Drive to Survive 6: la sesta edizione del “Fenomeno Mondiale”

Drive to Survive 6, l’ultimo mondiale di Formula 1 con pregi e difetti

Parallelamente alla tre giorni di test pre-season andata in scena sul tracciato del Sakhir, in Bahrain, Formula One Group – in collaborazione con FIA e Netflix – ha lanciato la sesta stagione della serie “Drive to Survive”, il documentario che da cinque anni a questa parte – con pregi e difetti – racconta tutti i retroscena del mondiale di Formula 1 concluso l’annata precedente (in questo caso la stagione 2023). Un prodotto che ha riscosso notevole successo tra appassionati e addetti ai lavori, soprattutto negli Stati Uniti, dove il Circus mondiale è riuscito a creare un nuovo bacino di utenti con età inferiore ai 30 anni.

Drive to Survive, il focus della sesta stagione

Focus di questa nuova stagione il dominio di Max Verstappen e della Red Bull, capaci nel 2023 di conquistare 19 vittorie in 22 gare grazie alla supremazia della RB19 firmata dal “genio” Adrian Newey, e i tanti “ribaltoni” che si sono registrati ai vertici delle varie scuderie impegnate sulla griglia di partenza. Primo fra tutti le dimissioni di Mattia Binotto dal ruolo di Team Principal della Ferrari a favore di Frederic Vasseur, manager francese che negli ultimi anni aveva occupato la stessa carica in Alfa Romeo Sauber, e l’arrivo di un nuovo management tra le file dell’altra scuderia con sede in Italia, ovvero l’AlphaTauri (la squadra ha salutato Franz Tost per accogliere Laurent Mekies, ex Direttore Sportivo del Cavallino).

Già disponibile alla visione su Netflix

Non mancano inoltre vari riferimenti sui contratti dei piloti (la situazione di Lewis Hamilton in Mercedes, poi ufficializzato in Ferrari per la stagione 2025, oppure quella relativa alla posizione di Nyck de Vries, costretto a lasciare il proprio posto in AlphaTauri a Daniel Ricciardo durante l’annata) e ai fatti che hanno animato l’attività extra-pista dell’ultimo campionato. “Drive to Survive 6”, tralasciando alcune parti eccessivamente romanzate e/o inventate ad hoc per fare audience – ampiamente criticate dagli addetti ai lavori ma ormai diventate “classiche” della serie – è un documentario che ti tiene incollato allo schermo e che ti fa godere non solo l’aspetto esteriore di questo sport, ma anche tutto ciò che c’è dietro le quinte.

© Riproduzione Riservata
Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Condividi questo articolo