SM, Costantino, Mirabile e il coraggio di chiedere scusa
Notizie - Pubblicato il 26 Aprile 2018 - 12:40
Bugie ed insulti senza scuse. Le mie a Mirabile
Si parte dal dispregiativi più scontati (“giornalaio”) si arriva al “cornuto” sotto veste di “invidioso” (di chi e di cosa?), con nel mezzo un po’ di tutto sino all’insulto del momento: “il bidone della spazzatura al posto del cuore”. Che detto ad uno che oltre ad essere tifoso del Palermo, ovviamente, ha simpatie per la Juventus è un ossimoro (ma nessuno è perfetto…). Più serenamente qualcuno mi suggerisce di “imparare il mestiere” (e mi sa che sono in forte ritardo ormai più vicino alla pensione che alla pratica), o pensa che io abbia preso un’abbaglio (e questo sarebbe possibile).
Sono solo alcuni degli aggettivi e delle opinioni contenute nei numerosi post su Facebook – finché ho letto poi ho rimosso il tag tanto la musica era sempre la stessa, e sono andato a dormire, ma immagino la litania sia proseguita – a sostegno di colui il quale viene indicato come “vittima” di un mio “attacco”: Luca Costantino. Che, fra gli altri, ha il privilegio di godere di tanti amici che gli vogliono bene e lo difendono a spada tratta (alcuni a prescindere e senza aver letto, come spesso avviene sul web. Solidarietà al buio). Evidentemente questa stima e questo affetto se li è meritati. Per meriti umani oltre che di organizzatore.
Vi sembrerà incredibile, visto i fatti, ma anch’io – pur avendolo incontrato poche volte e sempre per poco tempo e avere scambiato si e no qualche parola di circostanza – nutro istintiva simpatia, e seguendone a distanza l’attività ne apprezzo impegno e risultati. In genere simpatia e stima sono sempre sentimenti reciproci. Quindi mi piace pensare che, almeno sino a ieri mattino, erano ricambiati. E perfino che Luca Costantino fosse stato o sia un nostro lettore. Da parte mia nulla è cambiato, Perché non sono ondivago e provo a spiegarmi sempre le ragioni degli altri.
In questo caso, però, credo che Luca Costantino non abbia ragione ma torto. Torto marcio. Con buona pace dei suoi sostenitori (ed eventuali ulteriori contumelie a seguire).
Se avete voglia di leggere spiego le mie ragioni. Viceversa andate direttamente alla fine di queste righe.
O fermatevi qui e come non detto. Anzi: non scritto…
Ci siete?
Luca Costantino è il responsabile della scuderia organizzatrice la CST Sport. Ne derivano onori (e ne riceve tanti) e oneri (al punto di arrivare a stare male, apprendo dal suo post di ieri, penso e spero solo per lo stress organizzativo). Fra gli oneri, mi spiace, può rientraci anche quello di rispondere ad un cronista ficcanaso. Anche se questi sta facendo il suo lavoro e sta cercando di farlo bene (Costantino non la sa o non gli interessa) ed in prima persona perché affare delicato. Verificando e consultando. In ogni caso se non vuoi parlargli, o non puoi, deleghi l’addetto stampa.
Invece decide di non rispondere. Di ignorare. Era stato informato da un comune amico – Eros Di Prima, al quale mi ero rivolto per avere il suo numero e togliermi qualche dubbio (a me i dubbi vengono) sui regolamenti – della lettera pervenuta ai giornali, dell’esigenza di capire. Comprendo dalla diplomatica risposta di Eros (il quale a seguito dei post impazziti si è preso pure lui degli strali che non gli appartengono), che invece di apprezzare la chiarezza e la correttezza Costantino è infastidito (per usare un eufemismo). Eppure ha ricevuto un’informazione forse utile a controllare bene le carte, e verificare che sia davvero tutto in regola, che non sia saltata una virgola. Che a qualcuno dei suoi collaboratori non sia sfuggito qualcosa. Capita, nella concitazione della vigilia. Infatti poi scriverà che “quello dei Mirabile non è stato l’unico errore nell’elenco“. In futuro bisognerà quindi metterci ancora più attenzione.
