Catania – Zafferana, l’Etna e i suoi pionieri

Tratto da Sicilia Motori n°6 (317) – Giugno 2012

catania - zafferanaCorreva l’anno 1922 quando il 18 marzo, in v.le XX Settembre 124, nei sontuosi locali di villa D’Ayala, veniva solennemente inaugurata la sede sociale dell’ACI. Nella splendida Villa si insediarono anche l’Unione Sportiva Catanese e l’agenzia dell’Alfa Romeo. Primo presidente dell’A.C.I. era stato eletto. Francesco Bonaccorsi P.pe di Reburdone. Fra i membri del Consiglio d’Ammistrazione si annoveravano i più bei nomi dell’aristocrazia e dell’alta borghesia catanese. Quei signori, pionieri dell’automobilismo etneo, erano animati da una autentica passione sportiva. Desideravano ardentemente emulare l’esempio del grande Vincenzo Florio.

Fu sotto l’alto patrocinio di questi che il 24 giugno 1923 si effettuò la prima gara di velocità. La 1° Coppa della Unione Sportiva Catanese, Catania – Trecastagni. Una cronoscalata di km 17 con partenza da Piazza Cavour e traguardo in P.zza del Municipio del ridente comune pedemontano. In realtà la gara avrebbe dovuto svolgersi sul percorso Catania – Zafferana, abbandonato per inagibilità ma ripreso nella II Coppa del 1924.

La prima gara

Il giorno prima della gara, l’organizzatore Barone Enrico Grimaldi di Niscima offri ai piloti un rinfresco nei saloni dell’Hotel Bristol. Dopo aver dato le ultime disposizioni, alzando il calice, brindò alla vittoria di tutti. Fra gli ospiti d’onore erano presenti: Vincenzo Florio, il P.pe di Petrulla, il C.te Lucio Tasca, il B.ne Ciuppa, il. B.ne diTornaco, il C.te Testasecca, ed altri notabili.

All’indomani, P.zza Cavour e Via Etnea, come del resto l’intero percorso, erano stracolme di spettatori che, come accade ancora oggi nei rally, incuranti del pericolo, si sporgevano pericolosamente sulla sede stradale per applaudire entusiasticamente tutti i piloti. Ma gli applausi si raddoppiavano al passaggio dei catanesi Manfredi Biscari su Diatto, Guglielmo Paternò Castello su Ansaldo e Martino Modò su Ceirano.

La vittoria di Paolo Catania

Memorabile vincitore di quella prima gara fu l’acese Paolo Catania che, al volante della sua Nazzaro, copri l’ostico percorso dal manto in ghiaietto in 12’5” alla favolosa media di 74 km/h. Paolo Catania fu premiato con una coppa d’argento alta 40cm e con la bella somma di 15.000 lire che generosamente devolse in beneficenza. Ai posti d’onore il nisseno Augusto Rigoletti su Diatto e il Cav. Martino Modò su Ceirano.

La manifestazione registrò un enorme successo e la partecipazione del pubblico fu tale che le cronache la definirono una sagra del motorismo. Finalmente l’automobilismo catanese ebbe il suo imprimatur con una cronoscalata organizzata in casa, sia pure con la collaborazione dei più esperti palermitani.

La II Coppa dell’Unione a Catania

La II Coppa Dell’Unione, totalmente organizzata dai catanesi, dopo numerosi rinvii, causati da lavori stradali e dall’eruzione del vulcano, si disputò l’8 giugno 1924. Ripescando il tracciato originariamente previsto, Catania-Zafferana, di Km 24. Piegando una agguerrita concorrenza, l’acese Salvatore Ignoto si aggiudicò la vittoria alla guida della sua Ceirano con il tempo di 18’25”, alla media di 73 km/h.

