Targa Florio Motociclistica, la storia – Parte II
Corse di Ieri - Pubblicato il 17 Marzo 2020 - 10:00
Tratto da Sicilia Motori n. XI – XII – Novembre-Dicembre 1992
di Vincenzo Prestigiacomo – Riproduzione riservata
La VI Targa Florio Motociclistica si disputò il 26 aprile 1925, sempre sul Circuito delle Madonie. Fu ancora una magnifica giornata di emozioni e di frenetica lotta.
La VI Targa Florio Motociclistica
Alla partenza si presentarono 21 centauri tutti agguerriti e decisi a vincere il primo premio consistente in 1500 lire ed una medaglia d’oro firmata dal ben noto artista Duilio Cambellotti.
Ma durante la gara la selezione diventò severa a causa della forte pioggia e del fango che causarono varie cadute. Così fra le vittime eccellenti ci furono i tedeschi Henne e Herrever con le BMW 500 cmc. Sin dal primo giro si portò in testa il palermitano De Simone, su Frera 500, chiudendo in 1.40’39”, seguito a quaranta secondi dal friulano Primo Moretti, su una fiammante Guzzi di pari cilindrata.
Al giro successivo, però, Moretti dovette cedere la seconda posizione al tedesco Orl Geisler, compagno di scuderia, per una banale caduta. Fortunatamente la moto non ebbe seri danni per cui il friulano poté riprendere la corsa. All’inizio del terzo ed ultimo giro le cadute dei tedeschi Henne ed Herrever permisero ai palermitani Nicoletti, su Matchless, e Giovanni Sofia, su Guzzi, di inserirsi rispettivamente in quarta e quinta posizione. Ma ecco la classifica generale della VI Targa Florio Motociclistica:
l° De Simone su Frera in 5.23’49”;
2° Geisler su Guzzi in 5.29’30”;
3° Moretti su Guzzi in 5.44’19”;
4° Nicoletti su Matchiess in 6.15’33”;
5° Sofia su Guzzi in 6.36’26”.
L’edizione successiva della Targa Florio Motociclistica
L’anno successivo gli organizzatori scelsero come data della VII Targa Florio Motociclistica l’inizio della primavera (21 aprile 1926). Fu una edizione caratterizzata dalla presenza di Achille Varzi su Sarolea. A Varzi fu affidata una moto 250 monoalbero, un mezzo decisamente competitivo.
Ma il galliatese sulle strade tortuose delle Madonie si trovò a competere con un superbo Pietro Opessi su Triumph 500, e con lo spericolato Luigi Arcanqeli, il romagnolo che sostituì Varzi alla Sunbeam. Tra il galliatese e il romagnolo fui subito guerra a suon di accelerazioni. Varzi era in attesa di passare alla Guzzi, e teneva moltissimo a figurare sul Circuito delle Madonie.
Ma come spesso accade tra due litiganti c’é sempre un terzo ad avere la meglio. Così la gara fu vinta da Pietro Opessi, su Triumph, in 5.09’53” alla media oraria di 62 chilometri. Al secondo posto si piazzò Varzi su Sarolea in 5.12’05”; terzo fu Arcangeli su Sunbeam in 5.14’18”. L’VIII edizione si disputò il 10 aprile 1927, e si presentarono alla partenza 20 centauri, ma le condizioni atmosferiche misero a dura prova l’equilibrio dei piloti.
Tanti ritiri, ma interesse comunque alto
Così vi furono parecchi ritiri ma non mancò l’interesse. Sin dalle prime battute ingaggiarono battaglia il tedesco Paul Koeppen su BMW ed il palermitano Vincenzo Lo Baido su Guzzi. Ma il tenace Lo Baido stava sempre sulle spine in quanto era tallonato a sua volta dall’altro tedesco, Orl Geisler.
Al secondo giro Geisler (su Emag) perse i contatti con i due di testa e venne superato dal messinese Stagno su Garelli. All’inizio del terzo ed ultimo giro i centauri rimasti in gara erano soltanto cinque: Koeppen, Lo Baido, Stagno, Geisler, Cutrano. La severa selezione si dovette soprattutto alle varie cadute di cui furono vittime la maggior parte dei corridori. Come già in passato fra i ritiri più eclatanti quelli dei tedeschi Henne su BMW e Soenius su Victoria. Gli ultimi venti chilometri furono tremendi per i palermitani Lo Baido e Cutrano.
La lotta per il podio
L’astuto Koeppen, tallonato da Lo Baido, iniziò una, serie di serpentine sollevando fango frammisto ad acqua e il povero Lo Baido si vide costretto a rallentare per evitare di finire in una cunetta e compromettere così il secondo posto. Negli ultimi sette chilometri vi furo-no alcuni colpi di scena. Il messinese Stagno, che si trovava in terza posizione, andò fuori strada mettendo K.O. la sua Garelli.
Ne approfittò così Geisler per riprendersi il terzo posto. Ma davanti lo striscione dell’ultimo chilometro il palermitano Cutrano raggiunse Geisler e lo mise alle spalle negli ultimi cento metri di corsa. Ma ecco la classifica finale: l° Paul Koeppen su BMW in 5.30’14”; 2° Vincenzo Lo Baido su Guzzi in 5.31’30”; 3° Giuseppe Cutrano su Frera in 5.34’20”; 4° Orl Geisler su Emag in 5.34’27”. La IX edizione si disputò il 29 aprile 1928 e furono ammessi i centauri con patentino di seconda categoria iscritti alla FICM.
