I fidanzati della morte: corse in “salsa” retrò

I fidanzati della morte” è un film del 1957

I fidanzati della morte” è un film del 1957 che dopo una distribuzione globale è scomparso per quasi 60 anni. Diventando una sorta di leggenda nella filmografia legata al mondo dei motori.

La Rodaggio Film lo ha ritrovato in due archivi italiani e attraverso una campagna di crowdfunding lo ha restaurato e distribuito. Ambientato e con molte scene girate nel mondo reale delle corse motociclistiche. Tra cui il Gran Premio delle Nazioni di Monza, l’ultima edizione della Milano-Taranto, le prime gare internazionali di motocross nel torinese, quelle di sidecar nell’Autodromo di Vallelunga.

Il film contò sulla collaborazione diretta della Moto Guzzi e della Gilera (molte le scene inedite girate all’interno degli stabilimenti e degli uffici). E la partecipazione di molti dei campioni delle due ruote dell’epoca, tra cui Geoff Duke, Bill Lomas, Libero Liberati, Enrico Lorenzetti, Keith Campbell, Albino Milani.

In più scene compare anche l’Ing. Enrico Cantoni, il progettista autore di alcuni dei modelli di maggiore successo della casa di Mandello Lario. Consulente sportivo di Romolo Marcellini per il film fu Bruno Francisci, campione dell’epoca. Più volte vincitore alla Milano-Taranto.

Carlo Benni (Rik Battaglia) lascia la casa di produzione Zetavu per una controversia con l’ingegner Angelini (Carlo Ninchi) direttore tecnico ed ex pilota lui stesso. E passa alle dipendenze del suocero Lorenzo (Hans Albers), rappresentante di un’altra casa motociclistica.

Carlo si innamora di Lucia (Sylvia Koscina), figlia del suo ex principale, che lo porta ad abbandonare la moglie ed il suocero. Poco prima dell’inizio della gara su strada della Milano-Taranto, ma la relazione con Lucia si interrompe.

In seguito ad un incidente nell’ultimo chilometro della gara, Benni ì viene anche squalificato In Germania per partecipare alle corse su terra battuta. Viene raggiunto dalla moglie (Margeit Nunke) per fargli da compagna in una gara di sidecar.

Anche grazie alla vincita in denaro, Benni riscatta un prototipo innovativo perfezionato dal suocero, la Freccia costruita per la gara di Monza. Qui Benni ha per avversario proprio Angelini, in gara su un prototipo simile ma ancora non messo a punto. Il pericolo lo attende alla curva parabolica del circuito monzese. Carlo, grazie alla passione comune per i motori e i problemi finanziari da superare, decide di tornare con la moglie.

 

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