Minì racconta il suo stile di guida tra tecnica, setup e gestione delle qualifiche
Notizie - Pubblicato il 27 Agosto 2025 - 12:14
Minì, dal karting alla Formula 2: l’evoluzione di un approccio
Il percorso di Gabriele Minì dal karting alla Formula 2 ha forgiato uno stile di guida preciso, costruito su preferenze chiare e sulla capacità di adattarsi a vetture sempre più complesse. Il pilota marinese della Prema Racing ha spiegato come la sua impostazione derivi dagli anni trascorsi nei kart: “È difficile definire esattamente il mio stile di guida, ma mi piace una macchina che gira bene davanti. È una preferenza che mi porto dietro dal karting e ormai sono abituato a lavorare in questo modo”.

L’importanza del setup e dei test
Minì sottolinea quanto sia importante il lavoro con il team per trovare l’assetto ideale, ma anche la necessità di sapersi adattare quando non è possibile avere la configurazione preferita. “I test servono proprio a questo – spiega – per cercare di avvicinare la macchina alle tue esigenze. Però, quando non si riesce, bisogna adattarsi al bilanciamento. Non è sempre facile, ma è parte del lavoro di un pilota”. E proprio in tal senso uno degli aspetti più complessi riguarda la frenata. Le monoposto di Formula 2, molto più pesanti rispetto a quelle delle categorie propedeutiche, richiedono una tecnica specifica: “Bisogna essere aggressivi, frenare il più tardi possibile, ma sempre in base al bilanciamento. Con certe condizioni o con gomme più dure è facile bloccare, quindi bisogna interpretare ogni situazione in base al tipo di curva, al vento e al setup”.

Qualifiche e gestione delle gomme
Le qualifiche rappresentano per Minì il momento più stimolante del weekend: “In qualifica puoi usare tutto in un solo giro, mentre in gara devi essere più pulito e conservativo. Una situazione molto diversa rispetto alla Formula 2, visto che lì le gomme erano molto morbide e tendevano a graining, quindi si imparava tanto a preservarle. In Formula 2 è diverso, ma quelle basi sono utili. Se comprometti la FP rischi di compromettere tutto il weekend. In qualifica l’obiettivo è avere un buon tempo nel primo tentativo e poi mettere insieme tutto nel secondo push, cercando di stare nei primi cinque o almeno in top 10 per avere chance con la griglia invertita”.
Un altro aspetto chiave riguarda il margine da lasciare in alcuni punti del tracciato: “A volte è importante non spingere troppo in certe curve, perché si rischia di perdere tutto. Non decido a priori dove prendere margine: entro in curva e capisco se devo rischiare o meno. Dipende da sensazioni e condizioni in quel momento”. Minì, ricordiamo, sta vivendo una stagione di forti alti e bassi – soprattutto a causa delle scarse performance della Prema – e nei round conclusivi dell’annata proverà a strappare qualche risultato importante soprattutto per il futuro.