Salone Automobilistico Siciliano: la “mostra-mercato” di Vincenzo Florio
Le storie di SM - Pubblicato il 26 Gennaio 2021 - 17:34
Salone Automobilistico Siciliano: un’idea di Vincenzo Florio
Da Sicilia Motori numero febbraio 1992. Anno XI, n.2 (127)
di Vincenzo Prestigiacomo
Nel gennaio del 1913 la Commissione Sportiva dello Sport Club fondato nel giugno del 1896 per iniziativa del principe Corrado Spadafora di Policastrelli – allo scopo di dare maggiore incremento all’industria automobilistica in Sicilia, decise di allestire una mostra-mercato d’ automobili ed accessori nel teatro Politeama Garibaldi.
La Commissione Sportiva presieduta da Vincenzo Florio si avvalse della collaborazione di Gaetano Rivera Basile, esperto agente della Isotta Fraschini. E proprio Rivera Basile suggerì il periodo dal 23 marzo all’ 11 aprile per evitare la concomitanza col IX Salone di Torino che si sarebbe allestito nella prima settimana di febbraio. La sala ed il palcoscenico del Politeama Garibaldi furono addobbati con gusto ed ogni espositore cercò di contribuire con cartelloni disegnati da valenti artisti quali Aleardo Terzi, Duilio Cambellotti, Biscaretti, Cimabuco: una mostra nella mostra.
Una partecipazione che superò le aspettative
Fu un grande successo. La partecipazione delle Case costruttrici superò ogni aspettativa: gli stand andarono a ruba e le fabbriche mandarono quanto di meglio, di più raffinato sapevano produrre. Erano rappresentate Fiat, Itala, Isotta Fraschini, Aquila Italiana, Spa, Ford, De Vecchi, Pirelli, Continental, Sigma, Torpedo, Overland, Lancia; il meglio dell’automobilismo. Alle dieci del 23 marzo la piazza Ruggero Settimo era affollata da oltre duemila curiosi. Vincenzo Florio dava gli ultimi ritocchi; mentre Gaetano Rivera Basile si affannava a sistemare il nastro tricolore con al centro lo stemma dei Savoia.
Alle dieci e trenta puntualmente comparve “don Vincenzo” Florio nel fojer e un’ovazione di applausi sommerse le sue taglienti battute. Nel frattempo il cavaliere Lo Faso cercava di far capire che senza il biglietto d’ingresso non era possibile accedere al teatro. I ritardatari potevano recarsi nel vicino botteghino sistemato nella piazza Castelnuovo.
L’inaugurazione del Salone con Vincenzo Florio
Adesso era tutto pronto per l’inaugurazione. Don Vincenzo chiamò la cognata – la bellissima Franca Florio dei baroni Jacona Notarbartolo di San Giuliano – e le porse le forbici d’argento per il taglio del nastro. La scelta cadde sulla mitica Franca in quanto era la patronessa dello Sport Club, patrocinatore della manifestazione.
Le file per entrare erano tre e tutte lunghe e dalle retrovie si intuì che i battenti si erano aperti dal lento muoversi delle colonne formate dai visitatori. Una volta dentro, i visitatori ebbero la sorpresa di trovare anche una mostra floreale non annunciata. Ma anche fra le dame vi fu una specie di gara a chi vestiva più elegantemente.
La divina Franca in competizione con la cognata Giulia Lanza di Trabia, la principessa Trigona di Sant’Elia con l’avvenente baronessa Delia Fassini.
Ford protagonista al Salone Automobilistico Siciliano
I fotografi ufficiali erano Interguglielmi, Lo Forte e Incorpora. I loro flashes erano impazziti a riprendere le belle dame dentro una delle tante vetture. Gli agenti delle Case erano i più impegnati a distribuire sorrisi e informazioni sulle vetture. Il più forbito nel linguaggio era Clemente Ravetto che rappresentava e vendeva con molta fortuna le sue Ford.
Mentre il più scuro in volto appariva il signor Giuseppe Caruso, agente ufficiale dell’Aquila Italiana che non riusciva a convincere i potenziali acquirenti. I non interessati a comprare sbirciavano con discrezione per evitare di cadere nelle grinfie di qualcuno dei molteplici agenti pronti a fare, seduta stante, il pelo … e il contropelo e a dimostrare li per lì tutti i vantaggi delle loro macchine. Alle bouvette il più divertito era l’artista Cimabuco, che con un quadernone in mano riprendeva con forti caricature gli umori dei personaggi.
Allegro e con un enorme pancione, Gaetano Rivera Basile ebbe la trovata estemporanea di farsi disegnare sul viso da Cimabuco una I e una F, le sigle della Casa che rappresenta va. Ma i clienti più corteggiati erano i piloti. Sofia, Stabile, Norman, Ribolla, Airoldi, tutti interessati a conoscere i pregi delle vetture. Accanto alle automobili erano in bella mostra gli accessori: gomme, fanali, trombe, chassis. Fiat, Ford, Lancia, Isotta Fraschini hanno fatto risuonare dei loro nomi gli echi del Politeama Garibaldi; sono state giudicate, apprezzate, denigrate, discusse a torto o a ragione, ma tutte hanno gloriosamente trionfato in questa severissima prova.
Salone Automobilistico Siciliano: un’esperienza che non si replicò
L’ 11 aprile il 1 ° Salone Automobilistico Siciliano chiuse i battenti dando appuntamento all’anno dopo per la successiva edizione, ma invidie da parte di altre esposizioni, come quella di Torino, di Parigi e di Londra, consigliarono don Vincenzo Florio a desistere. Invero Florio temeva che potesse risentirne la «Targa» e soprattutto l’Associazione per il Movimento dei Forestieri da lui stesso presieduta.