Corsi e ricorsi storici

Forse il cambio di nome le porterà fortuna

Per gli amanti della filosofia oggi siamo stati inizialmente tentati dal riprendere il pensiero di Giambattista Vico, filosofo napoletano vissuto a cavallo tra il XVII e il XVIII Secolo, che teorizzava i ricorsi storici come incapacità dell’uomo di non saper leggere i propri errori del passato e quindi ripeterli. Riteniamo però che sarebbe troppo severo e persino ingiusto, nei confronti dell’Alfa Romeo, schierarsi con chi ha attaccato non tanto e non solo il nome Milano, tacciandolo come blasfemo, ma anche osteggiato la scelta, peraltro obbligata, dell’uso della piattaforma Stellantis, comune a tante altre vetture e, soprattutto dell’assemblaggio all’estero e non negli stabilimenti italiani.

Vediamo prima il precedente, perché non è la prima volta che l’Alfa Romeo è costretta a cambiare nome a una vettura dopo averlo fatto scegliere al popolo. Era successo proprio con l’Alfa Romeo Spider 1600 del 1966. Allora il pubblico scelse il nome Duetto, ma l’Alfa dovette dirottare verso Spider 1600 perché una nota casa dolciaria italiana volle affermare il diritto su quel nome utilizzato da una merendina in produzione già da qualche tempo.

Malgrado la causa persa il nome “Duetto” è rimasto non solo nella vox populi ma utilizzato da addetti ai lavori, non sempre virgolettato, per identificare una delle vetture più iconiche del Biscione. Oggi, come abbiamo scritto ieri a seguito del comunicato diramato dall’Alfa Romeo, a fronte di rimostranze provenienti da molte parti, dalla stampa specializzata fino a esponenti del governo, il marketing ha varato il nuovo nome virando verso un altro classico di casa: Alfa Romeo Junior.

Un errore: forse. Strategia per far parlare di sé, forse. Certamente unico arbitro della fortuna di questa nuova vettura sarà il mercato e allora vogliamo ribaltare i ricorsi storici di VIco, ricordando quanto fosse stata osteggiate e bistrattata la piccola Alfasud, piena di difetti concreti, come le lamiere che arrugginivano con facilità, avversa alle tradizioni del marchio perché trazione anteriore, eppure, malgrado tutto ciò, è stata tra le Alfa Romeo più vendute di sempre.

Vorremmo quindi augurare alla nuova nata, né al Portello e neppure ad Arese ma comunque con il marchio Alfa Romeo, di avere anche solo la metà della fortuna che ha avuto l’Alfasud, e che il suo successo, decretato dal mercato, porti i giusti guadagni all’azienda.

Per questo nostro augurio verremo tacciati di servilismo, come molti hanno già fatto nei confronti di chi non si è schierato contro la nuova vettura? Forse, e allora vorremmo dimostrare che il nostro augurio non solo è sincero e, giustamente, molto interessato ma non per questo accettiamo tutto in modo servile.

Per questo rendiamo oggi pubblico un dettaglio che abbiamo notato nel corso della presentazione alla stampa di Giulia e Stelvio nella versione Quadrifoglio. Con l’ultimo aggiornamento Suv e berlina sportiva hanno ereditato da Tonale il cruscotto digitale e tutte le differenti grafiche compresa quella, bellissima, ispirata al passato. Peccato che, non si capisce per quale motivo, pur riprendendo molto fedelmente la grafica, siano state invertite le posizioni di tachimetro e contagiri. Abbiamo persino messo in imbarazzo il Direttore del Museo Storico Alfa Romeo di Arese manifestandogli la nostra perplessità.

La nostra passione è autentica, così come il nostro augurio di successo all’Alfa Romeo Milano, pardon, Junior, Alfa Romeo Junior, così dovremo chiamarla, e chissà in quanti continueranno a chiamarla anche Milano.

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