Rally di Sicilia: quando i “rallies” erano sconosciuti

Rally di Sicilia: la storia raccontata per la rubrica “Corse di ieri”

di Piero Libro – Riproduzione riservata

I Rallies in Sicilia hanno assunto grande rilevanza, e vi sono state stagioni nelle quali se ne disputava  uno ogni due settimane. La specialità debuttò nell’isola esattamente 43 anni addietro, proprio nel mese di marzo. Quando si disputò la prima edizione del Rally Internazionale di Sicilia. Nel 1971 sulla “Targa” iniziavano ad addensarsi nubi scure. La Commissione Sportiva Internazionale aveva la­sciato intendere che le corse di velocità su strada – con le potenti vetture di quei tempi – non sareb­bero potute durare in eterno. In effetti quella del 1973 fu l’ultima edizione con validità mondiale.

All’AC Palermo si iniziò a riflettere sulle possibilità di continuare ad organizzare una corsa su strada di grande prestigio. La formula non poteva che esse­re quella dei rally. Lo chiedevano anche i piloti di allora. Primo fra tutti il palermitano “lccudrac” (Guadalberto Carduccio) unico siciliano che già si cimentava nei rallies ad alto livello. Ed anche coloro che prendevano parte alle gare di “regolarità”, che nel capoluogo fa­cevano capo alla scu­deria “La Clessidra“. La prima edizione del “Sicilia” si sarebbe dovuta disputare proprio nel ’71, ma non si fece in tempo.

Così raccontava la “genesi” della gara Antonio Pucci, ai tempi consigliere del sodalizio palermita­no: “la gara era nata come “Rally di Sicilia”, ma gli altri Automobile Clubs dell’Isola che avrebbero do­vuto collaborare con noi. Dopo una ricognizione del percorso di gara, allarmati, ci hanno lasciati soli, e se non avessimo avuto come Presidente del nostro club l’avvocato Antonino Sansone, che innanzitut­to è uno sportivo, questo rally oggi non sarebbe una realtà. Così una mattina d’estate del 1971 sia­mo partiti alla ricerca del percorso accompagnati dal nostro “inimitabile” direttore Antonino Pizzuto. Che, coraggiosamente era, con Giacomo Sansone segretario dell’AC Palermo nella Fiat 124 di Giulio Barresi, mentre io ero su una Fiat 127 con Ninm Fai/la presidente della Scuderia Pegaso e il buon Tubolino custode di Floriopoli. E così cercando strade “rallystiche” sulle Madonie, abbiamo fatto il primo tracciato e dopo, giorno per giorno, é nato 11 percorso definitivo. Durante il collaudo del percor­so siamo partiti in giro per le Madonie con gli invia­ti della CSAI. Ed in uno dei tratti più difficoltosi una vettura è andata a finire, con i delegati CSAI, nel fiume /mera. Un bagno fuori stagione. Il collaudo fu comunque favorevole e la gara iscritta in calenda­rio.” 

Percorso d’altri tempi

I rallies di quell’epoca si disputavano quasi sem­pre su sterrati “scassa-macchine”, con pietre e spuntoni che non ammettevano distrazioni. Ag­giungendo le conseguenze dei temporali che im­perversarono sul percorso prima e durante la gara. Si capirà in che condizioni si disputò la cor­sa. La quale – tanto per far comprendere le sue ambizioni – aggiunse la qualifica di “Internaziona­le”.

Il Trofeo “Madonie e Cefalù” era un omaggio all’area sulle quali vennero ricavate le prime “spe­ciali”. Ed alla cittadina normanna che divenne sede di arrivo e della direzione gara. La partenza invece avveniva da piazza Politeama a Palermo, già sede di start e traguardo del Giro di Sicilia. 12 erano le prove speciali (prevalentemente su ster­rato) in ognuna delle due tappe. Dieci si ripeteva­no al sabato e alla domenica, mentre la Cefalù­-Gibilmanna si disputò solo al sabato (con tempo libero e senza navigatore). Rimpiazzata la domeni­ca da un secondo passaggio sulla “Ferla“.

Perché il giorno precedente la gara una frana portò via un pezzo di strada sul percorso Nociazzi – Madonna dell’Alto. Il Sindaco di Castellana convise il parro­co a suonare le campane a martello. Gli uomini si radunarono in piazza ed in 60 si misero al lavoro, aggiustando la strada. Il tutto fu però vano in quanto la prova fu poi annullata. 

