In ricordo di Antonio Stagno, un vero Campione e non solo al volante!
Notizie - Pubblicato il 17 Giugno 2017 - 15:54
Antonio Stagno (57 anni), si è spento stamane stroncato dal male contro il quale ha lottato con coraggio
Fa male ogni qualvolta, e per ragioni anagrafiche accade sempre più spesso, devi premere sui tasti per rendere omaggio ad un Pilota (la maiuscola non è un refuso), costretto ad abbandonare la compagnia prima del tempo. Fa più male se questo Pilota hai avuto il privilegio di conoscerlo personalmente e anche di condividerne alcuni momenti di vita, in particolare di gioie, di piacere, nella comune passione. Fa malissimo se di questo Pilota ne avevi ammirazione; dell’uomo soprattutto. Non ho altro modo che scriverne per rendere omaggio ad Antonio Stagno (57 anni compiuti lo scorso 6 marzo), all’alba di stamani costretto ad arrendersi al cancro che aveva combattuto da par suo: sereno, forte, coraggioso, determinato. Tanto da convincere tutti che lui avrebbe vinto; anche stavolta. Ma queste sono corse impari, contro un’avversario sleale. Le altre le ha vinte quasi tutti, ed alcune restanno impresse, perché vere “imprese”. Dall’unica affermazione assoluta mai ottenuta da un’Alfa Romeo 75 in un rally (Proserpina del 1988), preceduta dalla dominazione dei Trofei monomarca Opel (’85) e Ford (’86), con nel mezzo un titolo di zona con la Kadett-Conrero (’87), e culminata con la vittoria nel “Trofeo Uno Turbo” nel 1989. Un risultato che avrebbe dovuto garantirgli un sedile ufficiale per la stagione successiva, e invece per la prima volta il Gruppo Fiat interruppe la tradizione iniziata con i vincitori ed i protagonisti del Trofeo A/112. Antonio era troppo “anziano” (sfiorando i 30 anni) per investire su di lui, e gli venne offerto non una vettura ed un programma, ma solo un cambio… Un cambio da utilizzare per una eventuale Lancia Delta Gruppo A con la quale a spese sue si sarebbe potuto cimentare nel Campionato Italiano. Antonio rinunciò perché aveva rispetto della sua famiglia e non intese trascinarli in investimenti dal dubbio ritorno. Seguì una breve pausa ma già nel ’92 vinse un altro Trofeo: stavolta quello Peugeot . Dove andava vinceva. E fu così anche dopo: Campione Italiano Velocità Autostoriche nel 1998. Era vice-Presidente della “sua scuderia la Island Motorsporthttp://www.islandmotorsport.it
Campione per natura. Ma non solo al volante. Della sua malattia non faceva mistero e fra un ciclo di chemio e l’altro, una cura sperimentale e tanta fiducia, se capitava si metteva al volante di “qualcosa” correva e vinceva. E come sempre quando terminava la gara scendeva dall’auto fresco come una rosa. Fu ciò che maggiormente m’impressionò quando mi capitò di esserne avversario (si fa per dire…) alla “12 Ore” del 1985: entrambi con le Opel Corsa. Al termine di una lunga speciale notturna eravamo tutti stremati, lui invece sembrava appena uscito da casa. Peccato che il più vicino contasse il distacco con l’orologio dei minuti e non con il cronometro. Era ancora semi-sconosciuto ma si capiva fosse un pilota vero. L’ultima volta al volante di una Porsche 997 alla “Salita del Santurario”, giusto un’anno addietro: arrivò e vinse. Sempre senza sudare troppo. Poi le cose iniziarono a non girare bene. Antonio aveva capito, e pian piano avrà deciso, in cuor suo, ch’era giunto il momento di arrendersi. Chi ha potuto frequentarlo come d’abitudine lo aveva trovato improvvisamente taciturno, già triste. Sapeva. L’ho sentito al telefono due settimane addietro. Avrei voluto ringraziarlo di persona per una cortesia, ma soprattutto incontrarlo. Ma la sua voce ed il suo tono – al contrario del solito – non erano di quelle che potevano rassicurare. In effetti non vi riuscì. Per questo non resti sorpreso, ma certo addolorato quando la notizia Ti raggiunge. Tenendo presente che il tuo di dolore è nulla rispetto a quello dei suoi figli, della sua famiglia, dei suoi tantissimi amici. La moltitudine di persone che lo conoscevano e lo apprezzavano. Non ci staremo tutti, ma ci saremo, lunedì mattino nella Chiesa Maria SS Assunta di Valdesi a Mondello. La storia terrena di Antonio Stagno è finita oggi, il ricordo di una persona speciale resterà indelebile. Adesso, riposa in pace, Campione (dario pennica)