Agosto, Ferrari non ti conosco
Notizie - Pubblicato il 02 Luglio 2016 - 15:34
Parafrasando un titolo di un libro estivo di Achille Campanile, la Ferrari è rossa come un gambero (per dirla alla Umberto Zapelloni, vice direttore della Gazzetta dello Sport).
Un Cavallino che nell’ultimo GP in Germania si è fatta sorpassare dalle due Red Bull di Verstappen e di Ricciardo rimediando un quinto e sesto posto con Vettel e Raikkonen. Hamilton guida la classifica mondiale piloti con 217 punti su Rosberg (198), Ricciardo (133), Raikkonen (122) e Vettel (120). Nella classifica costruttori Mercedes ha preso il largo con 415 punti su Red Bull (258), Ferrari (242). Prossimo appuntamento il 28 agosto a Spa per il GP del Belgio.
Per Arrivabene la causa è il downforce
Il capo del Team Ferrari, Maurizio Arrivabene, ha ripetuto più volte il termine <downforce>, cioè deportanza, spiegando così la crisi del Cavallino a Hockenheim. In altri termini: occorre migliorare le prestazioni scaricando l’ala a vantaggio di un migliore scivolamento della vettura. <E lì dovrebbe intervenire il telaio> – ha spiegato Arrivabene mettendo il dito sulla principale debolezza della SF16-H targata Allison (l’ingegnere aerospaziale che ha dovuto fare in fretta il bagaglio). Il cambio di rotta adesso con Binotto. Era impensabile dopo gli ultimi eventi ottenere di più anche perchè attualmente le Mercedes sono notevolmente più performanti. <Abbiamo dei problemi, sappiamo quali sono, ma non riusciamo a risolverli. Tutta la squadra sta dando il massimo, solo che in certe aree è come se fossimo paralizzati. E questo si verifica puntualmente dal quinto Gp quello di Barcellona. Il quinto e sesto posto in Germania non sono da Ferrari. Le nostre vetture lamentano due lacune, l’efficienza aerodinamica ed il grip meccanico. A Maranello abbiamo dei talenti. Compito di Binotto sarà quello di controllare che si vada nella giusta direzione. Con questa sconfitta Binotto non c’entra nulla. E’ resposabile da pochi giorni>.
Addio sogni mondiali per il Cavallino
Ha ragione Pino Allievi, firma prestigiosa della Gazzetta dello Sport, nell’evidenziare gli attuali limiti della Ferrari: <Aver licenziato (o quasi) il direttore tecnico a metà campionato è la foto di un sistema che non ha funzionato. Addio sogni mondiali e proclami sui progressi della macchina. A Mattia Binotto si chiede la discontinuità totale, con gli stessi tecnici a disposizione ma messi in campo diversamente. Il GP Germania è stata la gara più scialba del 2016. Se la Mercedes detta legge è un dato di fatto accettabile ma il boccone indigesto da mndare giù è quello della Red Bull. Da quattro GP la Red Bull, alla quale un anno fa Marchionne ha negato i motori, sta davanti al Cavallino. La Ferrari ha capacità e mezzi per reagire, dopo lo sbandamento per la perdita di Allison. Come già a Budapest, l’esito della corsa si è avuto nei primissimi metri>. Vettel da lunedì 1 agosto è al lavoro in pista a Fiorano per i primi test sul bagnato con le nuove gomme Pirelli per il 2017. Rimangono nove gare per slavare la faccia, di più quest’anno non è possibile. Non era prevista la presenza di Binotto, il neo direttore tecnico, nel GP Germania. Debutterà nel suo nuovo ruolo a fine mese in Belgio. Lui è rimasto a Maranello ed ha guidato il team con un ponte radio tra la via Emilia e Hockenheim.
Vettel benedice la svolta voluta da Marchionne
Sebastian Vettel ha benedetto la svolta voluta dal Ceo Marchionne e da Arrivabene: <Abbiamo le persone adatte per affrontare l’attuale situazione. Marchionne passa molto tempo con noi, è competente. La decisione presa credo sia quella giusta. E poi c’è Arrivabene che è il nostro leader e siamo tutti contenti che sia con noi>. Vettel, dunque, protegge la bandiera e ne appoggia totalmente la politica, come faceva anni addietro il suo idolo Schumacher con Todt. Ma, aggiungiamo noi, non dimentichiamo quanto amore aveva l’ex presidente Montezemolo per la Ferrari.
Per Hamilton, poker consecutivo
Quarta vittoria consecutiva, numero 40 in carriera, a soli due successi da Prost. Dopo la prima curva ha solo pensato a mantenere la calma, a salvaguardare il motore e a dirigersi verso la meta. Decisamente 306 km a velocità smodata alla media di 202,646 km/ora.Non ha commesso errori, ha sfruttato quanto ha avuto a disposizione. Una corsa perfetta e dopo aver superato Rosberg in partenza tutto è filato liscio. Lewis è una macchina di vittorie, sei nelle ultime sette gare, di cui quattro, come riferito prima, consecutive. Al posto d’onore Rosberg che ha vanificato la pole del sabato tra errori e limiti di aderenza. L’italo-australiano Ricciardo migliora di gara in gara, superlativo ed è stato l’unico che ha provato a guastare la festa alla Mercedes. Un vero diavolo al via Verstappen (ha avuto il merito di far penalizzare Rosberg e di toglierlo dalla lotta). La sola cosa buona di Vettel è stata quella di mettersi dietro Raikkonen: ma entrambi non avevano il mezzo per potere lottare con i migliori.
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