Targa Florio Motociclistica, la storia – Parte I

Targa Florio Motociclistica: anche le due ruote sul circuito delle Madonie

Tratto da Sicilia Motori – Anno XI n° 8-9 (133,134) – Agosto e Settembre 1992

L’11 novembre del 1918 finiva la grande guerra e il motorismo in Italia riprendeva ad organizzarsi. Due anni dopo era addirittura più popolare del calcio. Campioni come Malvisi, Vailati, Ruggeri, Nuvolari, Nazzaro e Meregalli si alternavano su quattro e due ruote. Così  Vincenzo Florio mirava a potenziare il turismo isolano. Il 4 ottobre 1920 con l’approvazione del Moto Club d’Italia dava vita alla <<1a Targa Florio Motociclistica>> sulle Madonie, su una distanza di 324 chilometri, pari a tre giri del circuito.

Targa Florio Motociclistica, gli inizi

La tassa d’iscrizione era di 200 lire e la corsa era aperta a costruttori di tutte le nazioni. La << 1a Targa Florio Motociclistica >> a causa della concomitanza con il <> non raccolse molti concorrenti, essendo stata decisa soltanto tre settimane prima dello svolgimento.

Non mancò comunque il campione Oreste Malvisi, che Vincenzo Florio ingaggiò quattro giorni prima della corsa sborsando 2000 lire di tasca propria. C’erano altri ottimi piloti come Turano, Vannoni, Mazzola, Barraja, Pillitteri. Sede di partenza fu Cerda e i tempi furono cronometrati dal principe di Petrulla e dal cav. Lucio Tasca.

Alle 6,30 del giorno fissato fu dato il «via» alla Motosacoche di Mazzola. Seguirono nell’ordine: Malvisi su Harley Davidson, Barraja su Bianchi, Vannoni su Motosacoche, Turano su Indian, Pillitteri su Motosacoche, Faraglia su Indian e Ribolla su Bianchi. Sin dal primo giro si portava in testa Oreste Malvisi che dava spettacolo abbordando le curve disteso su un fianco. A pochi metri lo seguiva Vannoni.

Ma ecco la classifica alla fine del 1° giro: Malvisi in 2,2′,22”; 2° Vannoni in 2,2′,32”, 3° Barraja in 2,45′,10”, 4° Mazzola in 3,3′,1”; 5° Pillitteri in 4,50′,20”. Ritirati Turano, Faraglia e Ribolla. Il pubblico, assiepato dietro le transenne di legno, tifava calorosamente per Barraja, centauro locale.

Al secondo giro, durante il quale la lotta tra Malvisi e Vannoni divenne più appassionante, Malvisi era ancora in testa, con 4,35’5″, distaccando soltanto di due minuti il rivale Vannoni. Barraja era terzo, con un distacco netto. Al quarto posto rimaneva Mazzola con 6,26’47”.

Il duello tra Malvisi e Vannoni

Nel corso del secondo giro si ritirava Pillitteri. La sua Motosacoche perdeva molto olio. Il duello tra Malvisi e Vannoni durante il terzo e ultimo giro diventò più elettrizzante. Vannoni sforzava di più la sua potente moto e si portava a ridosso di Malvisi, ma lo sfortunato centauro della Motosacoche, proprio quando stava per raggiungere e sorpassare la Harley Davidson, cadeva rovinando in una scarpata.

Il pilota usciva dall’incidente con qualche ammaccatura alle costole. Nulla da fare per la moto, che fu recuperata ma non volle più sentirne di rimettersi in corsa. Balzava così al secondo posto il palermitano Barraja, che manteneva tale posizione fino alla conclusione della gara. Malvisi tagliò il traguardo della «1a Targa Florio Motociclistica» compiendo l’intero percorso in 7,2’9″.

Il pubblico lo salutò con scroscianti applausi in segno di gratitudine per l’ottimo spettacolo offerto, Malvisi vinse la somma di 1500 lire e la medaglia d’oro (valore 350 lire), che gli furono offerti dall’Automobile Club di Sicilia.

