40 anni fa Lancia al Rally Sanremo conquistava il Mondiale Marche

Protagonista la Lancia Rally 037 a trazione posteriore

Sanremo 1983: il Mondiale Rally a ottobre fa l’oramai abituale tappa autunnale per la 25ª edizione del Sanremo Rally, decima prova del WRC 1983. La Lancia ha già realizzato una doppietta a Monte Carlo e riempito il podio al Tour de Corse, poi ancora prima e seconda al Rally dell’Acropoli e prima e terza in Nuova Zelanda. A contenderle il titolo l’agguerrito squadrone tedesco con le Audi quattro A1 che dopo le vittorie in Svezia e Portogallo, ha appena posto pesantemente il suo sigillo nelle ultime due gare: tre Audi sul podio in Argentina e prime e seconde al 1000 Laghi.

Si arriva così al Sanremo, gara caratterizzata da due scenari differenti: le insidiose prove speciale nell’entroterra ligure, tutte su asfalto, nella prima tappa, mentre la seconda e la terza si snodano lungo gli sterrati della Toscana, poi la gara torna nel savonese per le ultime due tappe.

Il dominio Lancia su asfalto è perentorio: dopo i primi 15,75 km della PS1 del Colle d’Oggia le “037” occupano i primi sette posti con Röhrl che precede Bettega e Alén, ottavo il giovane emergente Toivonen su Opel Manta 400 che precede un altro giovane italiano: Dario Cerrato sempre su Opel Manta. Ancora una Lancia in decima posizione: la prima Audi è quella di Michèle Mouton, navigata da Fabrizia Pons che paga già 26”.

Alén supera Röhrl nel corso degli sterrati toscani in cui le Audi rialzano la testa ma non abbastanza. La vittoria finale è schiacciante con tre Lancia Rally 037 sul podio: Alén-Kivimäki precedono Röhrl-Geistdörfer, terzi Bettega-Perissinot. Il bianco, rosso, azzurro e blu della livrea Lancia Martini colora tutto il podio. Al quarto posto si piazza Toivonen che precede il giovane equipaggio Biasion-Siviero ancora sul Lancia Rally 037 coi colori Totip del team satellite Jolly Club.

Con i punti conquistati e la regola degli scarti la Lancia si aggiudica, per la quinta volta, il Mondiale Rally Costruttori. La vittoria è significativa perché conquistata con una vettura tradizionale: motore centrale posteriore longitudinale, sovralimentato con compressore volumetrico e, soprattutto, con la sola trazione posteriore. Già da due anni i rally assistono al dominio della trazione integrale e della sovralimentazione turbo, ma nel 1983 vince la più tradizionale Lancia. Le armi migliori sono: l’agilità e la velocità su asfalto, la prontezza di risposta del compressore volumetrico, ma anche la rapidità e la facilità di intervento su meccanica e ciclistica. La Lancia dimostra quanto l’abilità e l’efficienza dei meccanici svolga un ruolo determinante nelle competizioni.

Presentata al pubblico nel 1982 al Salone dell’automobile di Torino in versione stradale, la Lancia Rally nasce con il motore due litri da 205 CV, un carburatore doppio corpo e compressore volumetrico. Vengono prodotti 200 gli esemplari per ottenere l’omologazione Gruppo B.

La Lancia Rally, spesso conosciuta con la sigla “037” perché proveniente dal progetto Abarth SE037, deriva dalla Beta Montecarlo compatta coupé a motore centrale dall’impronta sportiva tipica degli anni 70. La versione Gruppo B ha la cellula centrale della Beta Montecarlo e due telai a tubi intrecciati per avantreno e retrotreno in cui sono alloggiati meccanica e trasmissione. La chiave, sull’esperienza della Stratos soprattutto, è avere ottima accessibilità a meccanica e ciclistica, per consentire di guadagnare tempo anche nelle assistenze.

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