Parco partenti eterogeneo

58 gli equipaggi iscritti al Rally di Sicilia, 30 dei quali siciliani e tutti “debuttanti” nella specialità eccetto “lccudrac” e signora (“Aldeg“), che da tempo disputavano gare di “Campionato Internazionale Marche” e tricolori. Naturalmente le auto dei piloti siciliani erano quelle solitamente impiegate per la velocità, quindi non molto robuste, e parteciparono modelli insoliti an­che per l’epoca (Renault Gordihi R12, Autobianchi 111 Primula, Simca 1100 Ls). Svanì la possibilità di vedere al “via” (con un’Alfa Romeo GtAm) Nino Vaccarella, in quello che fu il suo ultimo anno di gare. In compenso si ebbe alla partenza il “big”, del momento, Sandro Munari, che in coppia con Mario Mannucci a gennaio aveva vinto con la Lancia Ful­via HF il suo primo (di tre) Rally di Montecarlo. 

In 52 al via del Rally di Sicilia

Il primo equipaggio prese il via un minuto dopo le 8 di sabato 5 marzo, e apriva anche il Campionato Italiano. Direttore di Gara “Peppino” Palmieri (coa­diuvato dal padovano Lazzaretti), che dal 1959 era il segretario di manifestazione della Targa Florio. Nella prima prova speciale del Rally di Sicilia svettava Barbasio, che però commetteva subito dopo un errore da principiante: nel trasferimento, contento del tempo staccato, si slacciava le cinture di sicurezza, sbattendo contro un albero e finendo lì la sua gara.

Nelle prime otto prove il confronto era fra Munari e Pinta, che si alter­navano al vertice, vincendo quattro prove ciascuno (una ex-aequo). Nella prima tappa, vennero annulla­ti i due passaggi previsti nella zona di Castellana per impraticabilità delle strade, e si chiude con Pinto­Macaluso in testa. Lungo il trasferimento verso l’ar­rivo cede però il cambio della loro 124, e le 11 o per natalità di ritardo lo fanno scivolare al quarto posto nella classifica assoluta. Primo diviene Munari, da­vanti a Smania e Bisulli; fra i privati i migliori erano Pittoni-“Joseph” sesti su Porsche; primi dei siciliani i palermitani Milella-“Argia”, 12° su Lancia Fulvia gruppo 3, davanti a Ballestrieri, in ritardo dopo esse­re rimasto fermo sopra a una grossa pietra nella se­conda prova e più veloce negli ultimi due tratti cro­nometrati. 

In 30 si ripresentavano al “via” della seconda tappa; fra questi Pinta, la cui vettura era stata riparata, tant’è che risulta il più veloce nella prova d’apertura, ed anche in quella successiva, ma proprio nel suc­cessiva trasferimento il cambio restava bloccato in seconda marcia e il pilota comasco era costretto al definitivo ritiro.

Munari viaggiava tranquillo in testa, con Ballestrieri alle sue spalle sino alla penultima prova quando pure lui doveva dare forfait per noie meccaniche. Due migliori tempi in prova anche per Paganelli ed uno per Smania. Munari taglia al co­mando il traguardo di Cefalù, davanti alle Fiat 124 Spider ufficiali di Smania, Paganelli e Bisulli.

Quest’ultimo arriva su tre ruote, dopo averne persa una negli ultimi metri della prova speciale conclusi­va, a seguito dell’urto contro un grosso masso. Pittoni-“Joseph” (Porsche 911 gruppo 3) mantengono il primato fra i privati. Due equipaggi siciliani entrava­no nella “top-ten”: al nono posto Claudio Mazza e “Frank Mc Boden” (Francesco Di Matteo), alternatisi alla guida della Lancia Fulvia gruppo 3 nelle p.s. e addirittura primi nella penultima, per i colori dell’Ate­neo.

Mazza era alla sua prima esperienza con le cor­se, nella quale non sarebbe più tornato, mentre “Frank Mc Boden” vincerà poi diverse cronoscalate. Decimo posto per i palermitani Milella-“Argia”, pro­vati dalle condizioni delle strade, arrivati al traguardo senza il parabrezza ed il lunotto posteriore della loro Fulvia, persi all’inizio della seconda tappa, che han­no concluso stoicamente “al freddo ed al gelo”. Sol­tanto 13° i rallisti “lccudrac”-“Aldeg” (Fiat 125 S). Solo 19 gli equipaggi classificati. 

