Coppa dei Templi, non una passeggiata archeologica

Sicilia Motori, Febbraio 1991 – Riproduzione riservata

Il primo avvenimento motoristico-sportivo nato dall’idea dell’agrigentino Decio Gueli fu di certo la corsa automobilistica in salita Porto Empedocle-Agrigento.

Prese il nome di Coppa dei Templi perché dal centro empedoclino la corsa attraversava la passeggiata archeologica prima del traguardo posto a metà del Viale della Vittoria. Alla competizione, considerata giustamente anche manifestazione di contenuto turistico, prese parte, come ebbe a scrivere poi lo stesso Decio Gueli. In un resoconto pubblicato dal Giornale di Sicilia il 1 giugno 1949. La corsa ebbe luogo nel pomeriggio del 29 maggio.

L’interesse dei piloti siciliani per la Coppa dei Templi

Il fior fiore dei piloti siciliani rappresentanti quasi tutte le provincie dell’Isola destinata a divenire una classica sia per l’interesse tecnico del percorso sia per la bellezza della strada che dal mare della ridente Porto Empedocle. Entra per l’antica Porta Aurea nel cuore della zona monumentale e finisce sulla magnifica “passeggiata agrigentina”.

La corsa su un tracciato di 10.180 chilometri fece registrare una media di quasi 100 km. orari, esattamente 99.099; e ciò nonostante le insidie del percorso che presentava tratti di fondo stradale in pessimo stato. Alla partenza da via Roma a Porto Empedocle il via alle prime macchine fu dato dal dott. Finazzi Agrò e dal dott. Inclima, rispettivamente sindaci di Agrigento e Porto Empedocle dimostratisi sportivissimi accanto agli organizzatori fra i quali il barone Ciccio Agnello, Saro Agrò, Mario Cascino, Cocò Gallo.

coppa templi

Stefano La Motta in azione nel 1949 nei pressi del Tempio di Ercole

L’impegno dell’Automobile Club

La competizione, riservata alla prima edizione ai soci del club, aveva visto l’impegno in prima linea del presidente dell’Automobile Club avv. Giovanni Sinatra e del direttore dott. Castellana. Oltre al sostegno del presidente dell’Ente Provinciale Turismo, Giovanni Zirretta e del presidente del Comitato Sportivo Motoristico Siciliano ing. Reiner. Animatore di tutte le altre manifestazioni automobilistiche siciliane. Alla fine prevalse su tutti il catanese Nicola Musmeci su Maserati con il ferrarista Luigi Bordonaro al posto d’onore.

Eccellenti anche le prestazioni di Antonio Pucci, giunto primo con la sua Cisitalia nella categoria sport sino a 1100. Giuseppe Mucera, Enzo Giordano, Cirino Scionti, Saro Grassi Bertazzi, Giuseppe Cannella, Antonino Fargioni, Guido Marini, Michele Baglio, Franco Faraco, che perirà poi nel Giro di Sicilia a fianco del barone Stefano La Motta, protagonista quest’ultimo nella competi-zione agrigentina di una pro-va sfortunata visto che la sua vettura, una Cisitalia, dopo una magnifica resa nel tratto più difficile lungo le curve di Sant’Anna, s’era sbiellata.

Le basi della competizione

La corsa aveva avuto un costo complessivo di 600 mila lire. Il positivo bilancio della manifestazione indusse ovviamente i responsabili dell’AC agrigentino a gettare le basi per una competizione di più largo respiro aperta alle partecipazioni dei migliori piloti nazionali. La II Coppa dei Templi fu così iscritta nel calendario delle gare con l’ammissione di vetture per le categorie Sport Internazionale e Turismo nazionale di serie.

Dopo aver superato comprensibili difficoltà organizzative ma soprattutto economiche la corsa potè avere svolgimento il 18 marzo 1951, ossia alla vigilia del Giro Automobilistico di Sicilia che ebbe luogo il 1° aprile 1951. Con un monte premi complessivo di un milione la seconda edizione della “Templi” visse praticamente sul duello fra il biellese Giovanni Bracco e Sergio Sighinolfi, apprezzato collaudatore di Modena.

Il duello Bracco – Sighinolfi

Il pilota piemontese, 43 anni, che nella sua carriera conclusa a metà degli anni ’50 sommò 87 affermazioni assolute e di classe rivelandosi in particolare uno specialista nelle gare in salita (famosa la perfomance alle Susa-Mancenisio dell’anno prima) riuscì alla fine a prevalere, a bordo di una Maserati 2000, su Sighinolfi per meno di cinque secondi.

Tuttavia il corridore emiliano si sarebbe rifatto qualche settimana dopo al Giro di Sicilia (accorpato alla Targa Florio) giungendo al traguardo di Palermo al terzo posto asso-luto in coppia con Bertazzoni e primo di classe. Col terzo miglior tempo si classificò Musmeci, vincitore della prima edizione. Il barone Luigi Bordonaro dovette accontentarsi ancora una volta di un onorevole piazzamento (4° posto).

Bracco comunque non riuscì a battere il tempo impiegato da Musmeci nella prima edizione della corsa. Alla cerimonia di premiazione svoltasi nei saloni dell’Hotel des Temples presenziò l’on. Luigi Gallo. In rappresentanza del Governo regionale.

La terza edizione della gara

La Coppa dei Templi s’era ormai affermata poiché univa alla prova tecnica il fascino malioso del percorso in cui i piloti sfrecciavano. La terza edizione della gara fu effettuata il 17 maggio 1953. Anche stavolta dopo non pochi ostacoli burocratici e finanziari che avevano finito per conferire alla competi-zione agrigentina una scadenza biennale. Il monte premi fu di L. 1.040.000. Ma, fatto importante, la corsa era stata inserita nel calendario automobilistico come manifestazione nazionale valevole per il campionato assoluto della Montagna 1953 per le vetture delle categorie Sport internazionale. Sport commerciale e Gran Turismo Internazionale.

La vittoria di Luigi Bordonaro alla Coppa dei Templi

Delle 44 macchine che avevano punzonato 42 presero il via da Porto Empedocle. Mentre ben 40 arrivarono felicemente sotto lo striscione d’arrivo del Viale della Vittoria. Alla fine la corsa fu appannaggio, meritatamente, di Luigi Bordonaro il quale dopo i due precedenti tentativi ottenne il primo posto assoluto con una Ferrari Extra sport 2000 e con un tempo che le cronache dell’epoca definirono incredibile.

Il record

6 minuti, 15 secondi e 2 decimi alla media-record di 105,487 km/h. AI posto d’onore Francesco Siracusa della scuderia Aspromonte su Fiat Stanguellini ed al terzo Baldassare Grimaldi su Osca. In conclusione un’iniziativa che fece segnare un crescente entusiasmo fra piloti e tifosi ed alla quale i quotidiani ed i rotocalchi specializzati dedicarono ampio spazio.

Com’era logico prevedere la soppressione della corsa, che a quel tempo impegnava notevoli risorse organizzative ed economiche, determinò non pochi rimpianti. Qualcuno tuttavia afferma che fatalmente la corsa sarebbe stata abolita perché l’aumento del traffico avrebbe reso inconcepibile quel tracciato. Anche per le pressioni che giungevano, a livello nazionale, da varie parti a seguito della soppressione di tutte le corse su circuiti aperti.

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