La Ferrari è già al lavoro

La Ferrari è già al lavoro

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Il presidente della Ferrari, Marchionne, ha archiviato la stagione 2016, durante l’incontro tradizionale con la stampa per gli auguri di Natale, con una eloquente battuta: <Una figuraccia>.
Non solo per i modesti risultati nel Mondiale ma per quel proclama di vittoria lanciati ad inizio di stagione. Nemmeno una vittoria contro le diciannove della Mercedes.
<Non resta che attendere il nuovo anno – ha detto Marchionne – ma sono convinto che la nuova organizzazione della squadra porterà risultati. Mi sono fidato troppo dei suggerimenti del tecnico James Allison>. Con Mattia Binotto, la situazione è cambiata. Sarà una Ferrai più italiana nei suoi tecnici. <Quante fregature abbiamo preso con gli inglesi> – ha commentato Piero Ferrari.

Giovinazzi, la rivelazione in GP2

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Altra novità riguarda Antonio Giovinazzi, rivelazione dell’anno in GP2 con cinque vittorie ed incredibili rimonte. L’uomo del simulatore, dunque, sarà il terzo pilota del cavallino.
Pugliese di Martina Franca, 23 anni, affronterà una stagione di transizione con la speranza che nel 2018 si possa rivedere un pilota italiano alla guida di una Rossa.
L’ultimo fu Giancarlo Fisichella nel 2009. Si verrebbe così a mettere fine al veto assoluto dell’ing. Enzo Ferrari che non voleva italiani in squadra.

Situazione piloti, cantiere aperto

<La situazione piloti è un cantiere aperto – ha detto Marchionne – Kimi Raikkonen è un’incognita, ha disputato il suo mondiale migliore, ma non sappiamo se continuerà dopo il 2017 a 38 anni suonati. Vettel ha faticato ad esprimere il suo potenziale. E’ prematuro parlare di rinnovo per il 2018, prima deve trovare feeling con la nuova monoposto. Dobbiamo affidargli una vettura competitiva e lui deve guidarla con assoluta serenità>.
Qualcuno azzarda l’ipotesi di uno scambio con Hamilton. Marchionne ha poi svelato che in Ferrari si sta intervenendo su tutto a cominciare dal lato debole dell’aerodinamica.
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La nuova SF16-H debutterà a Fiorano

La nuova monoposto, la SF16-H, sarà svelata il 24 febbrario a Fiorano in occasione di una giornata di riprese televisive.
Nulla è trapelato su come sarà. Ricordiamo che nel 2017 si cambia: le F.1 allargano le gomme e le sospensioni con l’aerodinamica verranno modificate.
Alla Ferrari, dopo i test privati a Fiorano, sta tornando l’idea di fare un passo nel recente passato rendendo attuale la vecchia sospensione anteriore col pull rod. Ma è prematuro azzardare previsioni a riguardo. Ne sapremo di più a gennaio.
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Trimestre record per il Cavallino

Per quanto riguarda il prodotto Ferrari, l’obiettivo rimane sempre quello di vendere un’auto in meno di quello che chiede il mercato.
La soglia di quest’anno è fissata a 8.000 unità mentre per superare la quota psicologica di 10.000 pezzi bisognerà attendere il 2020-2025.
A partire dal 2019 arriveranno i modelli ibridi nella gamma. Un modo per allargare l’offerta e ridurre, di riflesso, le emissioni di C02.
La trimestrale annunciata in novembre ha confermato che l’obiettivo sarà raggiunto. A fine anno il margine operativo lordo sarà a 850 milioni di euro, il rapporto fra utile e f1-2017-b10capitalizzazione sarà superiore a 11 volte. I ricavi sono saliti dell’8% e l’utile netto del 20%.
Cifre che a Wally Street hanno fatto salire il titolo oltre i 53 dollari. Entro la fine del 2017 l’obiettivo dovrebbe essere quello di arrivare ad un miliardo di margine operativo.

Alfa, ritorno in F1?

Potrebbe rientrare sfruttando la collaborazione con la Ferrari. Ma non adesso. Prima il marchio storico dovrà produrre cash, con i modelli Giulia e Stelvio.
L’idea nel cassetto è quella di diventare un’ottima fucina per giovani piloti di casa nostra che faticano a trovare spazio. L’Alfa Romeo ha partecipato al Campionato mondiale di F 1 a più riprese, sia come scuderia costruttrice che come fornitrice di motori, dal 1950 al 1988.
Nel 1950 Nino Farina vinse l’edizione inaugurale del Campionato mondiale di F 1 su un’Alfa Romeo 158 sovralimentata. Anche l’edizione successiva fu conquistato dall’Alfa, con Juan Manuel Fangio su una 159. Nel 1952 l’IRI, l’ente pubblico che era proprietario dell’Alfa Romeo, decise di ritirare la scuderia dalla Formula 1. L’Alfa Romeo tornò in pista negli anni sessanta, fornendo ad alcune scuderie minori il motore montato su LDS, Cooper e De Tomaso. Nel decennio successivo si ripropose come fornitrice di motori. Nel 1970 e nel 1971 l’Alfa offrì un V8 derivato da quello installato sulla Tipo 33.
Nella prima stagione fu montato sulla McLaren guidata da Andrea De Adamich, mentre nella stagione successiva fu installato su una March condotta dallo stesso pilota. Ecclestone, proprietario della Brabham, fece un accordo con l’Alfa per la fornitura di motori dal 1976 al 1979, progettati da Carlo Chiti. Nel 1977 iniziò la progettazione della vettura per il ritorno dell’Alfa in F 1 come costruttore.
Lo studio per la nuova monoposto fu affidato all’Autodelta. La vettura era la 177, che debuttò al Gran Premio del Belgio del 1979. Il resto è marginale.

Come rilanciare i Gran Premi

La F1 vive di norme incomprensibili che non piaccino al pubblico. Liberty Media vorrebbe allungare il calendario sino a 25 appuntamenti, ma sarebbe opportuno ridurle a 18.
Quando nel 1950 si aprì il Mondiale i GP avevano una lunghezza superiore ai 500 km. Oggi siamo intorno ai 350 km. Ma il pubblico sognano gare che durino poco più di mezz’ora come avviene nel mondo delle moto. L’ideale? Accorciare di 10 giri i GP.
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