Roberto Bordonaro, il “Barone Rampante” delle turismo

Tratto da Sicilia Motori –  Anno XXVI n° 5 (299) – Maggio 2008

Roberto BordonaroRoberto Bordonaro, quasi 100 corse in dodici anni di intensa attività a partire dalla fine degli anni ’60. Poi sporadiche apparizioni con le “Storiche” sino al definitivo abbandono. Una passione ereditata dal padre e dallo zio, piloti pure loro, ma sviluppatasi autonomamente e coltivata con grande amore.

Se potessimo spulciare l’album delle fotografie, completo, della famosa ­ ed unica ­ partenza da Palermo, di una delle tappe di avvicinamento del “Rally di Montecarlo”, potremmo vedere l’immagine (in bianco e nero), di un bambino che saluta il proprio papa pronto a partire per quell’avventura.

Nel gennaio del 1951, al volante di una Lancia Aurelia 821 a Piazza Politeama c’era ­ fra gli altri ­ Gabriele Chiaramonte Bordonaro, che ripete quell’esperienza altre due volte. Roberto Bordonaro, il figlio, aveva appena sei anni.

Oggi, a distanza di 57 anni, ne conserva ancora un ricordo nitido e struggente. Che, probabilmente ha contributo a generare in lui la passione per le automobili e le corse, alimentata pure dalla più intensa attività svolta invece dallo zio Luigi. Che, sempre negli anni ’50 al volante di splendide Ferrari partecipò a numerose competizioni; vincendone alcune e resistendo a lungo i suoi record nella cronoscalata di casa: la “Monte Pellegrino“.

Qualunque sia stata la ragione e l’origine, fatto sta che nel 1967, a soli 22 anni ­ dopo una lunga frequentazione da spettatore delle manifestazioni che si disputavano sulle piste di Pergusa e Siracusa ­ giovane studente universitario, prese parte alla sua prima gara: la “Termini­ Caccamo”.

Lo fece, di nascosto ai genitori, usando uno pseudonimo (Le Corbusier, l’Architetto), subito scoperto però da papà Gabriele quando il lunedì lesse le classifiche sul “Giornale”. Concluse 4° di classe ma, soprattutto, poté da quel punto in poi gareggiare con il proprio nome. Che figura con assiduità nelle classifiche di corse in pista ed in salita, e poi pure nei rallies. “In realtà avrei potuto concludere molte più gare ­ ricorda con un pizzico di rimpianto ­ perche non ho avuto molta fortuna e numerosi sono stati i ritiri”

roberto bordonaro

Con la Porsche 911 Turbo utilizzata all’Historic Rally del 2006, dove si è classificato terzo di classe

Tutti per noie meccaniche? Oppure anche un po’ … irruento?

In effetti ­ ammette ­ soprattutto all’inizio mi sono meritato il soprannome di “cappottino”; ad indicare che più volte mi sono trovato ruote all’aria. Ma diverse sono state pure le rotture… “. Certo, poi passano gli anni si matura e si riesce a controllare le pulsioni. E cosi arrivano anche i primi risultati importanti.

Fra questi per tre volte consecutive lo “Challenge Hsa” (l’Associazione che riuniva le Scuderie), nel Girone Sud, e poi le varie serie riservate alle vetture “Turismo”: la sua specialità come la pista. Il “terreno” preferito.

Di salite ne ho disputate tante ma, mancando il contatto diretto con gli avversari, mi divertivano meno. In pista era un’altra cosa, c’era la bagarre, e poi tutto non si esauriva nel giro di pochi minuti. Mi sono appassionato ai rallies. In coincidenza con la prima edizione del “Sicilia”, nel 1972, anche se pure in quella occasione sono stato costretto a dare forfait. Ne disputai pero le edizioni successive sino a quando decisi di smettere“.

Roberto Bordonaro

Sulla Zagato nel classico passaggio alle tribune della Targa Florio. Uno dei tanti ritiri…

Perche?

Seppure in ritardo ho voluto mantenere l’impegno che avevo preso nel ’72 quando mi sono sposato. E poi iniziavo a divertirmi meno, l’ambiente era cambiato ed anche i miei amici rallentavano l’attività. In ultimo è stato determinante un pauroso incidente al Rally “12 Ore di Campobello di Mazara” nel 1982…

Causato da?

