Catania – Tre Castagni, l’unica edizione nel 1923

Catania – Tre Castagni, il racconto dell’unica edizione – Riproduzione riservata

Il principale scopo dell’Au­tomobile Club di Sicilia non fu solo quello di organizza­re manifestazioni sportive locali, ristrette al modesto ambito della città di Paler­mo, ma anche di sviluppa­re lo sport motoristico in piti orizzonti. In virtti di questa linea, il 23 maggio 1923 il sodalizio isolano die­de vita alla corsa automo­bilistica in salita «Catania­ Tre Castagni» di 17 chilo­metri e dal percorso velo­ce. Quantunque indetta per i soli soci dell’Automo­bile Club di Sicilia, la cor­sa presentò un consistente numero di concorrenti, tutti agguerriti e decisi a vince­re.

L’organizzazione della gara fu affidata al barone Enrico Grimaldi di Nisci­ma, che si avvalse della competenza pitiche collau­data dei palermitani conte Lucio Tasca, e principe di Petrulla. Il giorno che pre­cedette la corsa il barone Grimaldi di Niscima offrì a tutti i partecipanti un rinfre­sco nei saloni affrescati dell’Hotel Bristol. Fra gli in­vitati c’erano: Vincenzo Florio, presidente dell’Au­tomobile Club, il principe di Petrulla, Lucio Tasca, il barone Ciuppa, il barone di Tornaco, il conte Testa­secca. Il padrone di casa, barone di Niscima, diede le ultime disposizioni ai concorrenti e nell’alzare il calice pieno di champagne brindò alla vittoria di tutti. Ma eccoci alla competizio­ne.

La partenza da Via Etnea

Via Etnea, luogo di par­tenza, era stracolma di spettatori. Lo starter ufficia­le, principe di Petrulla, chiamò al «via» il trapane­se Curatolo. La Ceirano partì rombando, e dietro, incalzante, era già pronta la Diatto del Catanese Manfredi Biscari. Il pubbli­co per campanilismo rad­doppiò gli applausi. E subi­to dopo fu la volta del Ba­rone palermitano Giulio Pucci di Benisichi su Fiat. Molta curiosità suscitò Anna Maria Nazzaro. La signora, imperturbabile, vestita di azzurro, innestò la prima marcia e partì decisa a dare filo da torcere ai col­leghi uomini, ma la folla già si preparava ad applaudire i beniamini locali: Martino Modò su Ceirano e Gugliel­mo Paternò Castello di Car – caci su Ansaldo. Dietro ai catanesi prendeva il «via» il nisseno Augusto Romualdo Rigoletti su Diatto.

Poco do­po fu la volta del barone Gio­vanni Sergio di Stridaselli su Fiat, ma, percorsi pochi me­tri, la vettura si fermò a cau­sa del cattivo funzionamento del motore. Il meccanico provò a farla ripartire ma il motore, una volta acceso, ri­tornò a fare le bizze spe­gnendosi. A questo punto il barone Sergio si ritirò dalla corsa. Piuttosto nervoso alla partenza Armando Cirino su Ansaldo. Ebbe un battibec­co con un addetto ma venne subito zittito dal principe di Petrulla. Partf lasciando una lunga fumata nera. Paolo Ca­tania, asso acese, si presen­tò molto concentrato ma se­reno con una fiammante Nazzaro. Il pilota si allontanò come un fulmine con la chia­ra intensione di divorare i 17 chilometri. Seguirono Luigi Lopez su Itala, Giuseppe Za­gara su Sigma, Alfredo Giunta su Ansaldo, Michele Bonassisi su Fiat, Nino Sofia su Fiat, Giuseppe Bona di Giardinello su Ansaldo.

Una corsa velocissima

La corsa risultò velocissima. Il primo a farne le spese fu il catanese Manfredi Biscari. La Diatto al 7° km, in contra­da San Giorgio, sbandò pau­rosamente travolgendo alcu­ne balle di paglia e prese fuoco. Fortunatamente usci­rono vivi dal rogo sia il pilo­ta che il meccanico. Nel frat­tempo il barone Giulio Puc­ci faceva registrare l’ottimo tempo di 12′ 15″. Purtroppo l’unica donna, Anna Maria Magno, doveva ritirarsi a causa della rottura della coppa dell’olio. Intanto a Tre Castagni il catanese Martino Modò su Ceirano si presen­tava il 12′ 14″.

Per un solo se­condo precedeva il barone Pucci. Il nobile palermitano, di origine madonita, era fra i più accreditati alla vittoria per cui Modò cominciava a fregarsi le mani. Male andò al duca Ruggero Paternò Castello di Carcaci. L’Ansal­do del catanese in aperta campagna prese di mira un muretto rimettendoci un co­fano e il pilota al 9° km fu co­stretto a fermarsi del tutto a causa di perdita di ben­zina. Ma il sorriso del cata­nese Modò si pense quan­do arrivò al traguardo il nisseno Rigoletti su Diatto il quale fece registrare il tempo di 12′ 10″.

L’arrivo della Catania – Tre Castagni

Oltre i tre­dici minuti andarono Lo­pez, Bonassisi, Giunta, Bo­na di Giardinello, Di Bella. Fu salutato da un boato della folla l’arrivo del pilo­ta Paolo Catania su Nazza­ro. L’acese si arrampicò in soli 12’5″ alla favolosa me­dia di 74 chilometri orari. Fu soffocato dall’abraccio dei tre fratelli, con i quali conduceva l’agenzia per la vendita delle automobili Nazzaro. Fu piti volte lan­ciato in aria e a stento gli organizzatori riuscirono a portarlo sul podio.

Paolo Catania vinse la bella som­ma di 15.000 lire, una cop­pa d’argento gigante e la medaglia d’oro grande dell’Automobile Club di Si­cilia. Al secondo classifica­to, Augusto Rigoletti, anda­rono 5.000 lire, la coppa d’argento media e la me­daglia d’oro piccola. Al ter­zo, Martino Modò, la ma­gra consolazione della coppa d’argento «Città di Tre Castagni». 

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