I partecipanti furono diciassette ed il grande protagonista della corsa fu Ernesto Henne su BMW. Il tedesco in grande giornata fece una “galoppata” travolgente, una lotta smagliante non contro gli avversari – già sbaragliati sin dai primi chilometri – ma contro il tempo, per migliorare i records e affermare in maniera inequivocabile l’ascesa irresistibile della motocicletta costruita dalle officine della Bayerische-Motoren- Werke.
La IX edizione della Targa Florio Motociclistica
Il duello di questa IX edizione fu in casa tedesca, tra Henne e Koeppen, entrambi su BMW. Il primo giro provocò le prime selezioni mettendo fuori gara piloti di provata esperienza come Lippi su Guzzi e Nicoletti su Sarolea. Al secondo giro fu la volta di Geisler su Norton e di Bipepi su Guzzi. Ma a questo punto della corsa lo sportivissimo pubblico madonita non risparmiò applausi verso il tedesco Henne, che con pericolose acrobazie abbordava le curve distendendosi ora sul fianco destro e ora su quello sinistro. Nell’aria c’era l’abbattimento dei records precedenti. Così alla fine si ebbe un nuovo primato. Henne impiegò 4.58’43”.
Al secondo posto il connazionale Koeppen, attardato di ben 15 minuti e al terzo l’italiano Sanseverino su Norton distaccato di oltre mezz’ora. La X Targa Florio Motociclistica fu valida per la classifica del Campionato Italiano e registrò anche il record di partecipanti: 29. Il “via” fu dato dal barone Luigi Airoldi la mattina del 7 aprile 1929 alle 1l.00. Sotto una pioggia fastidiosa partì per primo Koeppen, su BMW.
Fu poi la volta dell’italiano De Francesco su Sarolea. Non si presentò invece Nazario su Norton. terzo nella lista. Seguirono con intervalli di due minuti gli altri ventisei concorrenti. Alla fine del primo giro era in testa il tedesco Koeppen. Si ritiravano Da Prato su Marini e Di Prima su Gheraldi. Al secondo giro l’italiano Colombo, su Sunbeam, attaccava Koeppen e dopo un lungo inseguimento riusciva ad agganciare il forte centauro della BMW. Ma i due erano minacciati dell’irruento Klein, su DKW, e dal tenace Zanchetta su Gilera.
La X edizione della Targa
La X edizione viveva sulla lotta tra italiani e tedeschi. Alle loro spalle i quattro campioni crearono il vuoto, anche se rimase interessante il duello tra Moretti, su Bianchi, e “Diavolo Nero”, su Velocette, per la quarta posizione. Al terzo ed ultimo giro Koeppen e Colombo avevano un vantaggio di quattro minuti su Klein e cinque su Zanchetta. Klein però non si diede per vinto e sforzò la sua potente DKW riuscendo a recuperare due minuti alla coppia di testa.
Ma a tredici chilometri dal traguardo Klein chiedeva troppo al suo mezzo e finiva la sua corsa in un campo seminato a grano. Così ne approfittata Amilcare Moretti che superava Zanchetta e si assestava in terza posizione. Ma proprio in vista dello striscione fatidico dell’ultimo chilometro Colombo decelerava per non compromettere il secondo posto. La sua moto aveva problemi di freni e perdeva molto olio. Finiva per vincere il tedesco Koeppen su BMW, impiegando il tempo di 5.23’38”. Due mesi dopo s’inaugurava il Velodromo della Favorita.
L’XI edizione della Targa Florio Motociclistica
Così Vincenzo Florio e i suoi collaboratori ne approfittarono per trasferirvi l’XI edizione della Targa Florio Motociclistica, che si corse il 20 aprile 1930. La gara fu entusiasmante nei primi venti giri e a causa della dura battaglia ci furono molti ritiri.
Infatti dei ventitré concorrenti soltanto cinque conclusero i trentacinque giri, pari a 196 chilometri. Fra i ritirati nomi di campioni come Argante e Panella su Guzzi, Merlo e Sinigardi su Sunbeam, Von Shoeler e Prini su Norton. La corsa, priva di questi centauri, perse un po’ d’interesse e fra gli spettatori – che avevano pagato un salato biglietto – ci fu molta delusione. I cinque piloti rimasti in gara si diedero battaglia per vincere quella che sarebbe stata l’ultima edizione della Targa Florio Motociclistica.
Al trentesimo giro risultava al comando il bergamasco Colombo, su Sunbeam, seguito da Ghersi su Velocette, Cutrano su Benelli, Lagomassimo su Norton e chiudeva l’inseguimento Brusi su Guzzi. La classifica fino all’ultimo giro non cambiò, tagliava così il traguardo da vincitore il bergamasco Colombo che vinceva la bella somma di duemila lire e la Coppa d’argento messa in palio dalla ditta Ducrot.
I titoli di coda
Lo stesso Vincenzo Florio non era in vena di lunghi discorsi. Una settimana prima erano andati all’asta il suo palazzo di via Catania e altri immobili, perché la famiglia potesse pagare alcuni debitori. Il crollo verticale dei Florio fu datato dal 1929 al 1935. Così don Vincenzo fu costretto a rinunciare ad alcune sue creature sportive e fra queste la Targa Florio Motociclistica.