Febbre della Velocità: la Formula 1 e i “Cavalieri del rischio”

Febbre della Velocità è un’opera a stampo giornalistico grazie a Oscar Orefici e Pietro Rizzo

Uno dei più spettacolari film-documento sulle corse… Quando la Formula 1 era davvero frequentata dai “Cavalieri del rischio”. Lauda, Andretti, Regazzoni, Hunt, Reutemann, Brambilla, Sheckter, Fittipaldi, Patrese, Munari, Villeneuve e tanti altri assi dell’auto in alcuni momenti delle corse più interessanti, tragiche e famose del mondo. Inframmezzati con le interviste dell’attrice Sidney Rome, il film mostra alcuni spezzoni delle competizioni dell’epoca, in particolare gli incidenti.
Il film non è molto conosciuto ed oggi risulta praticamente introvabile.

La
trama non convinse i critici, così come le diverse interpretazioni, ma resta un valido documento sui protagonisti dell’epoca che si confrontano su temi che ancora oggi sono molto attuali come sicurezza, spettacolo e business.

Possono sembrare non adeguati gli interventi di attori come Ugo Tognazzi, o le parole di Stirling Moss che, paragonando la sua epoca a quella in cui è girato il film, dirà che non c’è lo stesso humor, lo stesso divertimento. Resta attuale, invece, la considerazione sull’importanza delle gomme. Una chicca la risposta di Ecclestone alla domanda se per lui nelle corse il denaro è la cosa più importante. Da sola merita la visione.

Fomula 1 – Febbre della Velocità: i dettagli

Il taglio prettamente giornalistico dell’opera si deve ai giornalisti Oscar Orefici e Pietro Rizzo, che con Mario Morra scrissero il soggetto. Orefici due anni dopo scrisse “Pole Position” e “I guerrieri della Formula 1“.

Appassionato di corse e profondo conoscitore dell’ambiente e dei suoi personaggi. E’ stato autore di vari libri sul tema, tra questi: “Storia della Formula 1” (in collaborazione con Luca Argentieri – 1887), “Enzo Ferrari, l’ingegnere rampante” (1988) e “Ferrari, romanzo di una vita” (2007).

Negli anni settanta è stato responsabile del settimanale “Martedì sport”. Proseguì la propria attività lavorando per: Rai, Gazzetta dello Sport, Tele Capo d’Istria e dal 1991 nel gruppo Mediaset. E’ stato inoltre tra i fondatori di Sky Italia (nel 2003), oltre che opinionista e responsabile editoriale della Formula 1 per Sky Sport.

Pietro Rizzo, palermitano, iniziò la sua carriera al quotidiano Telestar per poi diventare inviato della Gazzetta dello Sport per la Formula 1. Si dimise e fondò lo “Studi Erre“, una delle prime agenzie di comunicazione specializzata nello sport e nel motorsport. Fu editore dell’annuario “Velocità e Rally“.

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