Ai posti d’onore Giovanni Catania (Nazzaro) e Costantino Trombetta (FIAT G.P.) Dopo i primi passi si pensa in grande progettando un autodromo in Pantano d’Arci. Il pieno successo della 2° edizione fu merito dei catanesi che gestirono l’organizzazione in piena autonomia, affrancandosi dalla tutela palermitana. Ma eravamo nel pieno della golden age del motorismo e certo l’orgoglio etneo non poteva appagarsi con una cronoscalata che, per quanto riuscita, restava di livello provinciale.

L’autodromo a Pantano d’Arci

Del resto, senza considerare la prestigiosa Targa Florio, i nisseni avevano brillantemente organizzato una bellissima gara su circuito stradale. Ed anche a Messina fervevano i preparativi per una gara su circuito che avrebbe avuto come scenario la stessa città, il suo litorale ed i Peloritani.

Sollecitati nell’orgoglio, i dirigenti catanesi dell’A.C.l. e dell’Unione Sportiva – consapevoli dell’impatto mediatico delle corse sullo sviluppo della rete stradale e sulla diffusione dello stesso i automobilismo – furono pervasi da un fermento di iniziative e di arditi progetti.

Fu così ripresa l’ambiziosa idea di un autodromo da costruirsi sul terreno comunale di Pantano d’Arci. Quella stimolante prospettiva era stata lanciata con un articolo pubblicato nel numero di saggio (ott.23) del periodico “Automobile Club Catania – Rivista Mensile Tecnica Sportiva“.

In un clima di entusiasmo fu redatto un progetto di massima, corredato da un piano dei costi i e dei ricavi. A quel tempo, l’unico impianto permanente, in Italia, era quello di Monza, e ciò basti per dire quanto innovativo e coraggioso fosse quel progetto che prevedeva un anello di alta velocità di circa 8 km raccordati da tre curve.

Ma, passati alla fase esecutiva, insormontabili difficoltà societarie, finanziarie e burocratiche fecero sfumare quella entusiasmante iniziativa che, qualora fosse stata realizzata, avrebbe dischiuso rosee prospettive di sviluppo sportivo ed economico-turistico per la città etnea.

L’idea di un circuito stradale

Ma si ripiega su un circuito stradale. Fu così che i dirigenti dell’A.C.I. si orientarono verso un circuito stradale che ben riflettesse l’immagine di Catania. Dopo attente valutazioni, la scelta definitiva cadde su un tracciato di 36 km che, partendo dalla periferia di Catania all’Acquicella, raggiungeva in salita Misterbianco e Motta. Da là, in discesa, la “militare”, che velocemente si ricongiungeva al traguardo.

Per la realizzazione della gara fu costituito un apposito comitato alla cui presidenza venne designato il Marchese Bartolomeo Ferreri dell’Anguilla. Imprenditore e concessionario della FIAT. Egli si rivelerà un efficiente organizzatore ed animatore della manifestazione. Gli organizzatori, attratti dagli aiuti finanziari e dagli incentivi turistici previsti nell’ambito della primavera siciliana, chiesero all’ACI l’iscrizione a calendario per il 31 maggio 1925.

Nasce la “Coppa Etna” a Catania

Nacque così la Coppa Etna. Un’esaltante gara che, attraverso le 3 edizioni disputate, travalicando gli angusti limiti provinciali ed isolani, si affermò come un evento di caratura nazionale.

Essa offriva ad un folto pubblica, nell’incomparabile scenario della primavera catanese, l’affascinante spettacolo di una sfida che vide la partecipazione dei più celebrati campioni dell’epoca. Renato Balestrero, Giulio Aymini, Costantino Magistri, Aymo Maggi, Bakunin Borzacchini, Diego De Sterlich, Achille Varzi, Tazio Nuvolari, Hulderich Heusser, madame Margot Einsiedel. Altri furono ai nastri di partenza al volante dei più prestigiosi bolidi come le Alfa Romeo, Bugatti, Ceirano, Delage, Diatto, Fiat, Salmson, Maserati ed OM.

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