Un errore del mio navigatore (e preferisce omettere il nome n.d.r.), che saltò due pagine di note e mi indico come “piena” una “2 che chiudeva “. Un botto terribile e la bella Golf GTi di Terrasi a pezzi. Decisi di chiuderla lì. Anche se mi è rimasto in ricordo la bottiglia di whisky che il mio navigatore decise di regalarmi per scusarsi. E ancora lì; non l’ho mai bevuta perché si tratta della bottiglia più “costosa” che possegga…

Ma non era uno dei navigatori abituali?

No. All’inizio ero coadiuvato da Federico Marino, che poi mi ha “tradito”per il mio amico Raffaele Restivo e tutt’ora non li ho “perdonati” per questo (ride). Quindi è iniziato un più lungo sodalizio con Silvio Bertolini finche non si è trasferito a Milano per lavoro, e poi è stata la volta di Fulvio Garajo“.

Roberto Bordonaro

L’Alpine A110 è stata una delle più fedeli compagne d’avventura

Ed erano quelli i tempi del Team Floridia?

“Con i miei amici Barba, De Luca, Restivo, ai quali se ne aggiunsero poi altri che gareggiavano più sporadicamente,acquistammo delle VW Golf GTI. Correvamo tutti nella stessa classe, in Gruppo 1, ed erano grandi sfide prima tra di noi e poi con gli avversari. In gara e fuori un gran divertimento. Fossimo in pista o nelle salite; e soprattutto nei rallies. Quei weekend erano indimenticabili“.

Ma dopa una lunga pausa, di oltre 20 anni, sarà possibile vedere Roberto Bordonaro con casco e tuta?

Mi hanno attirato le corse per autostoriche. Dove ho ritrovato vetture e persone di un periodo che mi apparteneva. Ed un atmosfera rilassata. Come un tempo. In passato mi è accaduto di correre e vincere con le gomme prestatemi da un mio avversario diretto (Ferruccio Caliceti)”.

“Figuratevi se adesso potrebbe ripetersi un episodio come questo. Ho preso parte ad una Catania ­ Etna con l’auto a nolo ed iscritto in una classe dove c’erano vere e proprie vetture da corsa elaborate. Nelle corse attuali i piloti si guardano in cagnesco; si respira un’aria di tensione, con presunta professionalità. E costi impossibili“.

Roberto BordonaroQuindi nessuna speranza di rivedere al volante in una corsa, anche per storiche, Roberto Bordonaro?

Mai dire mai. Pero le ultime esperienze mi hanno deluso. Con le “Storiche” sono incappato in vetture poco curate e quindi i loro proprietari non sono stati lungimiranti, perche un paio di corse l’anno potevo pure disputarle, e invece non mi vedranno più. I miei amici Mario De Luca ed Eugenio Renna mi hanno convinto a correre con una Porsche, invece ben curata, in corse importanti anche all’estero”.

“Fra le quali la “6 Ore di Digione” la mia quota da sola è stata pari a quelli di una intera stagione. Casi non mi diverto proprio. Per me correre deve essere un hobby. Come andare a pescare. Sia per impegno mentale che economico. Non comprendo quest’assoluta dedizione morale e materiale che oggi viene richiesta. Non fa per me … Almeno adesso. Non più“. Perche i tempi cambiano. E non tornano

Un palmares di… classe

Roberto Bordonaro è nato a Palermo, dove tutt’ ora risiede nella antica dimora di famiglia, il 18 febbraio 1945. Ha debuttato alla “Termini ­ Caccamo” del 1967 classificandosi al 4° posto di classe (1300) al volante di una Fulvia HF.

Con la stessa vettura si è poi piazzato 2° di classe alla “Monte iblei”, ritirandosi a “Coppa Nissena” e “Avola”. Ha vinto il Girone Sud dello Challenge FISA dal ’68 al ’70 e poi ancora nel ’78, e la Coppa Csai Turismo Speciale 1150 nel ’71 (risultando anche Campione Siciliano della categoria).

Fra i migliori risultati assoluti in carriera: il.3° posto alla “3 Ore di Pergusa” nel ’74, al volante di una Alpine di Gruppo 4; 2° sia al Rally “Mare­Monti” del ’77 (con la Golf), sia al “Rally del Sole” (sempre a Siracusa) l’anno successivo; ed il 5° alla “Collesano­ Piano Zucchi” del 1976 con la Porsche 911 Turbo di Gruppo 5.

 

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