Minì in Formula 1? Un sogno ad occhi aperti
Oltrestretto - Pubblicato il 04 Aprile 2025 - 12:15
I sogni son desideri. In fondo non costano nulla, talvolta si avverano pure. Allora perché non sognare. Per una volta la buttiamo lì, a metà tra l’immaginario e il serio. Del resto, chi non risica non rosica. Una domanda, semplice semplice, forse un’ipotesi un po’ azzardata; quanto saranno i posteri a dirlo. E se Gabriele Minì di Marineo, 20 anni compiuti un paio di settimane fa, da due stagioni pilota dell’academy Alpine e talento indiscusso, dovessimo vederlo in Formula Uno e anche in tempi relativamente brevi?
Proviamo a fare un’analisi, giusta o sbagliata che sia, partendo dall’ennesimo botto di Jack Doohan, tanti danni ed una monoposto da rottamare. Il weekend del Giappone della F.1 non è iniziato nel migliore dei modi per l’Alpine, con l’australiano volato fuori ad oltre 300 km/h al termine del rettilineo, durante il suo quarto giro nelle libere del venerdì. Che sia colpa sua o meno (tra le ipotesi più probabili c’è quella di un problema con il Drs) al momento è ancora da appurare. Ma è bene quel che finisce bene, comunque, con il pilota fuori dall’abitacolo e soprattutto sulle proprie gambe.
Di certo una bella mazzata al morale, per il figlio del cinque volte campione del mondo della classe 500, il cui futuro nel team di Enstone, già prima che la stagione cominciasse, era stato fastidiosamente messo in dubbio. E ribadiamo fastidiosamente, perché non è mai corretto giudicare prima del tempo. Dovendo fare un bilancio di questo inizio d’anno, le previsioni tuttavia non paiono rosee. Anzi… A Melbourne, nella sua gara di casa, tradito dal bagnato, Doohan era finito a muro nel corso del primo giro del Gran Premio, dopo essersi beccato in qualifica oltre tre decimi, 335 millesimi per la precisione, dal suo compagno di squadra Pierre Gasly. In Cina poi è stato penalizzato di 10″ (vedendosi pure togliere due punti dalla licenza), a causa del contatto avuto con Gabriel Bortoleto. E l’argentino Franco Colapinto, che ha già firmato come reserve driver, sta lì in agguato.
Ma al di là di una situazione di incertezza generale che può anche non riguardare minimamente la carriera di Minì, ci piace pensare e sperare che il marinese possa essere tra i prossimi. Il fatto di essere entrato nel programma Bwt Alpine (qualcuno dice che i francesi abbiano voluto puntare su di lui dopo essersi lasciati sfuggire un indubbio talento del calibro di Oscar Piastri) ci fa al momento soltanto immaginare uno scenario sicuramente entusiasmante.
Perché vedere un siciliano in Formula 1, anche solo per una sessione di libere, è un sogno meraviglioso. L’ultimo, lo ricordiamo, è stato Giovanni Lavaggi nel 1996 con la Minardi. Quest’anno il regolamento del Mondiale parla chiaro. Ogni pilota titolare deve lasciare nelle FP1 per almeno due volte il suo volante ad un rookie che non abbia disputato più di due Gran Premi. Considerando che proprio in Giappone l’Alpine ha fatto girare nel primo turno utile il 31enne Ryo Hirakawa (salito in macchina proprio al posto di Doohan), di occasioni ne rimangono tre.
Inoltre, proprio nei giorni scorsi, si è appreso che il francese Victor Martins, già in Formula 2 rivale di Minì, ha lasciato la academy della Alpine per passare sotto l’ala della Williams. Uno spazietto in più per Gabriele, che comunque non ha bisogno di regali, perché ogni millimetro della sua carriera se lo è guadagnato sgomitando, a suon di risultati.
A proposito. In Bahrain sulla SF-25 abitualmente impiegata da Charles Leclerc, la Ferrari farà debuttare Dino Beganovic. Quest’ultimo nel 2022 ha conquistato il titolo della Formula Regional europea in una volata finale con lo stesso Minì, che all’epoca era approdato alla Art Grand Prix. Lo scorso anno il siciliano in Formula 3, a parità di team (Prema) in qualifica è stato sei volte su dieci più veloce dello svedese che ha concluso sesto in campionato, quattro posizioni dietro allo stesso Minì. Ogni altra dissertazione lascia il tempo che trova. Intanto continuiamo a sognare.
Dario Lucchese