Targa Florio: la lettera di Sticchi Damiani
Targa Florio ci risiamo. Si scrive con chiarezza “pere” e dall’altra parte si fa finta di intendere “mele”. Il Presidente dell’Automobile Club d’Italia Angelo Sticchi Damiani, ha diffuso una nota con la risposta al Sindaco di Palermo Leoluca Orlando che ieri aveva invitato lo stesso Presidente dell’ACI e il Ministro dello Sport Spadafora ad un incontro chiarificatore per discutere della Targa Florio e di “Floriopoli”. Strutture queste adesso proprietà della Città Metropolitana di Palermo di cui lo stesso Orlando è Presidente.
La risposta di Sticchi Damiani ad Orlando
E’ invece manifesta la necessità di tenere siciliana e dei siciliani la proprietà del marchio e di conoscere con precisione quale sarebbe questo “progetto di rilancio della corsa” che oggi viene indicato con “l’obiettivo di replicare in Sicilia l’esperienza del Gran Premio d’Italia di F1 e del Rally Italia Sardegna nel Wrc, con un progetto di ampio respiro che tuteli il futuro della Targa Florio”. Cosa significa? Significa che, finalmente, si è compreso che l’unico rilancio possibile è quello di far diventare la Targa Florio Rally prova del Campionato del Mondo Rallies? Magari in alternanza con la Sardegna perché alla felicità di uno non deve corrispondere necessariamente l’infelicità dell’altro? Perchè “rilancio” non significa solo merchandising di oggetti o repliche in giro per il mondo. Questi, ed altri, sono strumenti utili per fare soldi. Ma soldi oltretutto dei quali non beneficerebbe la Sicilia ed i siciliani.
Allora è possibile avere il Mondiale?
Al contrario della validità mondiale grazie alla quale si genererebbe un volume di affari milionario. Questo è rilancio. Ma Sticchi Damiani sino a prima di questa nota odierna ha sempre dichiarato che non sarebbe possibile portare nel Mondiale la Targa ed anzi più volte ha espresso riserve sul futuro della specialità in Italia. Personalmente sono convinto che se Sticchi Damiani lo volesse la Fia accetterebbe la Targa nel Mondiale (e ne beneficerebbe anche il Campionato del Mondo). Inoltre il Presidente dell’ACI non fa mistero del suo convincimento sul destino segnato dei rallies, e di conseguenza sull’utilità di investire in altra direzione. Da qui la preoccupazione, espressa qui e sulle pagine della rivista che la numerazione potesse passare alla gara di regolarità (sommando errore ad orrore).
Rapporto iniziato sette anni addietro – come ricorda Sticchi Damiani nella sua nota – sottolinenando il “grande sforzo, non solo organizzativo ma anche economico, per realizzare e promuovere sia il Rally Targa Florio’che la Targa Classica, manifestazioni formalmente organizzate dall’AC Palermo, che nel 2013 versavano in serie difficoltà”. Di ciò si deve dare atto del provvidenziale intervento di ACI quando AC Palermo era in regime commissariale e realmente la gara poteva non disputarsi interrompendo la tradizione centenaria. Ho un ricordo personale dell’intervento di Sticchi Damiani determinato a salvare la corsa. E’ un fatto. Del quale gli rendiamo merito, ma non sufficiente per plaudire alla eventuale vendita del marchio. Ipotesi che adesso dovrebbe essere scongiurata e che comunque non può essere presa in considerazione.
Gestione della Targa Florio si, vendita no!
L’ACI potrebbe continuare a gestire la Targa Florio, sia rally per auto moderne e storiche (per le quali quest’anno pare si sia persa la validità tricolore) sia nella versione di regolarità ovvero la “Classica”. Non può esserci gestore migliore, ad oggi, di ACI per la Targa Florio stante le competenze (in realtà sin qui espresse al mimimo), le relazioni, le disponibilità finanziaria. Ma per gestire, non certo per acquistare a titolo definitivo. Del resto pare ciò non sia più possibile. Quindi perché insistere?
Ancora una volta, per quel che vale la nostra opinione (ma fin qui le acque si sono smosse solo per i nostri articoli aldilà di chi adesso voglia appuntarsi qualche medaglietta di cartapesta), ribadiamo l’esigenza di un tavolo di concertazione fra proprietà (AC Palermo), gestore (ACI), Governo della Regione e Sindaci delle Città del comprensorio madonita che sono parte integrante della storia della Targa Florio, insieme alle Città di Cefalù, Palermo, e Termini Imerese, per la stesura di un accordo generale e definitivo che sancisca senza equivoci e con chiarezza quale futuro dev’esserci – perché dev’esserci – per la Targa Florio e le attività connesse.
Il “progetto di ampio respiro e di lungo termine, che permetta a una delle più belle manifestazioni dell’automobilismo sportivo mondiale di avere un futuro all’altezza del suo grande passato”, come specifica Sticchi Damiani si può realizzare anche con un contratto di gestione pluriennale della Targa Florio a fronte del pagamento di un canone annuale alla proprietà (oggi AC Palermo domani forse Regione Siciliana), che intanto serva a pagare il debito di 6,2 milioni di euro AC Palermo nei confronti di ACI, ed esaurito il pagamento generare utili. O per l‘AC Palermo o per la Regione. Comunque per la Sicilia e per i siciliani. Ci resta ben poco di prezioso nella nostra terra e non c’è motivo per depauperare altro.
Una riga di…nervosismo
In ultimo una considerazione. Sticchi Damiani nella risposta inviata ad Orlando osserva stizzito “che, purtroppo, qualche giornalista, evidentemente male informato, sta riportando sulla stampa locale”. Potrebbe sembrare si riferisca a Sicilia Motori ed al sottoscritto in particolare, ma non può essere. Perché Sicilia Motori e chi scrive ha dimostrato, con i fatti, di essere molto ben informato, esibendo documenti, verificando sempre come ovvio, tanto da non avere mai ricevuto alcuna smentita. Ed il Presidente dell’ACI sa bene che chi scrive (e firma) e informato molto molto bene. Quindi sicuramente si riferiva ad altri… seppure la puntualizzazione dimostra un insolito nervosismo. Da lui non ce lo saremmo aspettato.
In ogni caso: la Targa Florio non si vende. Lo speravamo. Adesso lo afferma la Regione Siciliana.
Dario Pennica