Sciacca – Monte Kronio, se 17 non porta bene

Tratto da Sicilia Motori n°4 (281) – Aprile 2008

di Giuseppe Pantano – Riproduzione riservata

Dopo l’edizione del 1992 la cronoscalata, che già si era interrotta per tre anni, non si è più disputata. Il classico tracciato di 4.450 metri oggi ospita uno slalom, ma i ricordi sono tutti coniugati al passato. Su diciassette edizioni ne ha vinte ben tredici. La cronoscalata “Sciacca – Monte Kronio” ha avuto in Enrico Grimaldi, il Principe Catanese, l’indiscusso mattatore.

È stato il beniamino del pubblico di Sciacca dal 1976 al 1992, periodo in cui il primo posto gli è sfuggito solo quattro volte. Per lungo tempo la “Monte Kronio” è stata la principale manifestazione sportiva che si è svolta nel centro termale. Il rombo dei motori è arrivato, per la prima volta, lungo i tornanti che dalla contrada Isabella conducono in cima al Monte Kronio, nel 1973.

È stato l’avvocato Felice Alba, allora Presidente dell’Automobile Club di Agrigento, a volere quella gara nella sua Città. Lo staff organizzativo arrivava a Sciacca qualche giorno prima della corsa, ma poteva contare, in loco, su un gruppo di appassionati che già mesi prima si mettevano al lavoro.

In prima fila Sergio Bosio che, adesso, con molti capelli bianchi, ricorda quei tempi con grande nostalgia. “La prima edizione, quella del 1973 – dice – non potrò mai dimenticarla per due episodi. La Commissione di Vigilanza aveva posto il veto sulla gara per la presenza del pubblico nella zona vicina ad alcuni tornanti.

Ebbene, di notte, con un gruppo di amici, poche ore prima che venisse compiuto l’ultimo sopralluogo, abbiamo collocato la rete metallica in un lungo tratto del percorso. Proprio in quelle ore, però, ci siamo accorti che molti sportivi, che assistevano, anche di notte, alle prove, avevano usato come letti le balle di paglia che avevamo collocato nelle curve. Si rendeva necessario, pertanto, l’intervento dell’imballatrice che abbiamo portato sul circuito la domenica mattina, poco prima dell’inizio della gara“.

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Dall’album dei ricordi: una “vecchia” Ford Escort. Questa è quella condotta da Cicero

Altri tempi, altro entusiasmo. Per vedere in azione Enrico Grimaldi, ma anche Benny Rosalia, il marsalese che per tre edizioni ha battuto il principe, e Domenico Scola, migliaia di ragazzi arrivavano lungo il circuito a notte fonda. Si piazzavano lungo i tornanti, alla fine del rettilineo “delle vigne”, il tratto più veloce, per assistere alla “staccata” dalla quale dipendeva gran parte della gara. In quei 4.450 era vietato sbagliare.

Troppo bello il percorso – diceva sempre Grimaldi – ma breve e dunque particolarmente impegnativo: chi commette un solo errore condiziona la gara“. Grimaldi ha dovuto subire la concorrenza di Rosalia a partire dal 1982. Il Principe aveva già vinto cinque edizioni quando è arrivato quel marsalese che si candidava anche a rubargli il pasta nel cuore dei saccensi. E Rosalia non perdeva occasione per lanciargli qualche frecciatina.

Sembra Picasso – diceva, con riferimento al suo avversario – che non fa mancare pennellate ad ogni curva“. Grimaldi, effettivamente, con grande scrupolo, lasciava una pennellata di colore rosso in qualche curva per ricordarsi traiettorie e “staccate”. Rosalia ha vinto cinque edizioni della cronoscalata.

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Benny Rosolia, il grande rivali di Grimaldi del 1978

Ma ci sono stati anche altri personaggi che hanno fatto la storia della “Monte Kronio” che, dalla fine degli anni novanta, trasformata in slalom, ha perso molto del suo fascino. Il “vecchio” Mimmo Scola, sempre pronto a dare battaglia, e nella prima edizione il locale “Caterpillar” (pseudonimo adeguato per l’enorme mole del compianto pilota). Nel 1977 “Amphicar” venne, vinse, ma non tornò.

Non ha mai vinto, ma ha sempre ottenuto buoni piazzamenti, con la sua Osella, il notaio catanese Francesco Attaguile. Ma allora, negli anni settanta e ottanta, c’erano anche una cinquantina di piloti di Sciacca che davano battaglia sui tornanti del Monte Kronio. Su tutti Calogero Carlino, imprenditore che non badava a spese pur di presentarsi con un’ottima vettura.

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1984: un vero “muro” di folla che assiste al passaggio della Rover di Magrì

I maggiori successi li ha ottenuti con la 500 preparata dai fratelli Antonio e Gioacchino Marino. Carlino ha corso anche con i prototipi e ancora oggi, nonostante l’età, non ha ancora deciso di mollare casco e la tuta. Ma c’erano anche “Fifo” Cannella, Lillo Guarino, Pippo Gennaro e tanti altri.

Alcuni partecipavano soltanto alla “Monte Kronio“: piloti per un giorno l’anno davanti a familiari ed amici. La domenica si inizia va alla otto e si andava avanti sino alle tre del pomeriggio. A fatica l’organizzazione riusciva a contenere il gran numero di partecipanti. Ed i risultati della gara, la prestazione dei piloti di casa, erano argomento di discussione, nei bar della Città per parecchie settimane.

Se ne parlava persino nel convento di “San Calogero” dove l’allora Rettore, don Guglielmo Pisa, non mancava mai, durante la gara, di fare una passeggiatina nella pineta dove si trovava la postazione dei cronometristi al traguardo

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