Al palermitano Barraja andarono invece 1000 lire e la medaglia d’argento offerti daII’ACS. Sul podio dei vincitori saliva anche don Vincenzo Florio, che stappava una bottiglia di champagne in onore di tutti i partecipanti rinnovando l’appuntamento per l’anno successivo.

La seconda edizione della Targa Florio Motociclistica

La seconda edizione della «Targa motociclistica» si disputò il 25 settembre 1921 sempre sul percorso Cerda – Caltavuturo – Polizzi – Collesano – Campofelice – Cerda (piccolo circuito delle Madonie di km 108 da ripetersi tre volte). Vi si iscrissero fìor di centauri tra i quali spiccavano i nomi di Malvise, Ruggeri, Maffeis, Nazzaro Biagio, Zanchetti, Faraglia, Garettoni, che furono attratti anche dai ricchissimi premi messi in palio.

Alle 6,30 in punto il principe di Petulla dava il «via» a Gino Finzi su Guzzi, che si lanciava sulle difficili strade rese pesanti dalla pioggia. Tre minuti dopo partiva Remo Ciai ancora su Guzzi, Seguirono Paolo Del Sordo su Ariel e Salvatore Nicoletti su Connaught. I primi quattro centauri pilotavano motociclette di 500 c.c.

La categoria 750

Fu poi la volta della categoria 750, rappresentata da Gino Zanchetti su Galloni, Giuseppe Garettoni su Harley Davidson e dal palermitano Ernesto Baraja su Guzzi. Quando si presentò alla partenza Domenico Malvisi, su Indian 1000, il pubblico festante gli tributò l’applauso più scrosciante a dimostrazione che egli era entrato nel cuore dei siciliani, Malvisi sin dalle prime battute della corsa ingaggiò un duello serrato con Umberto Faraglia e Amedeo Ruggeri.

Al terzo giro la tremenda pioggia cessò come d’incanto e i piloti divennero ancora più audaci. Ci fu un notevole recupero di Biagio Nazzaro che, attardato di oltre trenta minuti, sembrava relegato al ruolo di comparsa. Ma negli ultimi dieci chilometri Nazzaro dovette rallentare a causa della rottura dei freni, così al traguardo si presentava da vincitore ancora Malvisi, che precedeva di tre minuti Faraglia e di nove Nazzaro. Ruggeri dovette accontentarsi della quarta poltrona e Maffeis della quinta. Dei 19 partenti soltanto dodici tagliarono il traguardo.

A conclusione della gara la folla saltava il parapetto delle tribune e portava in trionfo Malvisi che, stravolto dalla stanchezza, si faceva coccolare dai suoi sostenitori. L’anno successivo, il 1922, la Targa Florio motociclistica si corse il 12 novembre. La corsa ebbe un numero più ridotto di partecipanti: 14.

La prima volta dei “grandi” sul Circuito Targa

La punzonatura si fece in via Catania, nella sede dell’ACS, alla vigilia della manifestazione. C’erano Moretti, Morabito, Mano, Ciai, Panella, Perez, Predicchi, Rallo, Ruggeri, Zanchetta, Faraglia, Maggiore, Ribella e Zanghi. Per la prima volta i siciliani vedevano all’opera moto come le Northon, le Dauglas, le Sumbeam, le Triumph. Centauri come Predicchi e Zanchetta, abitualmente glaciali, si scatenarono subito su tutte quelle curve e saliscendi.

Difficoltà ebbe Viotti, che con la sua Galloni 750 dovette lasciare la corsa alla fine del secondo giro. I più agguerriti erano Ruggeri su Hariey Davidson, Maggiore anche lui su Harley Davidson e Faraglia su Northon, A metà del terzo giro Ruggeri tentò il tutto per tutto e nelle curve rischiò qualcosa di più.

Così all’ultimo chilometro distanziò il bravo Maggiore di una manciata di secondi. Al terzo posto si piazzò Faraglia. Don Vincenzo Florio era il più contento di tutti. I centauri battagliavano aspramente tra loro e diedero interesse alla corsa fino in fondo. Meno allegro alla fine appariva Moretti il quale aveva impiegato 9 ore nette per percorrere i tre giri, quasi il doppio del vincitore. E dire che era fra i più accreditati alla vittoria finale.