1973: Munari si ripete

Sembra una fotocopia della prima, almeno per quanto riguarda le condizioni meteo, i protagonisti e per la lotta in famiglia tra Lancia e Fiat. La prima schiera Sandro Munari e Amilcare Ballistrieri sulla Fulvia HF 1600, mentre le 124 Spider sono affidate a Maurizio Verini ed al nuovo acquisto, il Campione italiano in carica, Sergio Barbasio. Il “Drago” l’anno prima ha vinto al Montecarlo, oltre alla doppietta siciliana (Rally prima e Targa Florio poi con la Ferrari ed in coppia con Merzario).

La gara – anche quella flagellata da pioggia e vento, ma con percorso prevalentemente su asfalto – si è decisa già alla prima tappa, con le posizioni che non sono poi cambiate. Munari-Mannucci l’hanno fatta da padroni tra il tifo del pubblico, , vincendo 11 prove speciali e piazzandosi davanti ai compagni di squadra Ballestrieri- Maiga.

Seguono le due Fiat 124 di Barbisio-Macaluso e Verini-Scabini, i quali si sono imposti rispettivamente in dieci e tre frazioni cronometrate. Polemiche in casa Fiat poiché l’annullamento di alcune “piesse” avrebbe favorito volutamente la Lancia.

In gruppo 1 primato per Brai-“Rudy” (Opel Ascona/Conrero), quinti assoluti. Fra gli altri equipaggi ufficiali, ritirati Pa­ganelli-Russo (Fiat) e Pregliasco-Garzoglio (Lan­cia). Al decimo posto il primo equipaggio sicilia­no, formato dagli inseparabili velocisti palermitani Raffaele Restivo-“Apache” (Alfonso Merendino), alternatisi alla guida di una Fiat 124 St. Dei 53 par­titi solo in 18 hanno tagliato il traguardo. 

1974: finalmente Ballistrieri al Rally di Sicilia

Siamo in piena crisi petrolifera; è il periodo dell’au­sterità, delle “domeniche a piedi”, ed anche il “Si­cilia” deve adeguarsi al risparmio energetico: la gara si articola, pertanto su una sola tappa, con partenza da Cefalù. Viene schierata, e apre una lunga serie di successi, la nuova “bestia” dei rally della Lancia, la Stratos.

A condurla sul gradino più alto del podio della seconda prova del Campiona­to Italiano è Amilcare Ballestrieri (ancora in coppia con Sergio Maiga), dopo la sfortunata partecipa­zione siciliana del 1972. Ed il secondo posto dell’anno precedente. Ballestrieri non ha rivali du­rante la gara, ed a maggio emulerà Munari vin­cendo anche la Targa Florio (in coppia con Gerard Larrousse, sempre su Stratos).

Costretta al ritiro (per rottura del cavo dell’accelleratore) l’altra Stra­tos ufficiale affidata ai francesi Andreut-“Biche”, Ma gravata da problemi di maneggevolezza a causa dell’elevata potenza essendo il primo esemplare ad utilizzare il propulsore sovralimen­tato.

La squadra Fiat deve ancora una volta ac­contentarsi delle briciole, con il secondo posto di Fulvio Bacchelli ed il terzo di Verini. Fra i privati si impone Claudio De Eccher (quarto su Porsche 911 Carrera), mentre fra i siciliani finalmente è pri­mo il “precursore” dei rallisti, il palermitano “lccu­drac” in coppia con Roberto Barbato (fotorepor­ter e ca-fondatore poi di Sicilia Motori) su Porsche 911, davanti a Ninni Runfola-Claudio Bellanca.

Debuttano altre due vetture del Gruppo Fiat. La Lancia Beta Montecarlo di Pregliasco (ritirato) e la Fiat X1/9 Prototipo di Giorgio Pianta, “out” dopo due prove per guasto semiasse .. 

1975: Pinto in solitaria

Nuovamente su una sola tappa, l’edizione nume­ro tre, è forse una delle meno emozionanti: con l’unica Stratos ufficiale affidata a Lelle Pinto-Alr­naldo Bernacchini non hanno avversari (manca anche la squadra Fiat), aggiudicandosi ben 16 delle 18 prove speciali in programma, e lascian­dosi alle spalle i compagni di squadra Pregliasco­ Reisoli, in gara con la Lancia Beta Montecarlo, che ha raggiunto una buona affidabilità.

