilia, prima di ritirarsi. Questi risultati gli valgono un volante “ufficiale” della Opel per l’anno seguente. Con la Kadett Gte gruppo 2 vince tre rally in Sicilia e quarto al Rally Colline di Romagna. Nel TRN 8° assoluto e 2° di gruppo 2. Nel 1979 su una Renault 5 gr. 2 vince due gare in Sicilia.

Nel 1980 l’Opel gli affida una Ascona, con la quale vince il gruppo 2 in quattro gare (quarto assoluto alla Targa Florio) e conclude al secondo posto nel campionato italiano di gruppo dietro a Biasion. Nell’81 Alberto Carrotta con l’Opel Ascona 400 semi-ufficiale disputa il Cir (quarto alla Targa ed al Ciocca). Nell’82 passa alla Ford, con l’Escort gruppo 1 ( il ° assoluto al mondiale di San Remo).

Poche le gare negli anni seguenti: 1 ° di gruppo A alla Targa neil’84 e chiusura vincente al Rally Cassa Don Rizzo nel 1987.

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