Vittoria di Pirro

La maledizione delle gare asiatiche ha, purtroppo, azzoppato il Cavallino nel Mondiale di F1, vinto nelle due classifiche dalla Mercedes (Piloti e Costruttori).

Il successo di Vettel nel GP del Brasile, cifre alla mano, ha il valore di una vittoria di Pirro, cioè <inutile> ai fini del punteggio. Il tedesco, leader dal 1° al 27° giro e dal 43° al 71° ha preceduto di 2″762 Bottas (che ha sprecato al via una grande occasione quando ha lasciato spazio a Vettel) e di 4″600 il compagno di squadra Raikkonen, bravo nell’opporsi al serrate di Hamilton, quarto al traguardo a 6″468. Seguono Verstappen, con una Red Bull impacciata, pur firmando il giro più veloce, il 64° in 1.11″044 alla media oraria di 218, 349 kmh. Sesto Ricciardo (da ultimo, dopo l’incidente a sesto sul traguardo, sempre encomiabile), Massa, bravo nel tenere a bada Alonso. Nono Perez, sempre ardimentoso, Hulkenberg che ha regalato un punto d’oro alla Renault, Sainz e via via gli altri. Ritirati Ocon, Magnussen,Vandoorne e Hartley.

L’orgoglio di Vettel

Sebastian ha costruito la sua quinta vittoria nei primi 350 metri sorprendendo Bottas. Un Vettel che sulla pista di Interlagos si era già affermato con la Red Bull nel 2010 e nel 2013. Stavolta la sua condotta di gara è stata impostata sulla saggezza. <Ho schiacciato forte sin dall’inizio, ma avevo avuto buone sensazioni già da sabato in qualifica, anche se poi non era arrivata la pole – ha spiegato il pilota della Ferrari nel dopocorsa – questa è la lampante prova del valore della mia monoposto. L’imperativo, adesso, è quello di finire la stagione da protagonisti e guardare con estrema fiducia ad un Mondiale 2018 da vincere. Vettel nel Mondiale attualmente è secondo con 302 punti, la Ferrari nella classifica Costruttori è seconda con 495 punti. Per la quinta volta quest’anno la Ferrari ha portato due vetture sul podio. A Montecarl oe in Ungheria aveva ottenuto il primo e il secondo posto, in Russia e negli Usa il 2° e il 3° posto. Le Rosse non ottenevano cinque vittorie in un anno dal 2010 mentre i 19 podi stagionali non si registravano dal 2008. Raikkonen è il quarto pilota ad arrivare a 40 podi con il Cavallino mentre Vettel ha raggiunto Lauda a quota 32. Con otto vittorie in Ferrari, Vettel rimane ad una lunghezza da Kimi e da Barrichello. Emozioni e lacrime per Massa per l’ultima gara sulla pista di casa.

Segni di ripresa

<Abbiamo rappresentato al top i colori della nostra casa, ovvero di Maranello: ora dovremo fare la stessa cosa anche nell’ultimo impegno di questo Mondiale – ha puntualizzato ai microfoni di Sky Sport, Maurizio Arrivabene, team manager del Cavallino – Vettel ha fatto un ottimo lavoro, una gran bella gara e Raikkonen si è difeso molto bene>. Nella corsa conclusiva di Abu Dhabi, il 26 novembre, il solo obiettivo raggiungibile sarà quello di bissare il successo di domenica scorsa ed ottenere così il record di vittorie dal 2010 ad oggi. Non dimentichiamo che nel 2016 la Ferrari non aveva vinto niente. Ora ci sono evidenti segni di ripresa. Ma non sottovalutiamo la Mercedes che nelle mani di Hamilton è arrivata ad appena 5″4 dalla Ferrari di Vettel dopo essersi avviata dalla corsia dei box e con due diversi tipi di pneumatici e con la temperatura elevata dell’asfalto di Interlagos. Una gara maiuscola quella di Lewis che ha commesso un errore (ricordate lo spot tv a Carosello del commissario che non usava la brillantina Linetti) solo a Mondiale concluso. Vettel e Hamilton, a voi due! Il Mondiale 2018 vi… aspetta, dopo Abu Dhabi.

La rimonta di Lewis

Nel giorno della riscossa Ferrari, Hamilton è stato protagonista di una rimonta stellare. Dall’ultimo posto in griglia con avvio in pitline ai piedi del podio, quarto. Il neo campione britannico non ha perso tempo nel mettere i puntini sulla <i>: <Dovevo dimostrare chi è il pilota iridato. Quella maledetta uscita in Q1, sabato, mi ha mandato in tilt e poco importa che il titolo l’avevo in tasca. Un quarto posto che mi ha restituito l’onore>. Ha recuperato infatti sedici posizioni e stava quasi per acciuffare Raikkonen. A tre giri dalla bandiera a scacchi era vicinissimo a Kim ma con le gomme al limite ha dovuto alzare bandiera bianca, suo malgrado. Bisogna ammettere che Hamilton ha trasformato una partenza in coda in una prova maiuscola di forza per la Mercedes.

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