La “massacrante” quarta edizione della Targa Florio Motociclistica

Don Vincenzo dopo la premiazione diede ancora una volta appuntamento all’anno successivo. Ma la «4° Targa Florio Motociclistica», a causa del percorso massacrante, veniva disertata da centauri prestigiosi come Arcangeli, Varzi e Asso.

Furono puntuali comunque il solito Moretti, Ambrosini, Rudi, De Simone, Bruscoli, Rallo. Zannelli, Ouattrocchi e l’ing. Cockerell, quest’ultimo sempre su Cockerell-sidecar, I cronometristi furono sempre loro: il principe di Petrulla e il cav. Lucio Tasca. Il primo a partire fu il tanto atteso ing.

Cockerell e il sidecar

Cockerell con occhialoni verde-scuro e tuta bianca. Il sidecar di sua costruzione era rosso-amaranto. Ma il simpatico ingegnere dopo 27 chilometri dovette abbandonare la corsa per noie meccaniche. Durante il primo giro si comportavano bene i palermitani Rallo, su Dauglas, e De Simone si Guzzi.

Nel scondo giro la corsa perse un grande protagonista: Moretti. Il centauro, tradito dal proprio impeto, volava fuori strada, a una curva, quand’era in prima posizione con la sua Harley Davidson. Così balzava in testa e vinceva Quattrocchi sempre su Harley Davidson, a dimostrazione dell’egemonia del potente mezzo americano.

Ottima la prova di Rallo su Dauglas che sì piazzava alle spalle di Quattrocchi. Terzo il bolognese Zanelli su A.J,S. La << 5° Targa Motociclistica» disputata li 24 aprile 1924, vide un considerevole numero di centauri alla partenza,18, anche se non fu battuto il record delle iscrizioni del 1921 (19).

Il ritorno della Harley alla Targa

La Harley Davidson ritornò ufficialmente in Sicilia decisa ad agguantare ancora una volta la vittoria e schierò una squadra con tre centauri: il messinese Vittorio Maggiore, il palermitano Enzo Rallo e il bolognese Giuseppe Garettoni.

L’italiana Moto Guzzi portò altrettanti piloti capeggiati da Emilio Zam. Era rappresentata anche la Triumph con il tenace Perez e la Galloni con Predicchi. Tentò ancora una volta il cocciuto ing. Cockerell su Cockerell. Mentre per la prima volta scendeva in Sicilia la Casa costruttrice della Matchiess con la giovane promessa Golinelli. La mattina del 24 aprile le tribune di Cerda straripavano di sportivi.

Sempre molto numerose le signore che sfoggiavano cappellini floreali. Al «via» del cav. Lucio Tasca il cielo appariva perfettamente terso e c’era un caldo piacevole, ma che non era però gradito ai centauri in quanto aumentava la loro fatica. Il primo a partire fu Cockerell, sotto un uragano di applausi. Dopo la partenza di tutti i centauri la lotta si scatenò accanita tra le Harley Davidson e le Moto Guzzi.

La vittoria di Maggiore alla Targa Florio Motociclistica

Andò subito in testa Maggiore. In terza posizione s’inseriva il palermitano Rallo. All’inizio del secondo giro la corsa perdeva un suo protagonista: Perez su Triumph. Il pilota della Casa inglese in una curva a gomito perdeva il controllo della sua Triumph e finiva in un appezzamento di terreno coltivato a Carciofi. Subito soccorso da un medico dell’organizzazione, veniva ricoverato presso l’ospedale di Termini Imerese.

Intanto si comportava bene Cockerell. Il suo sidecar si trovava in sesta posizione. A metà percorso del terzo giro Vittorio Maggiore era costretto a cedere il passo alla Guzzi di Emilio Zam, ma a cinque chilometri dall’arrivo Maggiore rischiava il tutto per tutto e negli ultimi duecento metri superava la Guzzi di Zam. II Messinese al traguardo venne accolto da un effervescente Vincenzo Florio. Un brindisi, una stretta di mano e un ricco assegno di 5.000 lire. Ma sportivamente Maggiore abbraccio l’amico Zam riconoscendogli sangue freddo e abilità di guida.

PARTE II

 

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