Salone Automobilistico Siciliano: la “mostra-mercato” di Vincenzo Florio

Salone Automobilistico Siciliano: un’idea di Vincenzo Florio

Da Sicilia Motori numero febbraio 1992. Anno XI, n.2 (127)

di Vincenzo Prestigiacomo

Nel gennaio del 1913 la Commissione Sportiva del­lo Sport Club fondato nel giugno del 1896 per inizia­tiva del principe Corrado Spadafora di Policastrelli – allo scopo di dare mag­giore incremento all’indu­stria automobilistica in Sici­lia, decise di allestire una mostra-mercato d’ automo­bili ed accessori nel teatro Politeama Garibaldi.

La Commissione Sportiva pre­sieduta da Vincenzo Florio si avvalse della collabora­zione di Gaetano Rivera Basile, esperto agente del­la Isotta Fraschini. E pro­prio Rivera Basile suggerì il periodo dal 23 marzo all’ 11 aprile per evitare la concomitanza col IX Salone di Torino che si sarebbe al­lestito nella prima settima­na di febbraio. La sala ed il palcoscenico del Politea­ma Garibaldi furono ad­dobbati con gusto ed ogni espositore cercò di contri­buire con cartelloni dise­gnati da valenti artisti qua­li Aleardo Terzi, Duilio Cambellotti, Biscaretti, Ci­mabuco: una mostra nella mostra.

Una partecipazione che superò le aspettative

Fu un grande suc­cesso. La partecipazione delle Case costruttrici su­però ogni aspettativa: gli stand andarono a ruba e le fabbriche mandarono quanto di meglio, di più raf­finato sapevano produrre. Erano rappresentate Fiat, Itala, Isotta Fraschini, Aqui­la Italiana, Spa, Ford, De Vecchi, Pirelli, Continen­tal, Sigma, Torpedo, Over­land, Lancia; il meglio del­l’automobilismo. Alle dieci del 23 marzo la piazza Ruggero Settimo era affollata da oltre duemila curiosi. Vin­cenzo Florio dava gli ultimi ritocchi; mentre Gaetano Ri­vera Basile si affannava a si­stemare il nastro tricolore con al centro lo stemma dei Savoia.

Alle dieci e trenta puntualmente comparve “don Vincenzo” Florio nel fojer e un’ovazione di applausi sommerse le sue taglienti battute. Nel frattempo il ca­valiere Lo Faso cercava di far capire che senza il bi­glietto d’ingresso non era possibile accedere al teatro. I ritardatari potevano recar­si nel vicino botteghino siste­mato nella piazza Castelnuo­vo.

salone automobilistico sicilianoL’inaugurazione del Salone con Vincenzo Florio

Adesso era tutto pronto per l’inaugurazione. Don Vincenzo chiamò la cognata – la bellissima Franca Flo­rio dei baroni Jacona Notar­bartolo di San Giuliano – e le porse le forbici d’argento per il taglio del nastro. La scelta cadde sulla mitica Franca in quanto era la pa­tronessa dello Sport Club, patrocinatore della manife­stazione.

Le file per entrare erano tre e tutte lunghe e dalle retrovie si intuì che i battenti si erano aperti dal lento muoversi delle colon­ne formate dai visitatori. Una volta dentro, i visitatori eb­bero la sorpresa di trovare anche una mostra floreale non annunciata. Ma anche fra le dame vi fu una specie di gara a chi vestiva più elegantemente.

La divina Fran­ca in competizione con la co­gnata Giulia Lanza di Trabia, la principessa Trigona di Sant’Elia con l’avvenente ba­ronessa Delia Fassini.

Ford protagonista al Salone Automobilistico Siciliano

I foto­grafi ufficiali erano Intergu­glielmi, Lo Forte e Incorpo­ra. I loro flashes erano im­pazziti a riprendere le belle dame dentro una delle tan­te vetture. Gli agenti delle Case erano i più impegnati a distribuire sorrisi e informazioni sulle vetture. Il più forbito nel linguaggio era Clemente Ravetto che rap­presentava e vendeva con molta fortuna le sue Ford.

Mentre il più scuro in vol­to appariva il signor Giu­seppe Caruso, agente uffi­ciale dell’Aquila Italiana che non riusciva a convin­cere i potenziali acquiren­ti. I non interessati a com­prare sbirciavano con di­screzione per evitare di ca­dere nelle grinfie di qual­cuno dei molteplici agenti pronti a fare, seduta stan­te, il pelo … e il contropelo e a dimostrare li per lì tutti i vantaggi delle loro mac­chine. Alle bouvette il più divertito era l’artista Cima­buco, che con un quader­none in mano riprendeva con forti caricature gli umori dei personaggi.

Al­legro e con un enorme pancione, Gaetano Rivera Basile ebbe la trovata estemporanea di farsi dise­gnare sul viso da Cimabu­co una I e una F, le sigle della Casa che rappresen­ta va. Ma i clienti più cor­teggiati erano i piloti. Sofia, Stabile, Norman, Ribolla, Airoldi, tutti interessati a conoscere i pregi delle vetture. Accanto alle auto­mobili erano in bella mo­stra gli accessori: gomme, fanali, trombe, chassis. Fiat, Ford, Lancia, Isotta Fraschini hanno fatto risuo­nare dei loro nomi gli echi del Politeama Garibaldi; sono state giudicate, apprezzate, denigrate, di­scusse a torto o a ragione, ma tutte hanno gloriosa­mente trionfato in questa severissima prova.

Salone Automobilistico Siciliano: un’esperienza che non si replicò

L’ 11 aprile il 1 ° Salone Automo­bilistico Siciliano chiuse i battenti dando appunta­mento all’anno dopo per la successiva edizione, ma in­vidie da parte di altre esposizioni, come quella di Torino, di Parigi e di Londra, consigliarono don Vin­cenzo Florio a desistere. Invero Florio temeva che potesse risentirne la «Tar­ga» e soprattutto l’Associa­zione per il Movimento dei Forestieri da lui stesso pre­sieduta. 

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