Non ricevo notizie. Martedì mattino avverto l’esigenza di dare una risposta alla “lettera aperta” pervenuta il giorno prima. Ed annunciata ancora in precedenza da mail generiche alle quali ovviamente non è stato dato seguito. Telefono ai diretti interessati, nell’ordine: Costantino, Maurizio Mirabile, e Marco Cascino il Direttore di Gara. I primi due non rispondono, e può capitare quando si chiama su un cellulare, so che non conoscono il mio numero quindi invio un whats app. Precisando chi sono, perché li cerco, e chiedo la cortesia di essere richiamato. E lascio anche il numero di redazione. Cascino non risponde subito ma richiama immediatamente, non sa nulla ma si preoccupa (giustamente, lo ero io per lui…). Chiama Costantino. Che a lui risponde e lo rassicura. “E’ tutto regolare“. Al solito: “hanno fatto casino i cronometristi” (è così dalla notte dei tempi). Meglio, viceversa sarebbe stato un terribile e pericoloso pasticcio. Però sarebbe opportuno avere una nota ufficiale. Invito il Direttore a farlo presente all’Organizzatore.
Qualche ora dopo chiama Maurizio Mirabile. Toni cortesi, distesi, com’è giusto che sia, mi conferma quanto già so. Ne prendo atto. Suggerisco anche a lui di attivarsi affinché esca una nota ufficiale a chiarimento definitivo. Più a loro tutela che degli organi di stampa che avrebbero potuto riprendere la notizia. Mirabile concorda. Ne avrebbe parlato con l’Organizzatore.
Attendo fiducioso. Non arriva nulla. Nel tardo pomeriggio richiamo il Direttore di Gara. Gli spiego che non posso ignorare la lettera ricevuta, ma vorrei risposte esaustive ed ufficiali. Sollecito il comunicato.
Attendo la sera di martedì ed il mattino di mercoledì. Non arriva nulla.
Scrivo. Mi fido delle dichiarazioni verbali. Perché non dovrei? Costantino è un organizzatore serio, e non credo che i Mirabile. anche se non li conosco personalmente, avrebbero commesso una cazzata simile aldilà di non poter immaginare che qualcuno – peraltro aldifuori dell’ambiente – potesse “denunciare” la magagna…
Così scrivo, violentandomi, che l’illecito non c’è stato pur mettendomi nei panni dei lettori. Gli altri lettori, tutti e non solo gli amici di Costantino: non ho il supporto dei documenti. Chi “accusa” ha dimostrato che al volante c’era Maurizio Mirabile, mentre le carte dicono diversamente. Invece chi dovrebbe smentire il sospetto di illecito non dimostra nulla. Potrebbe quindi restare il dubbio che qualche irregolarità possa esserci stato (per guasconeria o superficialità), e si sia preso tempo per rimediare. È una insinuazione. Quindi antipatica. Sarebbe più opportuno togliere ogni dubbio. E le ombre.
Rischiamo: prendiamo tutto per buono. Ed in buona fede.
Però ritengo necessario “rimproverare”, non “attaccare”, l’ancora silente organizzatore. Perché non si fa così e non ci si comporta così. A quale titolo mi permetto di “rimproverare“? Fate voi: da interlocutore anziano, da cronista ignorato, da appassionato di questo sport (non da meno di voi e certamente da coloro che insultano, le cui storie personali oltre che l’educazione sono ben diverse) e di questo lavoro, e quindi dispiaciuto che resti un velo grigio sulla vicenda? E sull’ambiente nel quale lavoro da 40 anni. Che vorrei difendere nei suoi valori. Non me l’ha data nessuno, ma avverto questa responsabilità, mi sono convinto di avere questo compito. E non soltanto di mettere insieme risultati, classifiche, e foto.