No­tevole la prestazione dei privati: De Eccher (passato alla Stratos e con a fianco Breggion), è terzo guadagnando una posizione rispetto all’anno precedente. Alle loro spalle gli equipaggi ufficiali Alfa Romeo, par­titi all’arrembaggio ma poi rallentati da noie alle Alfetta Gt gruppo 2: Ballestrieri chiude al terzo posto davanti a Svizzero.

Primo dei siciliani è il “Presidente” (della scuderia Ateneo) Renato Bar­raja, 13° assoluto con la Porsche 911, e navigato da Barbato che dunque si concede il bis. Il lungo elenco dei ritirati comprende anche Bobo Cambiaghi (che aveva iniziato al top con la Por­sche), Polese con l’ammirata De Tomaso Pantera, ed i palermitani “Apache” e Restivo, i quali stavol­ta non sono in coppia. Merendina è navigato da Mario De Luca, mentre a fianco dell’avvocato sie­de l’allora 30enne Giuseppe Ayala assurto poi alla notorietà per la sua apprezzata carriera di Magi­strato (è stato Pubblico Ministero al primo ­processo). 

1976: Preglisco è europeo

La gara diviene internazionale a tutti gli effetti: avendo ottenuto la validità per il Campionato Euro­peo seppur con il minimo coefficiente (1). Ancora una volta c’è una sola Lancia Stratos ufficiale al via, ma basta per contenere quelle private. Al volante c’è Pregliasco, che anche grazia a questo succes­so si conferma beniamino dei tifolsi.

Fra questi emerge la comunità termitana dei “fusi” protagoni­sti di episodi di sano entusiasmo per il loro pupillo oltre che per il rallye. Le piazze d’onore sono occu­pate dalle Stratos di due equipaggi del Jolly Club: Bianchi-Mannini e Ambrogetti-Torriani. Seguono le ingombran­ti, ma valide, Opel Commodore Conrero gruppo 1 di Brai-“Rudy” e “Lucky”-Braito. Si ri­compone la coppia Restivo-“Apache” e con la Porsche 911 si piazzano al 6° posto assoluto (e primi fra i locali).

Al 13° posto su Alfa Romeo Gt si piazza la coppia palermitana formata da Alberto Commodore Conrero gruppo 1 di Brai-“Rudy” e “Lucky”-Braito. Si ri­compone la coppia Restivo-“Apache” e con la Porsche 911 si piazzano al 6° posto assoluto (e primi fra i locali). Al 13° posto su Alfa Romeo Gt si piazza la coppia palermitana formata da Alberto Carrotta e Ornella Amara. Che in seguito faranno parlare molto di loro … 

1977: arrivano gli stranieri al Rally di Sicilia

Si respira veramente aria “europea” al “Sicilia”. Per iniziare la sua scalata alla riconferma del tito­lo continentale il francese Bernard Darniche sce­glie proprio (e sarà la sua “prima volta”) la gara siciliana, tornata su due tappe. “Nanard”, come è soprannominato, è già uno dei piloti più affer­mati: è stato pilota ufficiale Alpine Renault e Lan­cia con cui ha vinto due gare iridate.

Con l’incon­fondibile Lancia Stratos bleu della Chardonnet (importatore Lancia per la Francia). In coppia con Mahé non ha avversari. Debuttano stabil­mente nella massima serie tricolare le Fiat 131 Abarth private ed anche “Tony” (Fassina), che con la vettura torinese ottiene la piazza d’onore, davanti alla “vecchia conoscenza” Ballestrieri, passato adesso alla Opel Kadett Gte/Conrero, con la quale vince il gruppo 2.

Primo fra i siciliani al Rally di Sicilia è nuovamente Raffaele Restivo. Che avvia il so­dalizo con il navigatore Federico Marino su Volkswagen Golf Gti. Due ritiri resteranno me­morabili. Quello di Carrotta (ancora in coppia con Amara), che dopo avere occupato il 6° posto con la vecchia Alfa Romeo Gt troverà poi sbocchi professionali, e quello di Carello-Perissinot.

Quest’ultimi, infatti, nel 1978 vinceranno il Rally di Sicilia per la prima volta abbinato alla Targa Fiorio. E inizierà una nuova storia. 

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