Lancia celebra l’inizio dell’epopea Stratos

Nel settembre 1973 vince il Tour de France automobile, prologo di una carriera ricca di vittorie

La Marca torinese decide di far partire l’orologio della lunga carriera della vincete Lancia Stratos esattamente 50 anni fa nel settembre del 1973, quando l’equipaggio Munari-Mannucci vinse la massacrante maratona del Tour de France automobile. Dopo poco meno di 1.200 chilometri la filante Lancia Stratos HF numero 111 in livrea bianco/rossa (i colori dello sponsor Marlboro) ha la meglio sul manipolo di ben nove Porsche Carrera, 2,7 e 3,0 e una Pantera De Tomaso, condotte da piloti francesi molto più esperti soprattutto delle piste francesi e spagnole. Solo 32 vetture giungono al traguardo mentre 54 sono costrette al ritiro.

All’epoca il Tour de France automobile era una competizione che univa il rally, con trasferimenti, controlli orari e prove speciali a gare in pista su circuiti francesi ma anche spagnoli. Mentre C.O. e P.S. si svolgevano con le regole dei rally correndo contro il cronometro, in pista le vetture si confrontavano fianco a fianco, magari a suon di sportellate. I distacchi finali si sommavano a quelli delle prove speciali.

Munari-Mannucci dimostrano le qualità della giovane vettura che il Marlboro Lancia Team, con a capo Cesare Fiorio, sta mettendo a punto facendola partecipare come prototipo a svariate competizioni in attesa dell’omologazione Gruppo 4 che avverrà dopo oltre un anno nell’ottobre 1974. L’agilità, la tenuta di strada, l’ottimo rapporto peso potenza e la notevole accessibilità degli organi meccanici per gli interventi sul campo si sommano alle funamboliche doti di improvvisazione di Munari che, pur non conoscendo i tracciati, osa più degli avversari anche in pista.

In occasione di questa ricorrenza, il Circuito di Remparts d’Angoulême ha organizzato un’evento speciale, nello storico percorso della Nuova Aquitania, ospitando auto d’epoca, mostre e raduni d’eccezione, alla presenza di numerosi ospiti, tra i quali l’ex pilota Bernard Darniche, che ha legato indissolubilmente il proprio nome alla Lancia Stratos, alla guida della quale ha conquistato due Campionati Europei Rally e ben quattro delle sette prove vinte in carriera nell’ambito del Campionato del Mondo Rally. Darniche corse e vinse con le Lancia Stratos, (i francesi amavano chiamarla proprio bête à gagner) con la livrea dei concessionari francesi quando le Stratos ufficiali avevano passato il testimone, per evidenti ragioni commerciali nell’ambito del Gruppo, alla Fiat 131 Abarth Rally. Le Stratos di Darniche erano preparate dal “Mago di Biella” Claudio Maglioli, già pilota, collaudatore nonché meccanico dall’epoca delle Fulvia HF in Lancia.

Quella vittoria non fu la prima, perché seguì il trionfo ottenuto nell’aprile dello stesso anno nel Rally Firestone, sempre opera dall’equipaggio Munari-Mannucci. La Lancia Stratos HF comincia a diventare vera mattatrice dei rally, inanellando un successo dopo l’altro: vince per tre volte consecutive il Rally di Monte-Carlo, tre volte il Campionato Mondiale Costruttori, dal ‘74 al ‘76 e ancora tre nell’Europeo Piloti. Grazie alla Lancia Stratos, Munari vince nel 1977 anche la Coppa FIA Piloti Rally.

La genesi della Lancia Stratos nasce dal prototipo disegnato da Marcello Gandini per Bertone e presentato al Salone dell’Auto di Torino nel 1970: la vettura si chiama Strato’s, in seguito verrà denominata Strato’s Zero come antesignana della vettura definitiva. Futuribile coupé senza portiere, bassissima e filante, con la meccanica presa dalla Fulvia Coupé 1,6 HF montata posteriormente, diventa l’ispirazione per il Direttore Sportivo Lancia Cesare Fiorio, che da tempo cercava spunti per l’erede della gloriosa, ma oramai a fine carriera, “Fulvietta”.

La vettura definitiva, cucita come l’aderente tuta di un atleta attorno al pilota, così la definisce Nuccio Bertone, fa il suo esordio l’anno seguente. Tutto è progettato per i rally, mantenendo il futuribile profilo a cuneo, la leggera carrozzeria in resina con cofano e baule che mettono facilmente a nudo la meccanica, motore Ferrari V6 centrale posteriore preso dalla Dino 246 e abitacolo due posti secchi con portacaschi all’interno delle portiere.

A partire dalla stagione sportiva 1975, sfoggia i colori bianco e verde dello sponsor Alitalia con il logo tricolore della compagnia aerea di bandiera, sdoppiato ed armonizzato a forma di cuneo per creare una delle livree più iconiche della storia del Motorsport.

Oggi Lancia ci tiene non solo a celebrare quella vittoria, inizio delle pagine scritte dalla Stratos non solo negli annuari del Motorsport, ma anche i richiami stilistici riportarti ora nella Lancia Pu+Ra HPE, il manifesto del marchio per i prossimi 10 anni, una concept car 100% elettrica che incarna la visione del marchio in termini di design, interior home feeling, sostenibilità, elettrificazione ed effortless technology. Il Concept Lancia presenta, nella parte posteriore, proprio iconici fanali rotondi che rappresentano un chiaro rimando all’anima più brutale e radicale del marchio ed alla leggendaria Lancia Stratos.

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