Solo allora Costantino si sveglia, e sceglie Facebook per comunicare. Un post arrabbiato, indispettito, ed accampa motivazioni fragili più che spiegazioni; soprattutto sulla sua settimana difficile (spiace ma pare sia stata quella successiva al rally, non l’attuale). Sostiene, subito smentito e quindi costretto a modificare, di non essere stato contattato! Mente. Spudoratamente. Come già spiegato è stato informato, avvertito, cercato.
Ma se n’è infischiato.
Dal suo punto di vista non aveva nulla da dirci perché SM non è “un tribunale e neppure un organo federale”. Infatti è solo un organo di stampa. E anzi, sempre secondo il responsabile della scuderia CST, dovremmo pure ringraziare in quanto “esistete perché ci sono gli organizzatori” (quindi dobbiamo stare zitti?). Vero; e lui deve ringraziare i piloti sennò non farebbe l’organizzatore, e tutti dobbiamo ringraziarci a vicenda… Non la finiamo più! Come con gli insulti: parte uno e tutti dietro… alè!
Però almeno e finalmente spiega tutto. Con dovizia di particolare. E ci voleva tanto? E quale privacy ha leso, che gli avrebbe impedito di fornire i chiarimenti ed esibire i documenti? Comunque: non esibiti.
Magari poteva aggiungere un superficiale “mi spiace” o un più deciso “mi scusi“. Ma questa è ormai sensibilità rara.
Ho la presunzione, fra le altre, di avere questa sensibilità, di avere ricevuto questo educazione, e nonostante so di aver fatto solo il mio lavoro, e con il dovuto impegno, devo ugualmente chiedere scusa: non a Costantino (lui credo le debba a me anche a nome dei suoi amici), ma a Maurizio Mirabile. E lo faccio adesso, qui. Perché forse dovevo mettere da parte il rigore e la deontologia professionale, e non specificare chi firmava la lettera e soprattutto in quale ruolo (se così si può definire). Sarei stato accusato comunque da altri lettori – o dagli stessi fan di Costantino – di dare spazio a lettera anonime o di proteggere qualcuno. Ho scelto il dovere professionale. Fare cronaca impone precisione dopo la verifica e non superficialità. Soprattutto quando le vicende sono delicate. Lo si impara subito quando si scrive di nera e giudiziaria. Ma vale sempre. Per tutto. E ne ho fatto regola di vita.
Però ho sbagliato a precisare di chi si trattava. Anche se l’ho ritenuto utile a spiegare anche per ammorbidire “l’accusa“. Ma con il senno di poi questa parte invece era inutile. E qui do ragione all’amico del signor Costantino che critica la mia invasione nelle famiglie altrui. E’ vero, sarebbe stato meno peggio omettere. Sarebbe stato un errore, ma meglio uno sbaglio mio invece di mettere in piazza vicende private. Non ho riflettuto abbastanza. Di questo – e solo di questo – faccio pubblica ammenda sullo stesso mezzo e con lo stesso rilievo che ho usato per dare la notizia. A parte ho ritenuto di fare altro, e spero che questo “altro” provochi effetti così positivi da limitare se non annullare gli effetti del mio errore. Perché si sbaglia, Luca. E quando ce ne rendiamo conto o ce lo fanno notare, dobbiamo avere il coraggio, l’educazione, persino l’umiltà di ammetterlo e rimediare, se e per quanto possibile.
Credo che tutti – io per primo – abbiamo imparato qualcosa da questa vicenda. Che spero, soprattutto, sia andata davvero esattamente come raccontata.
Se così è, oggi siamo uomini e donne, prima ancora che organizzatori, piloti, giornalisti (o giornalai?), migliori di ieri. Attivisti della tastiera compresi. E non solo perché nessuno di noi (ed altri ai quali potrebbe capitare…), ripeterà gli stessi errori.
Ciò a me da pace. Spero anche a voi.
Dario Pennica